SALVINI ORA VIETA LO SBARCO A LAMPEDUSA DELLA NAVE DELLA GUARDIA COSTIERA ITALIANA “DICIOTTI”: IN UN ALTRO PAESE CIVILE LO AVREBBERO GIA’ ARRESTATO
ONORE AI NOSTRI MILITARI E AL COMANDANTE PETTORINO: LORO SALVANO VITE, NON LI FANNO AFFOGARE
“Le vostre affermazioni secondo cui i migranti vi stavano contattando per informarvi che erano in difficoltà sono false. La vostra è stata un’interferenza”.
Sono affermazioni inaudite quelle contenute nella lettera con la quale il governo maltese ha rifiutato l’approdo alla nave Diciotti della Guardia costiera italiana che ha preso a bordo 177 migranti che – ricorda il governo maltese al Viminale – ” sono ora già in territorio italiano”.
La nave ora è in rada davanti al porto di Lampedusa. Ma non può attraccare.
E nessuna trattativa europea sembra avviata dopo la contrastata adesione dell’Italia alla soluzione condivisa per il caso Aquarius.
Il ministro dell’Interno Salvini non vuole far sbarcare in Italia i 177 migranti soccorsi in zona Sar maltese da due motovedette italiane che, inviate dalla sala operativa di Roma, hanno salvato tutti gli occupanti di un barcone con il motore in panne che stava imbarcando acqua.
Un soccorso urgente fatto d’iniziativa dalla nostra Guardia costiera senza informare il Viminale, un soccorso non necessario invece, secondo le valutazioni del governo di Malta che ha così motivato la decisione di rifiutare alla Diciotti l’approdo a La Valletta
“Non c’è nessun presupposto giuridico per chiedere il porto a Malta. E’ più vicina Lampedusa”, la posizione del governo de La Valletta.
E la Diciotti, con a bordo il suo carico quasi tutto di somali ed eritrei, resta ferma al largo dopo aver evacuato d’urgenza 13 persone, bimbi e donne tra cui una incinta che ha abortito in barca dopo le violenze subite in Libia.
Nuovo paradosso di una nave militare italiana a cui è inibito l’ingresso in un porto italiano, situazione identica a quella sbloccata un mese e mezzo fa solo dopo l’intervento sul premier Conte da parte del presidente della Repubblica Mattarella.
Il ministero delle Infrastrutture, da cui dipende la Guardia costiera, non dice nulla ma nel mirino di molti c’è proprio l’operato della Guardia costiera e dei suoi vertici che, naturalmente, come aveva chiarito mesi fa il comandante generale Pettorino, antepongono a qualsiasi indicazione la salvaguardia delle vite umane in mare. Come è avvenuto all’alba di ieri nel Mediterraneo.
(da agenzie)
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