SALVINI È TERRORIZZATO CHE I REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA SI RIVELINO UN CLAMOROSO FLOP, COME È PROBABILE: IL QUORUM NON C’E’
APPENA IL 28% ANDRA’ A VOTARE PER I REFERENDUM… NON SOLO, TRA I POCHI ITALIANI CHE ANDRANNO ALLE URNE, IL SÌ PREVALE SOLO SU TRE QUESITI: SEPARAZIONE DELLE FUNZIONI, VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI E CANDIDATURE AL CSM. GUARDA CASO, GLI STESSI A CUI È FAVOREVOLE FRATELLI D’ITALIA
Dopo mesi di silenzio, lunedì Matteo Salvini è tornato a parlare del referendum sulla giustizia previsto per il 12 giugno, proclamando addirittura una “mobilitazione generale” per i prossimi fine settimana
La schizofrenia mostrata da Salvini attorno al referendum (prima il grande clamore durante la raccolta firme, poi il silenzio assoluto, ora la mobilitazione generale) è la prova del sentimento che nelle ultime settimane sta animando il leader della Lega: la paura. Che il referendum promosso con convinzione dalla Lega rischi di rivelarsi un flop, a causa del mancato raggiungimento del quorum, è chiaro a tutti.
Secondo un recente sondaggio Ipsos, appena il 28 per cento degli italiani si recherà alle urne. Ma la paura di Salvini è legata a qualcosa di ben più importante: il referendum rischia infatti di assumere le forme dell’ennesima resa dei conti per la leadership del centrodestra.
Il segretario della Lega invita i cittadini a votare a favore di tutti e cinque i quesiti referendari ma, secondo il medesimo sondaggio, tra coloro che dichiarano di andare alle urne prevale il “sì” su tre quesiti (quelli sulla separazione delle funzioni, la valutazione dei magistrati e le candidature al Csm), mentre tende a prevalere il “no” sui due quesiti che riguardano l’abrogazione della legge Severino e i limiti al ricorso alla custodia cautelare.
Si tratta esattamente della posizione assunta da Fratelli d’Italia, che fin da subito si smarcò da Salvini sui due quesiti (“Sicurezza e lotta alla corruzione sono valori non negoziabili”, disse Giorgia Meloni).
Ecco spiegata allora l’inattesa chiamata alle armi di Salvini: va bene andare a sbattere contro il quorum, ma addirittura veder prevalere sui propri quesiti il “no” di Fdi costituirebbe una doppia figuraccia (e una doppia goduria per Meloni, che sembra attendere il cadavere di Salvini sulla riva del fiume del referendum).
L’annuncio improvviso di una mobilitazione generale da parte del leader della Lega mira a evitare la figuraccia di vedersi bocciati i due quesiti su custodia cautelare e legge Severino?
“Questo bisognerebbe chiederlo a Salvini – risponde Delmastro, responsabile Giustizia di Fdi – Certo, dopo che per anni hai spiegato ai tuoi elettori che se ti entra in casa un ladro lo puoi abbattere, è difficile dirgli che se invece arriva un carabiniere, questo deve fermare il ladro e poi liberarlo”.
(da agenzie)
Leave a Reply