SEA WATCH PUNTA SU LAMPEDUSA: “SITUAZIONE A BORDO INSOSTENIBILE, MINACCE DI SUICIDIO”
ORA VEDIAMO SE SALVINI FA SPARARE ALLA NAVE E CHI SI ASSUME IL RISCHIO DI FINIRE ALL’ERGASTOLO SE CI SCAPPA IL MORTO… E’ ORA DI FINIRLA CON POLITICHE DELINQUENZIALI CHE NON RISPETTANO LE LEGGI INTERNAZONALI E IL CODICE DELLA NAVIGAZIONE
La Sea Watch con a bordo 47 migranti al largo di Lampedusa ha oltrepassato il limite delle acque territoriali italiani infrangendo il divieto di Salvini ed entrare in acque italiane.
La comunicazione era giunta poche ore prima via radio dal comandante alle autorità portuali dal comandante della Sea Watch3. La diffida a superare questo limite gli era stata formalmente notificata ieri dalla Guardia di finanza.
“Il comandante della Sea Watch – aveva dichiarato in tarda mattinata Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch – è stato in costante contatto con la guardia costiera e ha annunciato la volonta di entrare in acque territoriali italiani e dirigersi verso il porto di Lampedusa, ha anche chiesto la revoca del diniego di ingresso impostogli ieri mattina e questo per via delle reagione umanitarie a bordo che, stando alle valutazioni, supererebbero le valutazioni addotte nel diniego”.
A stretto giro è arrivata la risposta del ministro dell’Interno Salvini: “Abbiamo fatto sbarcare malati e bambini, ma resta il divieto assoluto alla Sea Watch3 di entrare nelle nostre acque territoriali.
Poi la nave ha oltrepassato il limite delle acque territoriali italiane.
“Abbiamo deciso di entrare nelle acque territoriali e fatto rotta verso Lampedusa in considerazione dell’aggravamento delle condizioni a bordo, dove alcuni migranti hanno manifestato anche l’intenzione di suicidarsi”, ha spiegato la portavoce di Sea Watch. “Prima di procedere siamo stati in contatto con la Guardia costiera informandoli della condizioni umanitaria e delle nostre intenzioni – prosegue – e abbiamo contestualmente inviato una richiesta di revoca del diniego di entrare nelle acque territoriali. Nessuna intenzione di violare le regole che abbiamo rispettato, ma le condizioni sono mutate e la nostra scelta è diventata obbligata: a giudizio anche del comandante la situazione venutasi a creare supera le motivazioni del diniego”.
Ieri dalla nave dell’Ong tedesca erano state sbarcate 18 persone, i bimbi con le loro famiglie e una donna ustionata, sbarco autorizzato dalll’Italia. “Diciotto persone sono a terra, siamo felici per loro”, ha twittato l’Ong, “a bordo restano 47 persone senza un porto sicuro. Persone, tra cui una donna incinta e un uomo disabile, i cui diritti sono negati”.
Intanto a bordo della nave la tensione aumenta. Alcuni migranti avrebbero minacciato di suicidarsi se non verrà consentito loro di sbarcare in un porto sicuro.
Ne parla uno dei membri del team medico a bordo dell’imbarcazione della Ong tedesca da più di 36 ore bloccata al largo di Lampedusa: “Siamo molto preoccupati perchè alcune delle persone a bordo della nave parlano di suicidio”, scrive la Ong su Twitter postando il video di Karol, uno dei medici sulla nave.
Lo sbarco di 18 dei 65 migranti salvati, dice la donna, ha prodotto nei 47 rimasti a bordo “una condizione psicologica negativa: si sentono privi di valore, come se a nessuno importasse di loro. Una situazione che, assieme al mal di mare e all’assenza di speranza e prospettive sta rendendo le persone davvero vulnerabili”.
“Alcuni di loro dicono di voler autoinfliggere delle ferite o addirittura suicidarsi – spiega il sanitario – pur di far finire questa situazione. Dal punto di vista medico la situazione non è affatto buona, stiamo mantenendo un equilibrio molto fragile e precario in questo momento”
(da agenzie)
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