SOVERATO, INTERVISTA AL CONTESTATORE DI SALVINI CHE GLI HA SILENZIATO L’AMPLIFICATORE DEL COMIZIO: “HO SOLO STACCATO LA CHIAVE DEL GENERATORE, HO AGITO D’ISTINTO ALL’ENNESIMA SUA BUGIA”
“I CARABINIERI ERANO QUASI DIVERTITI, POI UN AGENTE E’ VENUTO APPOSTA PER MALMENARMI, HO 7 GIORNI DI PROGNOSI, L’HO DENUNCIATO”
“È stato un gesto istintivo. Un gesto istintivo e politico”. Francesco Noto, “Ciccio” per chi lo conosce da sempre e con lui ha condiviso le mille lotte del Comitato “PrendoCasa” di Cosenza, è l’attivista che ieri sera ha Soverato ha “silenziato” almeno per qualche minuto Matteo Salvini.
“Il cretino che ha danneggiato l’impianto” lo ha definito, imbestialito, il ministro dell’Interno. “In realtà io non ho danneggiato proprio nulla — spiega Francesco — Ero nella parte posteriore del palco e mi sono accorto che qualcuno aveva lasciato le chiavi attaccate al generatore, per di più vicino alle transenne. All’ennesima bugia che ho sentito, ho solo pensato che non se ne poteva più, le ho prese e le ho gettate lontano”.
Salvini — racconta — stava parlando dei mali della sanità calabrese, della piaga storica dell’emigrazione dei malati verso altre regioni alla ricerca di cure, “ma proprio lui che a Roma battaglia per quell’autonomia differenziata che farà sprofondare ulteriormente gli ospedali del Meridione, su questo argomento deve solo tacere”.
Poi, aggiunge, per tutta la giornata aveva assistito a fin troppi episodi “insopportabili per chi abbia un minimo di coscienza”.
Manifestanti fermati solo per magliette troppo politiche e facce troppo di sinistra, persone identificate sul lungomare senza una ragione, infine una coppia mista a cui non è stato permesso di avvicinarsi al retropalco “probabilmente — racconta l’attivista – solo perchè lui era nero. Nel frattempo Salvini prendeva in giro la gente. E allora ho detto ‘basta’. Mi sono avvicinato al generatore, ho preso le chiavi e le ho lanciate sul tetto di un lido vicino”.
I sette-otto minuti di interruzione, mentre i contestatori si prendevano la piazza con urla e slogan e il palco rimaneva muto, non sono dunque serviti a una riparazione flash dell’impianto. “Qualcuno si sarà arrampicato per recuperare le chiavi perdute” dice divertito Francesco.
Un’imprevista caccia al tesoro che ha visto impegnate una decina di persone, mentre altri si attivavano alla ricerca di un doppione, racconta chi c’era. Lui però non ha visto cosa sia successo. Si è allontanato subito, o almeno ci ha provato. Due addetti alla sicurezza dello staff di Salvini lo hanno bloccato e strattonato
“Uno di loro mi ha messo le mani alla gola, l’altro ha tentato di tirarmi uno schiaffo. Gli ho detto di fermarsi, che avevo indosso gli occhiali, di non azzardarsi e lui stava per togliermeli solo per potermi picchiare.
Poi sono arrivati i carabinieri e mi hanno portato via”. Senza forzature, nè costrizione. “Sembravano quasi divertiti per il lancio delle chiavi che ha guastato la festa a Salvini” commenta Francesco, allontanato e portato su una camionetta.
“Ero lì tranquillo, perchè so di non aver commesso nessun reato. Di cosa mi potrebbero accusare? Ad occhio, non esiste il reato di ‘spegnimento del generatore durante il comizio di Salvini”. Ma un agente in tenuta antisommossa non sembrava pensarla così.
“È venuto a cercarmi fino a lì, mi ha trascinato fuori strattonandomi e mi ha sbattuto con violenza contro il parafango”. Risultato, afferma il referto dell’ospedale, escoriazioni e contusioni multiple al tronco e torace dolorante, da trattare con antidolorifico. Sette giorni di prognosi.
“Ovviamente”, dice, “ho già nominato un avvocato per fare una denuncia. È stata un’aggressione ed è inaccettabile”.
Ma nonostante le botte, non si pente del gesto di ieri sera. Inusuale anche per lui, che con il comitato “PrendoCasa” di lotte ne ha fatte a migliaia. “Ma è la prima volta che mi capita di fare un’azione del genere da solo”.
In rete c’è già chi lo paragona allo Zorro che a Milano, di fronte al palco della manifestazione sovranista voluta da Salvini ha srotolato il megastriscione “Restiamo Umani”.
Ma lui non si sente nè un eroe, nè speciale. “Sono solo convinto che oggi serva anche questo. Ci sono mille modi per silenziare o ridicolizzare Salvini senza ricorrere alla violenza, che farebbe solo il suo gioco. A Policoro lo hanno preso a gavettoni, a Soverato è stato silenziato. E spero che oggi in Sicilia e in ogni tappa del beach tour succeda qualcosa del genere”. Magari perchè ancora “sarà una risata a seppellirvi”.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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