SI PREPARA A SCENDERE IN CAMPO GINA MILLER, LA MACRON INGLESE
ATTIVISTA PRO-EUROPA, L’AVVOCATESSA 52ENNE VINSE LA CAUSA CHE IMPOSE IL PASSAGGIO IN PARLAMENTO.. ORA LANCIA IL SUO MOVIMENTO “BEST FOR BRITAIN”
È forte la tentazione di ribattezzarla “la Macron inglese”. Anche se il suo caso si presta pure a un altro soprannome: “l’Obama britannica”.
Di certo c’è che Gina Miller, 52nne donna d’affari, nera, immigrata, l’attivista dei diritti civili che l’autunno scorso ha vinto la causa alla Corte Suprema di Londra per esigere che il Parlamento di Westminster avesse voce in capitolo e voti sulla Brexit, è di nuovo in campo.
Per adesso con un movimento, “Best for Britain” (Il meglio per la Gran Bretagna), che mira a fare eleggere il maggior numero possibile di candidati anti-Brexit alle elezioni anticipate indette da Theresa May per il prossimo 8 giugno.
Poi, dopo le elezioni, probabilmente con un nuovo partito sullo stile del francese “En Marche”, con lei nei panni di aspirante premier. “Ora no, ma non dico mai”, afferma annunciando i suoi piani davanti a caffè e croissant in un ristorante a due passi dal parlamento
Perchè ha deciso di tornare in campo, signora Miller?
“Perchè queste elezioni sono come l’ultimo duello nel saloon. Forse è troppo tardi per impedire che le vincano i conservatori, ma sarebbe già importante evitare che la premier May ottenga una maggioranza così ampia da poter fare la Brexit che vuole”.
Quale è il vostro obiettivo minimo?
“May ha ereditato da Cameron una maggioranza di appena 15 seggi. Alcuni sondaggi predicono che l’8 giugno potrebbe ampliarla a 100 seggi. Noi speriamo che non vada oltre 20-30 seggi”.
Ma al governo è bastata la maggioranza attuale per vincere il voto sulla Brexit.
“Le cose possono cambiare. Primo, la premier ha convocato le elezioni anche perchè 13 deputati Tories sono sotto inchiesta per finanziamenti illeciti nella scorsa campagna elettorale: dunque rischiava di non avere più alcuna maggioranza. Secondo, molti deputati, anche tra i conservatori, stanno cambiando idea sulla Brexit, perchè si rendono conto di quanto è complicato attuarla e dei danni enormi che ne risulterebbero”.
Come pensate di influire sul voto?
“Con finanziamenti alla luce del sole, volontariato e campagna porta-a-porta a sostegno dei candidati di tutti i partiti disposti a resistere alla Brexit. Possiamo fare la differenza. Almeno dobbiamo provarci”.
E dopo il voto?
“Dipende da cosa accadrà . Vedremo se il Labour di Jeremy Corbyn farà un miracolo. Viceversa, vedremo che cosa farà il Labour in caso di sconfitta, se sceglierà un leader e un corso più riformisti e vincenti. In ogni caso nell’aria si sente voglia di una nuova politica e di nuovi politici”.
Come Macron in Francia?
“È sicuramente un modello che potrebbe essere replicato”.
Vuol dire che il suo Best for Britain diventerà un partito?
“Se ci saranno le condizioni giuste, l’intenzione è questa. Creare una forza progressista capace di conquistare la maggioranza. Per capovolgere la Brexit. E fermare il progetto di un Regno Unito trasformato in paradiso fiscale. Se non ora, da qui alle elezioni successive del 2020”.
Dopo due premier conservatrici, si candida a dare alla Gran Bretagna la prima donna premier progressista? Una Macron inglese? Una Obama britannica?
“La mia risposta è: ora no, ma non dico che non lo farò mai. Sono in tanti a chiedermelo”.
Avrebbe potuto sfidare Theresa May già a queste elezioni…
“Un sondaggista mi ha portato un’indagine nel collegio elettorale della premier: sembra che la batterei 60 a 40 per cento”.
La sigla Best for Britain è molto efficace per un nuovo partito. Chi l’ha creata?
“Io”.
(da “La Repubblica”)
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