SUL CLIMA, L’ITALIA E’ SEMPRE TRA I BOCCIATI
A POCHI GIORNI DAL G8, BEN CINQUE STATI SU OTTO RISULTANO INDIETRO NEL TAGLIO ALLE EMISSIONI DI C02… SOLO GERMANIA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA PROMOSSI
Saranno anche “gli otto grandi della Terra”, ma pare che quando si tratta di tagliare le emissioni di CO2 e attuare politiche di contrasto del riscaldamento globale, tanto grandi non dimostrino poi di esserlo.
A una settimana dal G8 in programma a L’Aquila e a circa sei mesi dalla scadenza della conferenza Onu sul clima, in programma a dicembre a Copenaghen, Il Wwf internazionale in collaborazione con Allianz ha distribuito gli “scorecards”, le pagelle sulle politiche nazionali di contrasto ai cambiamenti climatici, ed il quadro che emerge non è molto rassicurante.
A essere promosse, in riferimento al rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica fissati nel Protocollo di Kyoto (soluzione peraltro già di compromesso), sono solo Germania, Regno Unito e Francia.
Bocciate, per ragioni diverse, Italia, Stati Uniti, Giappone. Russia e Canada.
Molto meglio, soprattutto per gli impegni messi in campo, i Paesi emergenti, dal Sud Africa alla Cina, dal Messico all’India, che si stanno tutti dando da fare per rallentare le emissioni di gas serra. L’Italia galleggia a metà classifica, grazie a consumi energetici non particolarmente elevati, ma non riesce a decollare a causa di provvedimenti disorganici e spesso contraddittori.
Non riesce quindi a ridurre ulteriormente il livello inquinante, abbassandolo alla quota di sostenibilità .
Anche se non costerebbe poi molto: circa 4 miliardi di euro l’anno, lo 0,2% del Pil, tagliando del 30% le emissioni entro il 2020.
Peggio fanno Canada, Russia e Usa, anche se questi ultimi, con la nuova era Obama, hanno guadagnato posizioni in classifica rispetto all’ultimo posto dell’anno scorso.
La sterzata degli Usa se non altro alimenta speranza per il futuro, con ricadute positive che la leadership americana può mettere in moto anche negli altri Paesi.
Da qui l’invito del Wwf, in vista del summit dell’Aquila, “ad affrontare le questioni ambientali contestualmente con quelle economiche. Stabilità globale, pace e benessere possono essere raggiunte solo grazie ad un ambiente sano e sicuro. Per questo il cambiamento climatico deve diventare parte integrale dei negoziati sulle misure finanziarie, le opportunità di lavoro e gli investimenti”.
L’Italia dovrebbe per una volta abbandonare le posizioni di retroguardia e investire sull’ambiente recuperato.
La timidezza e il fastidio con cui il governo si avvicina a questi temi è in netto contrasto con una visione di “destra” che vede invece nella tutela ambientale un “valore di riferimento” tradizionale. Gli eccessi del liberismo sono altra cosa e vanno una volta per tutti contrastati senza cedimenti.
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