SALVINI PUBBLICA IL NUMERO DI TELEFONO DELLA SCUOLA E ARRIVANO LE MINACCE: SALTA L’INCONTRO CON L’IMAN CHE AVREBBE PARLATO DI PACE
QUALCUNO NON AMA IL CONFRONTO, MEGLIO FIANCHEGGIARE L’ISIS SEMINANDO ODIO
Non ci sarà alcun incontro con l’imam Kamel Layachi con gli studenti della scuola media Antonio Pertile di Agordo, in provincia di Belluno.
A far saltare l’appuntamento ci hanno pensato le minacce arrivate alla segreteria della scuola a seguito del post su Facebook del leader della Lega Nord Matteo Salvini: “Un imam a dare lezione ai bimbi di una scuola media! Accadrà l’8 marzo all’Istituto Pertile di Agordo (Belluno). Ma che testa hanno alcuni “educatori”? Per informazioni il telefono della “scuola della pace” è…”.
Quel numero di telefono pubblicato sulla bacheca di Salvini ha scatenato il finimondo tanto da far intervenire i carabinieri e la Digos: “Dopo quel gesto dell’onorevole — racconta il sindaco Sisto Da Roit — la segreteria dell’istituto ha ricevuto una serie di chiamate di insulti e minacce. Salvini avrebbe fatto bene ad informarsi sul personaggio prima di esprimersi: doveva chiedere com’è nato questo progetto, come mai i docenti l’hanno approvato. Mi ferisce questa presa di posizione tout court senza nemmeno domandare nulla in merito alla proposta che la scuola aveva fatto”.
“Si tratta di una soluzione — continua il preside — presa a malincuore visti i ripetuti interventi di Kamel Layachi attivati con le stesse modalità da più anni a questa parte, a stretto contatto con i coordinatori per l’insegnamento della religione cattolica, in molte scuole primarie e secondarie di varie province del Veneto e finalizzati a promuovere la conoscenza reciproca e ad eliminare il pregiudizio. L’iniziativa, presentata nelle assemblee per l’elezione dei rappresentanti dei consigli di classe e poi deliberata dagli organi collegiali con la presenza dei genitori, aveva seguito il consueto iter di approvazione”.
Ora anche l’incontro del 12 aprile con l’imam promosso dall’amministrazione in casa parrocchiale rischia di saltare: “Non so se lo faremo, non so”, spiega il primo cittadino. “E’ una brutta pagina per il nostro territorio, un popolo saldo nei propri principi non può aver paura del confronto. Sono preoccupato anch’io del fondamentalismo islamico ma ho timore anche per le intolleranze che si manifestano nel nostro Paese. Non capisco perchè una civiltà occidentale che si ritiene la migliore, che si basa sul concetto di libertà , in realtà impedisce un dibattito. Non ho sentito prese di posizioni di nessuno quando Etihad ha salvato Alitalia o quando le nostre imprese vincono appalti nei Paesi islamici”.
Ma anche qui sarebbe bastato identificare e denunciare gli autori delle minacce e da parte della magistratura verificare se vi fossero gli estremi del reato di istigazione a delinquere nell’invito a telefonare a scuola.
E nessuno si sarebbe più permesso di seminare odio.
(da agenzie)
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