GENOVA, PARCHEGGIO INTERRATO DA 350 POSTI SULLA SPONDA DEL BISAGNO
“RISCHIO ESONDAZIONE”…MA PER IL COMUNE E’ TUTTO IN REGOLA
Un parcheggio da 350 posti auto — quasi ultimato — costruito sulla sponda destra del torrente Bisagno, a 10 metri dall’argine, come impone la legge e in ottemperanza ai Piani di bacino. Costo, 5 milioni di euro interamente finanziati con i fondi europei destinati ai Piani Organici Regionali (POR), amministrati dall’allora provincia di Genova.
La struttura di cemento armato, nel quartiere di Molassana (un paio di chilometri a monte dello stadio Ferraris), per due piani resterà interrata, nonostante il Puc proibisca di costruite parcheggi sotterranei.
Per aggirare il divieto il parcheggio è stato autorizzato come costruzione in struttura, utilizzando gli spazi di un precedente deposito della Protezione Civile, protetto da un argine alto appena un metro.
L’argine del torrente è stato innalzato a 10 metri, creando una potenziale muraglia di cemento che potrebbe trasformasi in una sorta di trampolino delle acque nel caso fosse investita da un’onda di piena.
L’iter di approvazione e di concessione dei permessi di costruzione del Ponte Fleming è perfettamente legittimo.
Resta il fatto che la nuova struttura inciderà sul corso di un torrente, il Bisagno, che ha provocato alluvioni a ripetizione con vittime e gravi danni alle cose.
I lavori finalmente finanziati e avviati per il rifacimento della copertura del Bisagno — fra la stazione Brignole e la Foce — e per la costruzione dello scolmatore non termineranno prima di 4-5 anni per il primo intervento e una decina per il canalone sotterraneo che svuoterà la portata del torrente.
Del caso si è occupata la trasmissione Report di Rai 3 e l’intervista al sindaco Marco Doria ha svelato che il primo cittadino non era perfettamente al corrente della situazione del cantiere. Tranquillizzante la spiegazione data al IlFattoQuotidiano.it dal vicesindaco Stefano Bernini: “L’opera era stata autorizzata dall’allora Provincia, oggi città metropolitana, nell’ambito dell’ultimo Por che scadrà a fine anno. Il parcheggio fa parte di un intervento di messa in sicurezza degli argini del Bisagno che sono in corso di rafforzamento a valle e a monte del ponte Fleming. Altri interventi sono necessari e si stanno effettuando sui rivi come il Geirato ma non soltanto. Questi rivi in presenza di forti piogge esondano prima di sfociare nel Bisagno e quindi occorre abbassare gli alvei”.
Alfonso Bellini è un geologo di lungo corso, consulente del tribunale nella vicenda giudiziaria legata all’alluvione del 2011 (sei morti provocati dal Fereggiano).
Non si è occupato personalmente del parcheggio al ponte Fleming ma esprime dubbi: “Certamente l’opera ha ricevuto tutte le autorizzazioni ed è quindi in regola — spiega a IlFattoQuotidiano.it — sarebbe clamoroso se non lo fosse. Neppure il più bieco speculatore si azzarderebbe a costruire in spregio alla normativa vigente. Resta il fatto che il quel preciso punto il Bisagno riceve le acque dei rio Geirato, un affluente piuttosto imprevedibile. Nel 2014 la centralina registrò in quel punto la caduta di 134 mm di pioggia e l’onda anomala che ne derivò andò a sfogarsi a valle, a Borgo Incrociati, dove il Bisagno fuoriuscì dagli argini”.
Andrea Agostini, presidente del Circolo Nuova Ecologia di Legambiente, ha organizzato un flash mob a Ponte Fleming, per richiamare l’attenzione delle autorità e degli abitanti di Molassana sull’opera che, accusa, comporta rischi reali in termini di sicurezza dei residenti e di salvaguardia del territorio.
“Questo parcheggio sarà a servizio dell’altra cementificazione prevista — spiega sul Secolo XIX — quella (autorizzatissima ovviamente) che prevede una colata di cemento che poggerà sulla falda acquifera di due rivi, il Geirato e il Ca’ de Rissi (record di esondazioni) con residenze, parcheggi e supermarket. Su terreni da decenni inquinati dal colorificio (Boero, l’area deve essere bonifcata, ndr). Tutto all’ombra (legalissima) del cemento, come piace al nostro sindaco e al nostro presidente di regione. Alla prossima alluvione sapremo dove andare a spalare, e non si dovranno meravigliare se come la volta scorsa li manderemo a c… quando verranno a fare i loro giri di propaganda”.
L’intervento di Agostini non è piaciuto ad Agostino Gianelli, presidente del IV Municipio, che ha accusato Agostini di aver propalato notizie inesatte. E gli ha ricordato che tutte le opere pubbliche realizzate a Molassana “nascono all’incirca dieci anni fa da finanziamenti europei… Tutto questo alla luce del sole e dopo ampia discussione con la popolazione il progetto è stato lungamente (e lo è tuttora) esposto sul Ponte Fleming….”.
Controreplica di Agostini: “Alla fine tutto si riduce a una questione: può la politica giustificarsi per la costruzione di un parcheggio in area esondabile e nel letto del Bisagno nascondendosi dietro giustificazioni legali quali i 10 metri dall’argine (a Borgo Incrociati si potrebbe costruire un grattacielo, a Staglieno raddoppiare il cimitero) o la costruzione in struttura (i parcheggi sotterranei sono illegali per il Puc ) partendo dal basso dove c’era uno spazio vuoto con un argine di un metro d’altezza, poi alzato di dieci metri per garantire protezione al parcheggio a cui si accederà dal ponte Fleming? Questo è il vero nodo”.
Renzo Parodi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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