SEI IN ROSSO IN BANCA? TI COSTERA’ IL 440% IN PIU’ DI PRIMA
UNA LEGGE AVEVA ABOLITO LA COMMISSIONE MASSIMO SCOPERTO…. LE BANCHE HANNO ALLORA CREATO LA “COMMISSIONE DI AFFIDAMENTO”, CHE ENTRERA’ IN VIGORE IL 28 GIUGNO… COSTERA’ PURE DI PIU’: CHI SFORA UN PRESTITO DA 5.000 EURO PRIMA PAGAVA 47,5 EURO, ORA NE PAGHERA’ ALMENO 181… MA LO STATO COSA ASPETTA A INTERVENIRE?
Fatta la legge, trovato l’inganno, diceva un vecchio adagio. Abolita per legge l’odiosa “commissione massimo scoperto”, se ne crea una nuova.
La commissione massimo scoperto era il meccanismo con il quale le banche italiane, per anni, hanno applicato interessi quasi da usura sui conti correnti in rosso.
Bastava sforare anche di un solo giorno, che scattava implacabile la stangata sul conto del cliente e gli interessi schizzavano alle stelle.
Per anni le banche hanno ingrassato i loro bilanci con questa commissione e a nulla sono serviti i codici di autoregolamentazione.
Finalmente, sull’onda delle proteste, all’inizio di quest’anno una legge l’ha spazzata via.
Non ci crederete, ma passano pochi mesi ed ecco la novità .
Con un escamotage rientra dalla finestra quello che si era fatto uscire dalla porta: ora si chiamerà “commissione di affidamento”, la sostanza non cambierà ed entrerà in vigore dal 28 giugno.
A pagare come sempre saranno i milioni di correntisti, famiglie e imprese, con aumenti “su base trimestrale a partire dal 280% sino a toccare il 440%”.
I dati sono frutto di una accurata analisi della Cgia di Mestre che quanto a numeri, non sbaglia mai. Come funziona la nuova tagliola?
La Cgia ci fa un esempio: se adesso uno sforamento anche minimo di un fido di 5.000 euro per appena 15 giorni, faceva scattare la commissione massimo scoperto per un importo fisso di 47,5 euro, ecco che con le nuove disposizioni si toccherà la soglia di 181 euro.
Calcolata dalla somma di un corrispettivo trimestrale pari a 25 e dall’applicazione di un tasso di interesse di mora più il costo giornaliero dello sconfinamento pari a 156 euro.
L’associazione bancaria Abi sostiene che quanto sopra è pienamente legittimo e prevista dal decreto anticrisi, in perfetta linea con altri Paesi europei.
Nel frattempo le banche hanno ridotto il credito alle piccole imprese e ai privati: rispetto all’ 8,2% del maggio 2008, ora i prestiti concessi sono fermi al 2,3%.
Le banche lamentano un aumento delle sofferenze del 3,4% su base annua.
Resta comunque evidente il fallimento della politica statale nei confronti degli Istituti di credito.
Gli sono stati dati garanzie per finanziare il credito e non lo fanno, è stata emanata una legge per eliminare una commissione odiosa e se ne sono fatta subito un’altra che costerà tre volte tanto al correntista.
Il consumatore si chiede: ma dovremo farci prendere per il culo ancora per molto o non è il caso di intervenire pesantemente (anche con minaccia di nazionalizzazioni) nei confronti del mondo bancario, come ha fatto Sarkozy in Francia?
Poi ci ricordiamo come le nostre banche abbiano maniglie e sponde, sia a sinistra che a destra … e ci passa ogni fantasia.
Se fanno quello che vogliono è perchè la politica glielo permette…
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