SONDAGGIO: GLI ITALIANI SCETTICI, PROPENSI A VACCINARSI MA VORREBBERO SCEGLIERE QUALE
ASTRAZENICA ULTIMO IN CLASSIFICA… PREOCCUPATI MA FIDUCIOSI NELLE SITITUZIONI SANITARIE
Gli italiani hanno fiducia nelle istituzioni sanitarie e sono propensi a vaccinarsi, ma vorrebbero scegliere il vaccino da fare.
Sono gli elementi principali che emergono dall’ultima rilevazione del monitoraggio continuativo condotto in Italia da BVA Doxa sui principali impatti del Covid-19 sulla popolazione italiana.
Le rilevazioni fanno riferimento al periodo 12 – 18 febbraio 2021 e si basano su un campione rappresentativo di più di mille individui tra i 18 e gli 85 anni.
Dai dati che Doxa ha fornito in anteprima a Repubblica emerge che sono aumentati gli italiani convinti di vaccinarsi, ma resta alta la quota degli “scettici”: il 65% vorrebbe scegliere il vaccino.
Pfizer è al primo posto delle preferenze (46%), seguito da Moderna (22%) e, a sorpresa, da Sputnik (10%). Solo ultimo AstraZeneca, a parimerito con Johnson & Johnson (entrambi al 9%), una percentuale che forse andrebbe rivista, alla luce del recente ritiro di alcuni lotti di AstraZeneca.
Nel complesso, l’84% della popolazione è disposto a vaccinarsi, ma solo il 57% è assolutamente pronto.
Ad oggi, infatti, il 27% di chi si vuole vaccinare ha ancora qualche riserva, probabilmente giustificata dal fatto che i vaccini sono stati prodotti e testati in poco tempo. Tra i favorevoli i più propensi a sottoporsi all’inoculazione appartengono alla fascia più “a rischio” degli over 65.
Gli italiani puntano il dito principalmente contro le aziende farmaceutiche per le difficoltà riscontrate nella campagna vaccinale ma credono profondamente dei vaccini come unica arma con cui sconfiggere il virus, anche se la fiducia cala leggermente in merito all’efficacia del vaccino contro le nuove varianti.
Stress e malessere
Sul fronte personale sempre più italiani avvertono emozioni negative e un italiano su due si dice preoccupato (54%) e incerto sul futuro (53%). In questo contesto si avvertono maggiormente condizioni di stress (38%), ansia (32%), nervosismo (30%) e rabbia (21%). Stanchezza (41%) e tristezza (25%) contribuiscono a un senso di sconforto. Ma non mancano comunque le sensazioni positive: il 35% si dice speranzoso, mentre il 16% e il 15% prova fiducia e positività per il futuro.
Decisamente contenute emozioni come felicità (8%), dinamismo (6%) e divertimento (3%). In generale, l’86% degli italiani prova emozioni di stress, il 62% (+5% rispetto all’ultima rilevazione) sconforto e il 43% speranza (+6%). Anche la contentezza è in crescita (+5%) ma si attesta comunque su livelli bassi (12%).
In generale, le prospettive per il futuro non sembrano rosee: più di 3 italiani su 5 credono che la situazione rimarrà pressochè invariata rispetto allo stato attuale. Le previsioni sulla fine della crisi economica evidenziano che il 32% degli italiani pensa che si protrarrà fino alla fine del 2022 mentre per il 38% addirittura per diversi anni.
Crisi economica: pagano donne e nuclei familiari con figli
Anche se la maggioranza delle famiglie italiane (58%) dichiari di aver mantenuto il livello di reddito che aveva prima dell’inizio della pandemia, resta particolarmente alta la percentuale (40%) di coloro che invece hanno riscontrato una riduzione nell’ultimo anno. Anche sul fronte delle spese correnti e per i consumi – al netto di mutui, affitti e bollette – si registra lo stesso scenario: il 53% delle famiglie italiane non ha riscontrato nè aumenti nè diminuzioni. Il restante 47%, invece, si divide tra chi ha visto aumentare le proprie spese (24%) e chi, al contrario, ha risparmiato di più (23%).
La contrazione del reddito ha colpito maggiormente le donne e i nuclei familiari con figli a carico. Inoltre, risultano maggiormente penalizzati i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, che hanno visto diminuire le proprie entrate più degli altri per effetto delle misure anti-Covid.
Popolo di risparmiatori
La tradizione che vede gli italiani come popolo di risparmiatori sembrerebbe essere confermata anche nel 2021. A fronte di un 43% di famiglie che ha mantenuto intatti i propri livelli di risparmio sulle entrate, il restante 57% si divide equamente tra chi (28%) ha risparmiato di più rispetto al passato, e chi di meno (29%).
Vista la ‘clausura’, sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni ad aver risparmiato di più. Tra chi ha risparmiato meno, invece, sono ancora i liberi professionisti.
Si decide di risparmiare prevalentemente (47%) per anticipare emergenze o imprevisti, mentre tra le altre motivazioni spiccano l’assenza di obiettivi specifici (24%, con un picco del 40% tra i dirigenti d’azienda), la volontà di vivere con più tranquillità una volta raggiunta la pensione (21%) e aiutare i propri familiari se sarà necessario (18%, che sale al 28% tra i pensionati). Risparmiare per investire nello studio e nella formazione propria o dei propri figli e nipoti è invece una priorità per il 14% degli italiani.
Comfort food e pet therapy come surrogati alla socialità
Sul fronte dei consumi alimentari, cresce la percentuale di chi nell’attuale contesto ha aumentato il consumo di comfort food: tè, infusi e tisane (24%) sono in crescita, mentre c’è chi aumenta il consumo di caffè (19%). Complice la chiusura di bar, ristoranti e locali, cala invece il consumo fuori casa di aperitivi, liquori e digestivi, alcolici e superalcolici. Per contro quasi un italiano su 5 ha acquistato alcolici online nell’ultimo anno, soprattutto per comprare vini (43%), birra (38%) e bollicine (36%). Di questi, la stragrande maggioranza (93%) si ripromette di mantenere la modalità di acquisto anche in futuro (71%)
La mancanza di occasioni di socialità ha portato molte persone a cercare “calore” negli animali: l’11% degli italiani ha infatti adottato un animale domestico nel corso dell’ultimo anno. Gli animali domestici preferiti sono stati soprattutto gatti (50%) e cani (46%), che nella maggioranza dei casi ha aiutato i padroni a ritrovare un po’ di buonumeore (36%) e un po’ di compagnia (33%).
(da agenzie)
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