SI APRE O SI CHIUDE IN BASE A TRE TABELLE
ECCO LA BOZZA DEL MINISTERO DELLA SALUTE: QUALI REGIONI O ZONE POTRANNO VEDERE PIU’ RIAPERTURE E QUALI DOVRANNO TORNARE AL LOCKDOWN
Tre “criteri d’allerta”. Sulla base di queste tabelle e di questi algoritmi il governo deciderà se chiudere le aree a rischio, che sia un’intera regione o solo una zona.
Con una circolare, illustrata oggi ai governatori e agli assessori alla Sanità , di cui l’Huffpost possiede la bozza e su cui sono in corso ultime valutazioni, il ministero della Salute detta regole rigide per un eventuale ritorno alla Fase 1.
Se i posti letti di Terapia intensiva per pazienti Covid-19 saranno occupati per più del 40% scatta un campanello d’allarme.
Se il tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per Covid-19 è superiore al 40% scatta un altro campanello d’allarme.
Ma soprattutto se Rt è maggiore di 1 anche qui si entrerà in uno stato d’allerta, ovvero quando un paziente infetto può infettare un’altra persona.
I criteri fanno riferimento a “Indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio”, “indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti”, “indicatori di risultato risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari”.
Si valuterà se il trend dei tamponi è stabile o in aumento. Se è stabile si è ancora nella soglia, se è in aumento si tratta di stato di allerta.
Particolare attenzione nella bozza viene dedicata ai nuovi focolai che si possono sviluppare nell’arco di sette giorni in particolare in Rsa/case di riposo/ospedali o altri luoghi che ospitano popolazioni vulnerabili.
E in generale “la presenza di focolai — si legge — richiede una valutazione del rischio ad hoc che definisca qualora nella regione vi sia una trasmissione sostenuta e diffusa tale da richiedere il ritorno alla Fase 1”.
Viene specificato che nei primi 15-20 giorni dopo la riapertura è atteso un aumento del numero dei casi. In questa fase lo stato d’allerta sarà valutato sulla base della presenza di focolai.
Ogni Regione dovrà registrare, su scala mensile, un trend un miglioramento del 60% dei numeri facenti capo a contagiati, ricoverati, pazienti in terapia intensiva, contagiati in auto-isolamento.
Il mantenimento di un trend stabile o in miglioramento dell’insieme di tali standard epidemiologici porterà successivamente al passaggio ad una fase 2b di ulteriore allentamento delle misure anti-pandemia.
L’allentamento delle misure a partire dal 4 maggio verrà comunque rivalutato ogni 14 giorni.
Per alcuni governatori, che in questi giorni spingono per la riapertura di quante più filiere produttive possibili, sono criteri troppo stringenti.
La fase 2 post emergenza Coronavirus inizierà il tra meno di una settimana ma i criteri per richiudere sono stati messi già nero su bianco.
“L’andamento dell’indice di contagio dipenderà dai nostri comportamenti. Questi saranno la chiave decisiva per le prossime settimane”, dice Speranza illustrando slide e tabelle.
(da “Huffingtonpost”)
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