“SE RAGGI CONDANNATA, DIMISSIONI O VIA DAL SIMBOLO”: IL PROBIVIRO FRACCARO PARLA DEL REGOLAMENTO M5S
“GRAVE E INCOMPATIBILE CON LA CARICA UNA CONDANNA ANCHE SOLO IN PRIMO GRADO PER QUALSIASI REATO COMMESSO CON DOLO”
Una presa d’atto nel Movimento 5 Stelle c’è, almeno per ora e al netto di cambiamenti e stravolgimenti delle regole interne, o di sondaggi sul blog per invertire la rotta.
Se il sindaco di Roma Virginia Raggi dovesse essere condannata in primo grado per il falso nell’ambito della nomina di Renato Marra sarà costretta a dimettersi, se non lo farà il simbolo M5S sarà ritirato.
Lo prevede il “Codice di comportamento in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie” e lo conferma Riccardo Fraccaro, componente del collegio dei probiviri nonchè punto di contatto tra il Campidoglio e i vertici pentastellati.
“Rispetteremo il regolamento”, dice nei corridoi di Montecitorio: “In caso di condanna anche per falso e con dolo non si può ricoprire la carica, ma aspettiamo con fiducia cosa diranno i giudici”.
Ecco infatti cosa recita il regolamento votato da pochi mesi: “È considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del MoVimento 5 Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo, eccettuate le ipotesi indicate all’ultimo comma”.
Nell’ultimo comma viene precisato che “è sempre rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei Probiviri o del Comitato d’appello (e non comporta alcuna automatica presunzione in tal senso) la valutazione della gravità di fatti che configurano i c.d. reati d’opinione ipotesi di reato concernenti l’espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale”.
In sostanza resta fuori Luigi Di Maio indagato a Genova per diffamazione nei confronti di Marika Cassimatis.
Tornando a Virginia Raggi in attesa della sentenza di primo grado, la sindaca non ha alcun obbligo di dimissioni ma può scegliere la strada dell’autosospensione “a tutela dell’immagine del movimento” dal momento che dovrà andare a processo.
Di fatto il pallino è in mano a Beppe Grillo, al Collegio dei Probiviri e al Comitato d’appello, che possono decidere di sanzionare la sindaca anche a prescindere dal corso delle indagini, qualora il comportamento dell’interessato sia considerato grave.
Ma per riunirsi ed esaminare le carte — spiega ancora Fraccaro — deve arrivare una segnalazione, cioè un esposto da un attivista o un parlamentare M5s.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply