SI METTE SEMPRE PEGGIO PER GAETANO GALVAGNO, PRESIDENTE DELL’ARS GIÀ ACCUSATO DI CORRUZIONE E PECULATO: ALL’ESPONENTE DI FRATELLI D’ITALIA VENGONO CONTESTATI ANCHE I REATI DI TRUFFA E FALSO IDEOLOGICO
PER I PM “HA ATTESTATO FALSAMENTE GIORNI E ORARI DI INIZIO E FINE DELLE MISSIONI CHE NON CORRISPONDONO A QUELLE REALI E L’EFFETTUAZIONE DI SPESE NON SOSTENUTE, INDUCENDO L’AMMINISTRAZIONE A EROGARE IN FAVORE DEL SUO AUTISTA INDEBITI RIMBORSI E SOMME”
Alle accuse di corruzione e peculato si aggiungono anche quelle di truffa e falso
ideologico per il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno. Nel nuovo avviso
conclusione indagini, che sostituisce quello di fine luglio notificato all’esponente di Fratelli d’Italia, aumentano gli episodi di peculato e gli vengono contestati 24 episodi di truffa per aver controfirmato fogli missione e rimborsi spese falsi o gonfiati del suo autista Roberto Marino, indagato per truffa e peculato.
Non c’è, invece, traccia dell’ipotesi di corruzione nella vicenda del Capodanno di Catania, contestata nella prima notifica. Il che fa pensare che per questo episodio la procura stia valutando di chiedere l’archiviazione.
Nel nuovo avviso, notificato giovedì scorso, si allargano i casi che riguardano l’uso improprio dell’Audi A6, utilizzata come un taxi senza alcun titolo da amici e familiari. Ma è soprattutto l’operato di Roberto Marino ad aggravare la posizione di Galvagno. L’autista, per quasi dieci mesi dal febbraio al dicembre dello scorso anno, ha utilizzato la berlina di rappresentanza come se fosse un’auto privata.
Circa 150 viaggi soprattutto da e verso la propria abitazione di Altofonte. Ma non solo: ci sono tragitti verso negozi e centri commerciali, ci sono familiari trasportati a Palermo e in altre località.
Spostamenti che venivano rendicontati da Marino su fogli missione e moduli di rimborso spese controfirmati poi da Galvagno. L’accusa al presidente dell’Ars e all’autista è «di avere attestato falsamente giorni e orari di inizio e fine delle missioni che non corrispondono a quelle reali, e l’effettuazione di spese non sostenute, inducendo l’amministrazione a erogare in favore di Marino indebiti rimborsi e somme».
Si tratta di 50 presunti episodi di falso in atto pubblico a cui devono rispondere i due in concorso. Fra questi ci sono poi ventiquattro casi su cui i pm ravvisano anche il reato di truffa. I finanzieri hanno fatto le pulci sia sulla durata delle missioni, sia sulle «spese dichiarate ma mai sostenute» per un totale di 12.849 euro a titolo di rimborso spese e 6.500 euro per la diaria nei dieci mesi presi in esame.
Contestazioni nuove che si aggiungono alle precedenti: vengono confermate nel nuovo avviso gli utilizzi dell’auto blu per «l’acquisto di un mazzo di fiori» o il «prelievo in albergo della sorella». Oppure per il «trasporto di generi alimentari» o «per la visione di un immobile da prendere in visione».
Ci sono poi i viaggi per la spesa, per andare in farmacia, per le visite mediche o per andare a ritirare kebab e patatine mentre Galvagno era a casa di amici.
L’Audi A6 sarebbe stata utilizzata dalla sorella ma anche da amici e altri politici.
(da La Repubblica)
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