SOLDI DELLA REGIONE LIGURIA PER SLIP E VINI FRANCESI: E C’E’ CHI PROVO’ A FARSI PAGARE GLI ASSORBENTI
L’INCHIESTA SUL GRUPPO IDV DOPO L’ARRESTO DEL VICEPRESIDENTE SCIALFA: LE INTERCETTAZIONI
Nell’aprile del 2011 il gruppo in Regione dell’Italia dei Valori era unito e felice, e infatti tre consiglieri regalarono una penna Montblanc da 310 euro alla collega Marylin Fusco che festeggiava il compleanno.
Un presente gradito, pagato però dai contribuenti.
Anche la penna griffata è finita nel calderone delle spese pazze contestate ai consiglieri della Regione Liguria nell’inchiesta che ieri ha fatto registrare il primo arresto: Nicolò Scialfa, oggi consigliere indipendente, ma ex vicepresidente della giunta ed ex capogruppo Idv.
A Scialfa, docente di filosofia alle superiori, il procuratore aggiunto Nicola Piacente contesta i reati di peculato e falso e il gip Roberta Bossi ha concesso i domiciliari ma con considerazioni pesantissime: “Utilizzo disinvolto ed abnorme di pecunia publica, negativa personalità … totale indifferenza e spregio per gli interessi economici della collettività “.
Le indagini dei finanzieri della tributaria coordinati dal colonnello Carlo Vita hanno scoperto che dai fondi del gruppo tra il 2010 e il 2011 sono usciti 70 mila euro non rendicontati nè giustificati. Scialfa e il tesoriere commercialista Giorgio Delucchi sono anche accusati di aver falsificato atti e documenti per coprire i buchi, e poi c’è il capitolo delle migliaia di euro in spese ritenute illegittime perchè prive del requisito della rappresentanza.
Con Scialfa sono indagati Maruska Piredda, attuale capogruppo dell’Idv, e gli ex dipietristi Marylin Fusco e Stefano Quaini.
Oltrechè sull’esame delle carte e sull’analisi di migliaia di scontrini e fatture, l’indagine si fonda sulle dichiarazioni di Giovanni Dettoni, precedente tesoriere sostituito con il più malleabile Delucchi.
Ma alcune delle imputazioni sono anche frutto delle dichiarazioni di Fusco, Piredda e Quaini, che di fronte al pm e nelle loro chiacchierate intercettate hanno accusato Scialfa di essere il responsabile della situazione.
Il gip Margherita Bossi la chiama “stanza”: è la voce delle spese di rappresentanza utilizzata dai consiglieri dell’Idv come un deposito in cui far confluire “ogni tipologia di spesa personale”.
Anche slip, gratta e vinci, vini della Borgogna, penne Montblanc o cibo per gatti, collant di cachemire, fiori, biglietti da visita per 650 euro, libri di Leopardi e Grisham. Maruska Piredda, la pasionaria Alitalia catapultata dalla Lombardia in Liguria per espresso volere dell’allora leader Idv Antonio Di Pietro, ha cercato di far entrare nella “stanza” anche gli assorbenti.
Il 27 settembre del 2012 Giorgio Delucchi, il commercialista tesoriere anche lui indagato, parla con la sua compagna e collaboratrice Alessandra Menconi: “Ho notato che hai lasciato degli slip della Maruska nella rendicontazione… ma dovevi toglierli”. E la donna risponde: “Si vede che è stata una svista… ho tolto anche i… Lines, ho tolto ogni cosa”. E il contabile la tranquillizza: “Non succede niente, quella roba lì l’abbiamo messa a parte non ti preoccupare “.
Si preoccupa invece per il buon nome dell’istituzione il presidente della Regione Claudio Burlando, che quando scoppia lo scandalo, nel dicembre 2012, parla con Scialfa e gli impartisce una lezione di deontologia: “Troppi casi per giustificarli come uno sbaglio di un impiegato, è il segnale di un andazzo… capisci che è una roba incredibile… questa qui Nicolò è gente che ha vissuto a danni del contribuente… un elenco di 300 cose ragazzi, non una due, belin…. viene l’ambasciatore e quello è un regalo istituzionale, ma se il destinatario, come dire, persone di varia umanità che cazzo c’entra la rappresentanza. Io, per essere chiari, regalo delle bottiglie a Natale, ma le pago io, non so se è chiaro…”.
La procura accusa Scialfa di aver presentato fatture per decine di bottiglie di vino comprate in Borgogna e di aver chiesto il rimborso anche di quelle comprate dagli amici.
Al telefono con un collaboratore Scialfa afferma che si è trattato di un errore del tesoriere: “È un pasticcione”.
Ma non sembra pensarla così l’unico consigliere Idv non indagato, Gabriele Cascino, assessore all’Urbanistica della Liguria, che il 9 dicembre del 2012 parla con la Piredda: “Se ci sciolgono qua in Liguria fanno bene, sembra che uno passa la giornata a mangiare… ho capito che vi scaricavate un po’ tutto no?”.
E in effetti il “catalogo” dell’Idv è quanto mai eterogeneo. Stefano Quaini, che dopo l’uscita dall’Idv e una beve parentesi con Sel ha lasciato la Regione per dedicarsi alla sua attività di medico, nelle rendicontazioni ha inserito 54,50 euro di “strumenti chirurgici”, ma anche 133,40 euro di “modellismo e giochi acquistati ad Albenga”. Quaini si era giustificato così: “È un regalo ai figli di simpatizzanti dell’Idv che avevano partecipato ad un convegno sulla sanità “.
Ma che ogni tanto lo shopping fosse poco opportuno lo capivano anche gli stessi consiglieri.
Racconta una negoziante sentita dai finanzieri che la Fusco acquistò un portablocco Montblac da 375 euro in pelle stampata coccodrillo: “Mi ha chiesto specificatamente di frazionare l’acquisto in tre scontrini… di non indicare sullo scontrino il bene venduto e il codice corrispondente”.
(da “La Repubblica”)
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