SI AGGRAVA LA POSIZIONE DEL LEGHISTA BRIGANDI’: DOPO LA CACCIATA DAL CSM, ORA GLI TOCCA IL PROCESSO PER ABUSO D’UFFICIO
DICHIARATO DECADUTO DAL CSM IN QUANTO LA CARICA DI CONSIGLIERE E’ INCOMPATIBILE CON QUELLA DI AMMINISTRATORE DI UNA SOCIETA’ COMMERCIALE… SOTTO PROCESSO PER AVER ILLECITAMENTE DIFFUSO UN FASCICOLO RISERVATO, PASSANDOLO A UN GIORNALISTA… IN POCHI MESI HA COMBINATO SOLO GUAI
Comincerà il 31 ottobre prossimo, davanti alla decima sezione penale del tribunale di Roma, il processo per abuso d’ufficio a carico dell’esponente della Lega Matteo Brigandì, che il Consiglio superiore della magistratura ha dichiarato decaduto dalla carica di componente laico.
Il gip Daniela Parasporo ha accolto la richiesta di giudizio immediato sollecitata dal pm Sergio Colaiocco che ha contestato a Brigandì di aver acquisito e illecitamente diffuso, passandolo a una giornalista, un fascicolo relativo a un procedimento disciplinare risalente agli anni Ottanta sull’attuale procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini.
Per questa vicenda, sarà processato anche l’assistente di Brigandì, Fabio Faccaro.
Si è chiuso invece una decina di giorni fa, con l’avviso di fine indagine notificato al diretto interessato, il capitolo di inchiesta per il reato di falso, caso da cui è scaturito il processo disciplinare al Csm.
Brigandì, in particolare, è accusato dalla procura di aver omesso di dichiarare di essere amministratore di una società della Lega, la Fingroup spa, ruolo incompatibile con quello di consigliere di Palazzo dei Marescialli, e così facendo ha indotto in errore lo stesso organo di autogoverno della magistratura al momento della sua nomina.
Con una decisione senza precedenti — passata con 19 sì, tre no e due astenuti — il Plenum del Csm ha infatti dichiarato la sua decadenza.
La legge stabilisce l’incompatibilità tra l’essere componente di un consiglio di amministrazione di una società commerciale e l’incarico di consigliere del Csm.
Con la sua uscita dal Csm e sino a quando il Parlamento in seduta comune non nominerà il suo successore, il gruppo dei laici che fanno riferimento alla maggioranza di Governo scende a 4 consiglieri.
Si tratta di una soglia che non consente di far mancare il numero legale alle sedute del Plenum del Csm; un’arma di cui i laici di Pdl e Lega non si sono mai avvalsi in questa consiliatura, a differenza di quanto accaduto in quella precedente.
Leave a Reply