ROMA 2024, MALAGO’ VUOLE ANDARE AVANTI LO STESSO
LE MOSSE PER NON DOVER ABBANDONARE LA CANDIDATURA
E adesso? Adesso Roma può andare avanti da sola? Una sola parola: “Vediamo…”.
E’ ancora mattina presto, Giovanni Malagò arriva a passo spedito al Coni: sa già che Raggi gli avrebbe detto no, nell’incontro previsto nel primo pomeriggio saltato però dopo che la delegazione del Coni aveva lasciato il Campidoglio: il n.1 dello sport italiano se ne è andato dopo aver fatto 37 minuti di anticamera nell’attesa, vana, dell’arrivo della sindaca.
Malagò non è certo un tipo che si arrende facilmente, e studia qualsiasi soluzione, anche perchè rinunciare a questa candidatura gli sembra davvero un delitto.
Come ha confidato agli amici: “Se si affonda, è solo per la politica; noi siamo i più forti…”.
E’ convinto che Roma stia davanti a Los Angeles e Parigi, e che questa, l’ha detto, sia “davvero un’occasione unica”.
Ma è anche convinto che non avrebbe senso andare avanti con una candidatura “zoppa”, e paradossalmente forse è meglio che il no sia arrivato adesso.
Sì, perchè altissimo sarebbe il rischio di critiche nei confronti del presidente del Coni se Roma indebolita, fiaccata, litigiosa, fosse andata a perdere il 13 settembre del prossimo anno.
Qualcuno potrebbe imputargli di aver speso male i 35 milioni di euro messi a disposizione dal governo.
E quindi se si va avanti, lo si fa soltanto con tutte le forze, con una dossier serio (come quello attuale), con un Comitato olimpico stimato e rispettato nel mondo, con tre membri Cio (Carraro, Pescante e Ferriani) che ben conoscono i meccanismi che portano all’assegnazione di un’Olimpiade.
Il lavoro di lobby è decisivo, più del dossier. Per questo quando Malagò ci sussurra quel “vediamo”, significa che adesso vorrà analizzare coi suoi, ma ancor prima con Matteo Renzi, se davvero vale la pena di continuare a coltivare il sogno senza il consenso di Raggi.
Anche perchè dalle parti di Palazzo H e dintorni, c’è la convinzione che la sindaca non arrivi “a mangiare il panettone”.
E con un commissario alla Tronca, la nostra candidatura andrebbe avanti, eccome.
Ma questo è un terreno delicato, dove la politica, ancora una volta, potrebbe avere la parola decisiva.
“Se la sindaca Raggi dirà no alle Olimpiadi nessuno di noi si metterà in testa strani marchingegni per bypassarla, perchè rispettiamo il popolo che ha eletto un sindaco e al sindaco onori e oneri”: parole di Matteo Renzi, dette il 4 settembre.
Malagò parlerà col premier appena tornato dagli Usa: lo lega un’amicizia profonda e una stima totale.
Conviene a Renzi entrare in rotta totale di collisione con i 5Stelle, facendo in modo che il Coni continui la candidatura nonostante il no del Campidoglio?
Oppure conviene a Renzi lasciare che i 5Stelle si indeboliscano sempre di più, anche in prospettiva futura?
Domande che anche nel mondo dello sport si fanno. Los Angeles 1984 fu la prima Olimpiade organizzata da privati: Roma, volendo, potrebbe imitare l’esempio.
Che direbbe il Cio? Niente, il Cio è disperato perchè ai Giochi non si candida più nessuno e se Roma ora si ritira, dopo il passo indietro del 2012, Bach non è certo felice.
Il 7 ottobre è vicino: Malagò e Montezemolo saranno a Losanna, al Cio: c’è da presentare il secondo dossier, quello che richiede le garanzie governative, legali e la copertura finaziaria.
Ci vorrebbe anche la firma della Raggi: ma non è indispensabile, almeno sino al 3 febbraio quando nel terzo dossier bisognerà garantire l’organizzazione con luoghi e date delle gare e la legaly cui il Cio tiene molto.
Lì è la vera dead line. Volendo ci sarebbe tempo per salvare il salvabile.
La candidatura forse non muore oggi: comunque (vedi Spy Calcio del 13 settembre) potrebbe continuare in tribunale, alla Corte dei Conti, con la rischiesta dannni erariali alla Raggi e ai suoi consiglieri. Venti milioni di euro solo per la sindaca.
Ma questa, ovviamente, è l’ultima carta. Se tutto dovesse saltare. Malagò però non è tipo che si arrende facilmente, e il suo amico Montezemolo meno che mai.
(da “Huffingtonpost”)
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