STRAGE IN REDAZIONE A PARIGI: ASSALTO A SEDE CHARLIE HEBDO, ALMENO 12 MORTI
RAID DI DUE UOMINI INCAPPUCCIATI CHE SPARANO CON IL KALASHNIKOV… GRIDAVANO “VENDICHEREMO IL PROFETA”… AGENTI FREDDATI PER STRADA
Sconvolgente attacco armato contro la redazione parigina di Charlie Hebdo, a Parigi. Una sventagliata di pallottole contro i giornalisti e vignettisti gridando «Vendicheremo il profeta». Almeno 12 morti. Due dei quali poliziotti. Freddati per strada senza pietà come mostrano video e foto.
Due uomini incappucciati e vestiti di nero sono penetrati nella sede del giornale satirico francese, noto per le prese di posizione dissacranti e provocatorie sul terrorismo di matrice islamica, prima di aprire il fuoco con dei kalashnikov.
È successo nell’XI arrondissement, in rue Nicolas-Appert, la zona orientale della capitale francese, nelle vicinanze di piazza della Repubblica e della Bastiglia.
Quel che è successo sfiora l’inimmaginabile.
L’attacco, le raffiche in redazione. Uccisioni, vere e proprie esecuzioni: i redattori chiamati per cognome. Lo sparo che li ammazza. La fuga, con gli agenti che cercavano di reagire travolti dai proiettili. E ammazzati mentre erano a terra.
Posti di blocco in tutta Parigi. L’auto con cui i terroristi sono scappati è stata trovata un’ora dopo l’attentato. Nel XIX arrondissement.
Qui gli uomini incappucciati avrebbero preso un’altra vettura, minacciando con le armi un automobilista.
E allontanandosi dopo aver investito un altro pedone. Un’ora prima dell’attacco i redattori della rivista avevano postato sull’account ufficiale una vignetta raffigurante al-Baghdadi, il capo dell’Isis.
Queste le parole attribuite al terrorista: «Al dunque, i migliori auguri».
Tra le vittime, il direttore Stephan Charbonnier, detto Charb, ed altri tre colleghi vignettisti del settimanale satirico.
Secondo le Figaro si tratta di Cabu, Tignous e Wolinski.
In Francia, dove la satira vanta una tradizione lunghissima ed è assai seguita, sono nomi celeberrimi. Nomi noti anche in Italia. Soprattutto quest’ultimo, Wolinski, collaboratore di varie riviste, tra cui «il Male».
Allerta massima in tutta Europa
Gli assalitori sono successivamente fuggiti a bordo di un’auto nera. Facendosi largo
con altre raffiche di Ak 47.
Scene riprese e fotografate da decine di testimoni con video e foto che stanno rimbalzato su tutti i siti.
Allerta massima in tutta la Francia. Siamo a livello 3: quello che prevede l’ipotesi di altri attacchi.
E che estende immediatamente l’allarme a Europa e Usa.
Il presidente Hollande è andato sul posto. «È terrorismo, attacco contro la libertà ». «Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti – ha detto ancora il presidente – mostrare che siamo un paese unito. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati evitati, sapevamo di essere minacciati perchè siamo un paese di libertà ».
Il grido: «Allah u Akbar»
Secondo alcune testimonianze, dopo l’attacco i due assalitori sarebbero riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto.
I due durante l’attentato hanno gridato «Allah u Akbar», Dio è grande: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions.
«E’ un vero massacro!». Almeno 12 morti
«È un vero massacro, ci sono dei morti!»: così in una drammatica telefonata uno dei dipendenti del giornale Charlie Hebdo che si trovava nella sede al sito di 20 Minutes
Tre anni fa altro attentato
Nel novembre 2011 la sede del settimanale venne distrutta da una bomba molotov e dall’incendio generato dall’esplosione.
La redazione aveva annunciato la nomina di Maometto come direttore del numero in uscita, che si sarebbe chiamato «Sharia Hebdo» in relazione alla vittoria del partito islamico di Ennahda alle elezioni in Tunisia e alla decisione del nuovo governo libico di usare la sharia come principale fonte di legge.
Nel 2006 vignette contro Maometto
Nel 2006 il settimanale Charlie Hebdo suscitò polemiche pubblicando una serie di caricature del profeta Maometto, diffuse inizialmente dal quotidiano danese Jyllands-Posten. E appunto: nel 2011 la sede del giornale venne colpita da alcune bombe molotov.
Hollande, dopo essere rientrato all’Eliseo, ha detto che «non c’è dubbio che si tratti di terrorismo. Diversi attentati sono stati sventati nelle scorse settimane», «siamo minacciati perchè siamo un Paese di libertà ».
«Esprimo cordoglio per le vittime, sia giornalisti che poliziotti, al servizio della libertà della Francia», ha detto il presidente che ha poi annunciato: «Alle 14 riunirò all’Eliseo tutti i ministri e responsabili della sicurezza».
La condanna della Casa Bianca: «Solidali con la Francia»
La Casa Bianca ha condannato «nei termini più forti» l’attacco contro la sede di «Charlie Hebdo» a Parigi.
In una dichiarazione rilasciata alla televisione Msnbc, il portavoce di Barack Obama Josh Earnest ha dichiarato: «Tutta la Casa Bianca è solidale con le famiglie di quelli che sono stati uccisi o feriti in questo attacco».
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply