URLA E STRISCIONI AI FUNERALI DEI QUATTRO RAGAZZI DI TORRE DEL GRECO : “NON E’ STATO IL FATO, MA LO STATO”
A MENO DI UN’ORA DALL’INIZIO DEL RITO RELIGIOSO, TENSIONE PALPABILE AI FUNERALI… I FAMILIARI HANNO RIFIUTATO IL FUNERALE DI STATO: “NON VOGLIAMO PASSERELLE DEI POLITICI”
Nel silenzio surreale che ha avvolto Torre Del Greco, all’arrivo in chiesa delle bare di Giovanni, Matteo, Gerardo e Antonio si sentono delle urla: “Devono pagare tutto”, grida qualcuno mentre i familiari accompagnano nella basilica di Santa Croce i feretri dei ragazzi morti nel crollo del ponte Morandi, a Genova.
Uno striscione posto davanti alla chiesa è stato rimosso: recitava “di uno stato strafottente vittime innocenti”.
Nella serata di ieri, 16 agosto, era apparso un altro manifesto, rimosso nella mattinata di oggi e condiviso su molte bacheche social: “Non è stato il fato, ma lo Stato”, si poteva leggere fino a poche ore fa.
Un’accusa che continua a riecheggiare in città .
L’incredulità e la rabbia nella città sono spezzate solo dagli applausi che accolgono le bare e dai rintocchi delle campane. Centinaia di persone sono all’esterno del santuario, nella zona transennata dalla polizia municipale.
Il portone d’ingresso dell’edificio è stato aperto alle 15, per consentire ai familiari di restare da soli prima dei funerali, in programma alle 17,30. Gli esercizi commerciali della città hanno abbassato le saracinesche per partecipare al lutto cittadino proclamato dal sindaco Giovanni Palomba.
La celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, che concelebrerà con il parroco di Santa Croce, Giosuè Lombardo, e con Giuseppe Sorrentino e Raffaele Del Duce, i sacerdoti delle chiese alle quali appartenevano le vittime.
I familiari dei quattro ragazzi hanno rifiutato i funerali di Stato a Genova, “non li vogliamo, sono una farsa”, hanno detto. Hanno voluto che l’ultimo saluto ai loro figli fosse celebrato nella loro città , dove in tanti sono pronti a rendere omaggio a queste vite spezzate prematuramente.
Il padre di uno dei quattro ragazzi: “È un omicidio di Stato. Abbiamo chiesto che i corpi fossero portati a Torre perchè è giusto condividere il dolore con le persone della nostra città ”
“È un omicidio di Stato, una disgraziata annunciata nella quale hanno perso ingiustamente la vita mio figlio e tante altre persone”. Ha la voce rotta dal pianto Roberto Battiloro mentre parla della tragedia del ponte Morandi a Genova, nella quale sono morti, tra gli altri, il figlio Giovanni e altri tre suoi amici di Torre del Greco.
“Anche come delegato delle altre famiglie ho chiesto che i corpi fossero portati a Torre perchè è giusto che gli amici e i parenti delle vittime condividano il proprio dolore con le persone della nostra città “.
(da agenzie)
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