SETTIMO TORINESE INAUGURA VIA BRAILLE: MA E’ UN “VICOLO CIECO”
L’IRONIA DELL’ASSOCIAZIONE IPOVEDENTI
La via si interrompe in aperta campagna e, se non fosse appena stata intitolata a Braille, verrebbe da chiamarla davvero un vicolo cieco.
L’Apri, l’associazione Pro retinopatici e ipovedenti, che da tempo chiedono ai comuni di dedicare un angolo di toponomastica a Luis Braille, inventore dell’alfabeto per non vedenti, per fortuna, sono sportivi e ci ridono su, ma la situazione che si è venuta a creare a Settimo è al limite del cattivo gusto.
“Almeno hanno intitolato la via, come avevamo chiesto, è il primo comune che lo fa fuori Torino. In molti altri stiamo ancora aspettando risposte oppure, come a Venaria, ci siamo trovati di fronte a muri di carte bollate e errori”, spiega Marco Bongi, presidente di Apri, senza scomporsi troppo. “Immagino non sia stato uno scherzo voluto dell’amministrazione”.
E infatti anche il sindaco Fabrizio Puppo fatica a restare serio quando gli si fa notare la gaffe. L’impegno ad intitolare una via all’inventore francese risale al 2008 proprio su invito dell’Apri. La promessa, cosa non di poco conto, è stata mantenuta, e la via è stata scelta ma in una zona che per ora è urbanizzata solo a metà . “Quella che oggi è via Braille era una strada dove sorgevano già delle case ma non aveva ancora un nome – spiega il primo cittadino – ora è vero che finisce nei campi e si interrompe ma non sarà sempre così perchè quella è una zona che verrà urbanizzata”.
Insomma via Braille è destinata ad andare più lontano e il problema vero è che la toponomastica, questa volta, ha viaggiato più in fretta del piano regolatore del Comune.
Carlotta Rocci
(da “La Repubblica”)
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