TAGLI ALL’EDITORIA: RIESPLODE IL CONFLITTO DI INTERESSI?
IN DISCUSSIONE IN PARLAMENTO IL TAGLIO AI CONTRIBUTI PER L’EDITORIA…COME MAI SI TAGLIANO I GIORNALI MA NON SI TAGLIA LA MONDADORI, IL SOLE 24 ORE E L’AVVENIRE ?… MA VOGLIAMO SEMPRE DARE ALLE SINISTRE UN ARGOMENTO?
Probabilmente è opera di qualche servo zelante, di quelli per intenderci che sono i peggiori nemici del governo di centrodestra. Ci saranno sicuramente lobbie di pressione e interessi nascosti, ma certo che il Governo sta per fare un grosso autogol alla Niccolai ( famoso stopper del Cagliari di Gigi Riva che ogni tanto segnava nella propria porta).
E’ in discussione nei prossimi giorni in Parlamento il previsto taglio dei contributi all’editoria. Si ipotizza una riduzione dei contributi pubblici di circa il 30% che metterà in ginocchio molti quotidiani di partito.
Siamo d’accordo: un giornale deve avere lettori e mantenersi con essi e con la pubblicità . Se ha un passivo non deve coprirlo lo Stato e quindi i contribuenti.
Allora tante aziende private in difficoltà potrebbero vantare gli stessi diritti. I giornali di partito ( e non solo, anche quelli “indipendenti”) non li legge quasi nessuno, ma a fine anno arrivano i milioni di euro dello Stato per permettere di mantenere una redazione, spesso refugium peccatorum di tanti trombati elettorali.
Ne abbiamo già trattato diverse volte, è una tipica espressione dei privilegi della Casta che interessa tutti i partiti, nessuno escluso.
Un’indegna pioggia di euro che gratifica anche i maggiori quotidiani italiani che percepiscono anche 20 milioni di euro l’anno di contributi sulla base della tiratura e non sulla reale vendita.
Fatta questa premessa andiamo alla sostanza.
I contributi sono di due tipi, quelli diretti che sono destinati ai giornali che vendono in edicola e sono soggetti a revisione e tagli, quelli indiretti invece che sono destinati a quelle riviste o giornali che puntano sulla diffusione tramite abbonamenti postali.
Gli abbonamenti comportano un quid di spese postali e lo Stato rimborsa il 50% di quel quid.
E questi sono stati esclusi dalla revisione e dai tagli annunciati dal Governo, anche se si tratta di contributi milionari.
La cosa è strana già in sè, in quanto crea una discriminazione tra due categorie di pubblicazioni assimilabili, a parte la scelta di come arrivare al lettore, se in edicola o a casa.
La cosa è ancora più strana perchè non si era mai parlato di tagliare da una sola parte. L’affare diventa sospetto se guardiamo chi emerge tra le imprese che operano principalmente col sistema “abbonamenti” e che verrebbero pertanto favorite dai mancati tagli dei contributi.
Sono la Mondadori, di proprietà del premier, il Sole 24 Ore, di proprietà della Confindustria e l’Avvenire, di proprietà della Conferenza Episcopale Italiana.
Ora ci chiediamo: ma dobbiamo, come centrodestra farci tafazzianamente sempre del male per imbecillità ? Dobbiamo dare un argomento alla Sinistra per poter sostenere che il Berlusca fa i suoi interessi?
Che taglia gli altri, ma si tiene i soldi per la sua Casa editrice? E che estende il favore ai “padroni” confindustriali e ai suoi appoggi clericali?
Pare già di sentirli e non potremmo dar loro tutti i torti. Allora li anticipiamo e diciamo a quegli imbecilli che hanno avanzato questo progetto di “differenziazione” che ci hanno rotto le palle con il loro servigi e i loro inchini.
Non sono stati eletti per fare i loro giochetti ma per rappresentare chi li ha votati.
E nel programma del PdL non c’era scritto di favorire la Mondadori… chiaro?
Se dovete tagliare, si taglia dappertutto, poi se tagliate la corda anche voi ci fate solo un favore.
E visto che Tremonti non sa mai dove trovare il becco di un euro per iniziative sociali, destinate i fondi del taglio di cui sopra ad aiutare chi non arriva a fine mese, invece che regalare favori a chi non ne ha certo bisogno.
E che Berlusconi dia subito un imput in tal senso, chiarendo che non è opera sua, il disegno di esentare anche la propria azienda.
Cosi facendo magari domani potrebbe annunciare di aver raggiunto il 102% di consensi personali.
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