SALVINI E BERLUSCONI HANNO PROVATO A FERMARE L’INVIO DELLE ARMI A KIEV
IL CAV E IL CAPITONE HANNO FATTO DI TUTTO PER RIMETTERE IN DISCUSSIONE LA LINEA DEL GOVERNO ITALIANO DI APPOGGIO A ZELENSKY
Il parlamento ha appena votato a favore del decreto che proroga fino al 31 dicembre la possibilità per il governo di inviare armi a Kiev attraverso atti interministeriali, cioè senza passare dallo scrutinio delle Camere. […] Varie fonti confermano che l’attesa molto più lunga del previsto per il decreto sul sesto pacchetto e la prudenza semantica sulla natura del supporto del governo Meloni a Kiev si devono al fatto che Lega e Forza Italia stanno continuando a tenere le posizioni filorusse che hanno sempre caratterizzato i loro leader Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Non tanto in parlamento, dove restano allineati con la maggioranza, ma nelle interlocuzioni dirette all’interno del governo§In questi giorni Berlusconi – che ancora pochi mesi fa diceva «la guerra è colpa di Zelensky» – e Salvini, leader di un partito ancora formalmente gemellato con la putiniana Russia Unita, hanno fatto pressioni sul ministro della Difesa Guido Crosetto perché il pacchetto di aiuti militari venisse rimesso in discussione. La notizia è arrivata agli americani che non hanno affatto gradito
Il ministro Crosetto ha retto e respinto le pressioni. Fonti di Fratelli d’Italia confermano la differenza di vedute e dicono che c’è stato bisogno di spiegare e convincere leghisti e forzisti della necessità di tenere una linea ferma sull’Ucraina. [Giorgia Meloni è uno dei pochi capi di governo della coalizione a sostegno di Zelensky a che non è ancora andata a Kiev
(da Domani)
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