SILVIO FA SALTARE IL VERTICE CON SALVINI E MELONI AD ARCORE
BERLUSCONI NON VUOLE INFILARSI NELLA TRAPPOLA REFERENDUM: “SE PREVALE IL NO I VINCITORI SARANNO GRILLO E D’ALEMA, SE PREVALE IL SI’ VINCERA’ RENZI”… E INTANTO PAGA 90 MILIONI DI DEBITI DI FORZA ITALIA
Più volte, in queste settimane di assenza di Berlusconi, hanno chiesto a Confalonieri lumi su cosa accadrà . E quale sarà l’impegno del Cavaliere in politica, diventata la sua vera passione degli ultimi vent’anni.
Più volte, la risposta, col tono dell’amico, è stata l’auspicio di un ritiro definitivo dalla politica. Con l’aggiunta: per il suo bene.
E c’è da immaginare che l’auspicio, condiviso con i vertici aziendali e qualche amico, sia un consiglio ripetuto più volte in privato.
Perchè, spiega un fonte alta di Mediaset, “comunque vada questa non è la partita di Berlusconi”. Nel senso che “se vince il no è la vittoria di Grillo o di D’Alema e se vince il sì è di Renzi”.
E un buon rapporto col governo che c’è e che verrà non necessita, anzi verrebbe complicato, dalla presenza in campo del Cavaliere e della sua ormai inservibile classe dirigente se è vero, prosegue la fonte, che “i rapporti col governo attuale sono eccellenti, basta sentire Confalonieri tessere le lodi di Giacomelli”.
E se è vero che è sempre sbagliato pensare che il Cavaliere sia bollito, che altri possano decidere per lui quasi fosse interdetto, e che non fa nulla che in fondo non condivide, magari facendo finta che lo stia subendo in nome del “sai che non posso dire di no”, “lo devo a Marina”, se è vero tutto questo si può sintetizzare il suo atteggiamento verso il referendum in modo molto pragmatico, al netto degli spifferi del suo staff che parlano di lui come alla vigilia del ’94: Berlusconi vive questa storia come una trappola in cui non si vuole infilare.
Un battaglia lose lose, sia in caso di vittoria netta del sì sia in caso di vittoria netta del no, con l’aggravante che la battaglia in sè è un rischio per chi ha avuto uno scompenso cardiaco all’atterraggio a New York.
È per questo che la Meloni e Salvini, pronti a partire per Milano per un vertice, si sono sentiti dire che “il presidente è appena rientrato e vuole riposare e preferisce non vedere nessuno”.
Quelli attorno fanno di tutto per normalizzare la comunicazione, lasciando intendere che come sempre il Cavaliere farà una cosa imponente gli ultimi quindici giorni, anche se poi a domanda successiva ti accorgi che al massimo potrà registrare qualche video o una puntata addomesticata da Vespa: non scontri, niente piazze o teatri, bagni di folla o più iniziative in un giorno. Quelli attorno raccontano questo.
Ma gli auspici di Confalonieri trovano ovunque rumorose conferme di una grande dismissione della politica e di un ritiro che sembra già in atto secondo la battuta che circola nell’azienda: “Berlusconi si sta astenendo sul referendum, perchè mettere la faccia dieci giorni prima, ammesso che la metta, è come non metterla”
Una volta le battaglie erano totali.
Col Cavaliere, anche lui interpellò i consulenti americani di Bush come Renzi sta facendo con Jim Messina, che mobilitava andando tutti i giorni in tv.
E facendo propaganda in terra, in cielo — una volta mandò gli elicotteri su Gallipoli con la scritta “cacciamo D’Alema dal parlamento” — e da mare, con la famosa Nave azzurra del 2000.
Oggi la dismissione viaggia su un utilitaria, anzi l’utilitaria per eccellenza, la Fiat 500. Proprio così.
Il 22 da Milano partiranno una quindicina di Fiat500 guidate da volontari, con il simbolo di Forza Italia e la scritta No che andranno in giro fermandosi dove c’è qualche manifestazione del partito per il No.
E se le utilitarie indicano la volontà di non investire, i conti correnti di Forza Italia contengono un’altra traccia, perchè proprio nelle settimane successive all’intervento al cuore a sono stati sanati i novanta milioni di debiti.
Non è ancora un ritiro definitivo, ma quando ci sarà , i conti saranno in ordine.
Perchè i debiti non si lasciano a chi viene dopo, anche se non viene nessuno.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply