STORACE: “ASSURDO CHIEDERE PROVVEDIMENTO PER SALVARE LE LISTE ESCLUSE”
“LA MELONI PARLA DI LEGALITA’ E POI VUOLE LA SANATORIA. LE REGOLE VALGONO PER TUTTI E VANNO RISPETTATE”
«Chiedere al governo di riammettere le liste escluse per un errore materiale è semplicemente assurdo». Pensiero e parole di Francesco Storace, leader de La Destra in campo alle amministrative romane con una lista che porta il suo nome a sostegno del candidato sindaco Alfio Marchini.
Storace è uno che di liste se ne intende. La memoria corre veloce alle polemiche con Alessandra Mussolini e la sua Alternativa sociale ai tempi delle regionali del 2005 e allo psicodramma vissuto dal Pdl nel 2010, quando il famoso «panino» di Alfredo Milioni mise fuori gioco la lista provinciale romana della compagine berlusconiana non impedendo tuttavia a Renata Polverini di essere eletta governatrice.
Storace, Giorgia Meloni chiede che il governo vari un provvedimento d’urgenza per riammettere le liste escluse per errori materiali.
«La Meloni fa una politica strumentale in una vicenda in cui la politica non dovrebbe entrare. Su questioni giudiziarie la politica non entra.»
Perchè questa contrarietà nei confronti di un provvedimento di «clemenza» verso Stefano Fassina?
«Mi meraviglia che sia proprio la Meloni a chiedere al governo una cosa del genere. La leader di Fratelli d’Italia in questa campagna elettorale sta parlando di legalità e di rispetto delle regole. E ora cosa fa? Chiede un provvedimento per riammettere chi non ha rispettato le regole? ».
Lei di liste e di contenziosi giudiziari se ne intende…
«Appunto. Se fosse giusto il principio della Meloni io nel 2005 che cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto chiedere l’annullamento e la ripetizione delle elezioni regionali per la vicenda di Alternative Sociale? Pensi che per quella vicenda rinuncia persino alla causa civile. Quando ti capita una cosa del genere ti capita e basta».
Nel merito perchè è contrario a un provvedimento di riammissione che sani gli errori materiali delle liste?
«Presto detto. Secondo questo principio il governo dovrebbe intervenire per rimediare agli errori commessi dai partiti. Una cosa che non si è mai vista. Non si può far intervenire il governo per aiutare partiti che sbagliano. Quando un cittadino sbaglia come minimo gli arriva una cartella di Equitalia. Che principio passerebbe nell’opinione pubblica? Che i partiti che sbagliano vengono salvati e i cittadini puniti?».
Ma nell’Anno del Signore 2016 possibile che nessuno sappia più presentare una lista elettorale?
«Qualche dubbio in effetti mi sta venendo. Non ho mai visto i comunisti sbagliare nel presentare una lista. Oltretutto qui parliamo di partiti strutturati, con gruppi parlamentari, relativi fondi e dipendenti. Noi della lista Storace per Marchini non siamo presenti in Parlamento eppure con pochi mezzi abbiamo presentato correttamente la lista comunale e quelle municipali. Vede, qualcuno che sa ancora raccogliere le firme e presentare correttamente una lista c’è. Quello che non capisco è cosa gliene freghi alla Meloni di Fassina».
Già . Cosa gli importa? Forse teme che i voti di Sinistra Italiana vadano a Giachetti?
«Forse pensa che un provvedimento che sani gli errori materiali non riammetta solo Fassina ma anche FdI a Milano e in VIII Municipio. Magari glielo ha suggerito La Russa. Se invece la Meloni teme che l’esclusione di Fassina faccia un favore a Giachetti ha solo un modo per evitarlo: sostenere come noi Alfio Marchini. Faccia un gesto di generosità nei confronti del centrodestra e dica: votate la lista di Fratelli d’Italia e Marchini sindaco. Invece Salvini dice che al ballottaggio voterebbe la Raggi. Assurdo. Io lo dico senza tentennamenti: se al secondo turno andrà Giorgia Meloni io voterò convintamente Giorgia Meloni».
Ma secondo lei i voti di Fassina andranno o no a Giachetti?
«Ma no! Si perderanno nell’astensionismo. Come fa Sel a mobilitare la propria base per Giachetti, magari anche solo per il ballottaggio, quando la candidatura di Fassina è nata per non mandarcelo proprio il candidato sindaco del Pd al secondo turno? E poi scusi: se uno vota Giachetti lo fa per far vincere la Raggi, votare Roberto vuol dire votare M5S. L’unico che può battere i grillini è Marchini».
Contento che oggi il Consiglio dei ministri potrebbe decidere che per le amministrative e il referendum costituzionale si voterà anche di lunedì?
«È la prima cosa giusta che fanno. La risposta all’incapacità della politica nel presentare le liste arriva dal governo. Gusto votare anche di lunedì per far in modo che un pezzo di elettorato che magari non sarebbe andato a votare si rechi ai seggi. L’astensionismo va combattuto. A guadagnarci sarà il voto d’opinione».
A proposito, la campagna elettorale a Roma va a rilento. Pochi appuntamenti pubblici, si preferiscono tv, radio e social network. Pochi soldi o paura del confronto con la gente?
«Noi da mesi cerchiamo il confronto con i romani. Le dico di più: mentre la politica scappa dalla piazza i prossimi 28 e 29 maggio organizzzeremo due giorni di Festa Tricolore a borgata Palmarola».
(da “il Tempo“)
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