SANTORO E IL SUO PARTITO LIQUIDO: BUFALA O PROSPETTIVA?
SECONDO IL QUOTIDIANO “LIBERO” LA SOCIETA’ CHE PRODUCE “SERVIZIO PUBBLICO” AVREBBE GIA’ REGISTRATO IL LOGO…LA SMENTITA DI SANTORO
Michele Santoro prepara il suo ritorno in politica?
Il noto conduttore televisivo avrebbe già registrato il simbolo di un nuovo movimento che potrebbe chiamarsi «Partito liquido».
Si tratterebbe di una nuova iniziativa politica con tratti comuni a quella di Grillo: la Rete.
E per Santoro non sarebbe la prima esperienza politica, infatti il giornalista fu eletto nel 2004 al Parlamento europeo come indipendente per la lista di Uniti nell’Ulivo e ottenne 730.000 preferenze, il più alto numero di preferenze tra i non capolista.
LA REGISTRAZIONE
Al momento si tratta di voci rilanciate domenica dal quotidiano Libero, testata non molto in simpatia con Santoro.
Secondo Libero ci sarebbe anche il logo «che a guardarlo sembra di epoca fascista» e che sarebbe stato già depositato lo scorso 21 febbraio, prima delle politiche, all’ufficio brevetti del ministero dello Sviluppo economico, dalla Zerostudio’s srl di Roma, la società che produce di Servizio Pubblico.
Santoro e la moglie all’atto della fondazione della Zerostudio ne controllavano il 50,26%, poi si sono aggiunti l’imprenditore Sandro Parenzo (che proprio nei giorni scorsi ha mollato la sua quota) e l’Editoriale Il Fatto spa che detiene il 22,61% (che pubblica il quotidiano di Padellaro e Travaglio) e la professoressa Maria Fibbi (2,26%).
Il resto, 24,87%, è in mano all’Associazione servizio pubblico, cioè i sottoscrittori volontari che hanno permesso a Servizio Pubblico di andare in onda in Rete e in un circuito di tv locali sulla piattaforma Sky per tutto il 2011.
LA SMENTITA
Attraverso la redazione di Servizio Pubblico, Santoro conferma la notizia della registrazione del logo: «Il Partito liquido era funzionale a nostri precedenti esperimenti televisivi e potrebbe servire per altri esperimenti dello stesso tipo».
Come dire esperimenti televisivi, non politici.
Una ulteriore conferma arriva direttamente dal responsabile del progetto Partito liquido, Carlo Brancati: «Libero ha scambiato l’esperimento del Partito liquido, che di fatto è una sorta di gioco, con una fantomatica “discesa in campo” di Santoro. O meglio, ha voluto scambiarlo.
Il discorso è semplice: la registrazione del marchio si era resa necessaria proprio per evitare strumentalizzazioni politiche.
Erano nati infatti su Facebook i gruppi col nome “Partito liquido” e abbiamo pensato di tutelarci proprio per non scendere in campo: «Il paradosso è che proprio Libero – conclude Brancati – lo aveva comunicato anche piuttosto bene già nel 2012».
(da “il Corriere della Sera“)
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