STRATEGIA DEL LOGORAMENTO, ORA IL M5S VUOLE COLPIRE SALVINI
TRANQUILLI CHE LA RAGGI NON RICEVERA’ ALCUN AVVISO DI GARANZIA, MOLTIPLICANO GLI ATTACCHI E SOLO ORA “SI ACCORGONO” DEL SOGGETTO CON CUI SI SONO ALLEATI
Benzina sul fuoco e il Movimento 5 Stelle soffia sull’incendio. Come se non bastasse il “caso Siri” si scopre che Federico Arata, figlio dell’imprenditore Paolo Arata, indagato per corruzione nell’inchiesta che ha coinvolto il sottosegretario leghista, è stato assunto dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti a palazzo Chigi.
Dalla pubblicazione della notizia sul Corriere della Sera alla nota degli M5s passano pochissimi minuti. La reazione grillina è immediata: “Siamo di fronte a un vero e proprio caso. La domanda che, per una questione di opportunità politica, ci poniamo, è se Salvini fosse a conoscenza di tutto questo”.
Ora gli M5s pretendono un chiarimento a tutto tondo e martelleranno il leader della Lega colpo su colpo. Anche la Capitale è al centro dello scontro con il ministro dell’Interno che minaccia di bloccare il piano “Salva Roma” e gli M5s che lo accusano di ricatto: “Da dieci giorni Salvini non fa altro che parlar male dell’amministrazione, ma noi siamo tranquilli e la Raggi non riceverà neanche un avviso di garanzia”. Nel mondo pentastellato si è sicuri di questo, nonostante la baraonda causata dagli audio in cui il primo cittadino chiederebbe all’amministratore delegato di Ama di modificare il bilancio dell’azienda rifiuti di Roma.
Ma per gli M5s non c’è tempo per le beghe interne, gli attacchi grillini sono tutti rivolti al ministro dell’Interno.
L’obiettivo è indebolirlo sempre più, logorarlo in questa corsa verso le elezioni Europee.
La rabbia del giorno prima non era ancora stata smaltita ed ecco sommarsi altro astio e scambi di accuse finite ormai in una sfera giudiziaria: “Non rispondiamo a polemiche e insulti – scrivono i parlamentari del Carroccio – che si sgonfieranno nell’arco di qualche ora. Federico Arata è una persona preparata”
I parlamentari grillini ricordano però che proprio oggi dalle carte della procura è emerso che il padre, Paolo Arata, responsabile ambiente della Lega, riceveva da Vito Nicastri, l’imprenditore eolico agli arresti domiciliari, carte dei progetti attraverso un paniere per poi passarle a Siri. “Non possiamo permettere tutto questo, Siri non può restare e Salvini deve spiegare su Arata. Noi del Movimento non possiamo smentire le nostre origini, non possiamo permettere che nel governo succeda tutto cose simili”, spiega una fonte parlamentare.
Il quadro è questo e per i 5Stelle è “inquietante”. Per il momento tutto tace e neanche Siri ha incontrato il premier Giuseppe Conte per il chiarimento dopo la notizia dell’indagine per corruzione a carico del sottosegretario in quota Lega. “Deve spiegare. È il contratto di governo che lo chiede, altrimenti dovrà dimettersi. Quando è arrivato l’avviso di garanzia? Salvini sapeva? Perchè non hanno detto nulla?”, sono le domande che i vertici M5s vogliono rivolgere all’esponente del Carroccio sotto accusa e attaccato dall’alleato di governo neanche si trattasse di opposizione contro la maggioranza.
È guerra tra M5s e Lega. Una guerra fatta anche di carte, dal momento che i pentastellati hanno tirato fuori gli emendamenti sull’eolico, presentati dal Carroccio e che sarebbero stati bloccati dagli uffici dei ministeri a guida grillina. Siri si difende in tv: “Ho presentato un emendamento che mi ha chiesto una filiera di piccoli produttori che mi dicevano di essere in difficoltà . Io non ho fatto altro che portarlo negli uffici, lì è finito il mio ruolo”, dice durante “Punto di Domanda” sottolineando di non aver “mai preso un centesimo”.
Quindi il sottosegretario, ormai senza deleghe, resiste e non si dimette. “Io sono tranquillo e anche lui lo è”, commenta Salvini mentre dai 5Stelle continuano le stilettate come quella di Stefano Buffagni: “Si parla di corruzione e di soggetti legati a mondi mafiosi. Il ministro dell’Interno non può non tenerne conto”.
A questo punto bisognerà fare una valutazione politica, sostengono i vertici M5s. Valutazione complessiva sul futuro del governo e che riguarderà anche e soprattutto le dinamiche interne. “Qui c’è un ministro, Salvini, che usa il suo dicastero come macchina da campagna elettorale perenne”, si sfoga un big pentastellato: “Le decisioni vanno prese in maniera collegiale, altrimenti così non si può andare avanti”.
Nel mondo pentastellati gli sfoghi contro Salvini si moltiplicano: “Al ministero non c’è mai. Ha parlato tanto dei rimpatri, in Italia ci sono 600mila immigrati irregolari e da quando c’è lui al Viminale i rimpatri sono stati più bassi di quelli fatti dall’ex ministro Minniti”. Tutti temi su cui gli M5s baseranno la campagna elettorale del prossimo mese con il rischio, tuttavia, si ridurre il governo in cenere.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply