ORA GRILLO, SALVINI E MELONI CASCONO DAL PERO: MA DALL’8 LUGLIO TUTTI SAPEVANO DELL’INVIO DEI 150 MILITARI ITALIANI ALLE ESERCITAZIONI NATO
ECCO L’ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA CHE PARLAVA DELLE DECISIONI PRESE AL VERTICE DI VARSAVIA… SERVI DEGLI USA DA UNA VITA, ORA MAGGIORDOMI DI PUTIN
Costretta come Giano Bifronte a non distogliere lo sguardo dai pericoli del passato, mentre già incombono le sfide del futuro, la Nato prova a ritrovare un dinamismo al passo con i tempi e in grado conciliare le molte anime e percezioni che convivono, non sempre in armonia, al suo interno.
In un luogo carico di significati e contrappassi, in quella Varsavia una volta icona del nemico e oggi frontiera delle inquietudini per gli alleati orientali, i capi di Stato e di governo dell’Alleanza atlantica hanno aperto il vertice, che Barack Obama, al suo ultimo viaggio europeo da presidente degli Stati Uniti, ha definito «il momento più importante dalla fine della Guerra Fredda».
La decisione più attesa del summit è il via definito allo stazionamento a rotazione di quattro «battle groups», da 4 a 5 mila uomini in totale, in Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, garanzia tangibile della volontà della Nato di «proteggere e difendere» gli alleati del fianco Est, di fronte al riemergere delle ambizioni espansioniste di Mosca. Arrivando nella capitale polacca, Obama ha annunciato che gli Stati Uniti vi contribuiranno con mille soldati. Circa 650 saranno i militari del Regno Unito. Anche Canada e Germania si sono impegnate a inviare unità .
Nel suo intervento in plenaria, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato che l’Italia metterà a disposizione fino a 150 uomini per le quattro brigate del fronte orientale, a conferma della volontà del nostro Paese di non far mai mancare il suo contributo alle scelte più importanti dell’Alleanza: «L’Italia è uno dei Paesi che dà di più alla Nato», ha detto il premier, evocando la presenza italiana in quasi tutte missioni fuori area.
Renzi ha anche ricordato che per la prima volta dopo 8 anni di tagli, il bilancio della Difesa italiana si è stabilizzato e che per il 2016 l’Italia ha aumentato del 20% gli investimenti nel settore.
Polacchi e baltici avrebbero voluto uno schieramento permanente. Ma come ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, «la Guerra Fredda è storia e deve rimanere tale», sottolineando che «la Russia non può e non deve essere isolata, perchè ha un ruolo importante dentro e fuori l’Europa».
«La Russia non è un avversario ma può essere un partner», ha detto il presidente francese Francois Hollande, appena giunto a Varsavia.
Il messaggio di determinazione e fermezza inviato al Cremlino si sposa quindi con la disponibilità a un dialogo «significativo e costruttivo con Mosca».
Ma il vertice di Varsavia certifica un’ambizione molto più vasta e globale dell’Alleanza atlantica. Ieri mattina sono state gettate le basi di una più stretta cooperazione strategica tra la Nato e l’Unione europea, che Obama ha definito «uno dei più grandi successi politici ed economici dei tempi moderni, pietra angolare dei rapporti degli Stati Uniti col mondo».
In una dichiarazione congiunta di Stoltenberg, del Presidente della Commissione Jean Claude Juncker e del Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, Nato e Ue si impegnano a condividere l’intelligence, ampliare la cooperazione navale e di terra operativa per il controllo dell’immigrazione, sviluppare capacità difensive complementari tra i membri dell’Alleanza e quelli dell’Unione, non ultimo espandere la coordinazione sulla cyber security, promossa a pieno titolo a «settore operativo» al pari delle operazioni di terra, mare e aria
Con lo sguardo anche rivolto ai pericoli che emergono dal fronte Sud, una istanza da sempre sostenuta dall’Italia, il vertice polacco è ora pronto ad approvare l’uso degli Awacs della Nato per la sorveglianza aerea nella lotta al terrorismo jihadista, l’addestramento delle forze iraniane, l’aumento della presenza nel Mediterraneo per rafforzare il controllo del flussi migratori, l’eventuale incremento della presenza militare in Afghanistan.
Paolo Valentino
(da “il Corriere della Sera”)
8 luglio 2016
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