TANTE CHIACCHIERE ZERO DUELLI, I BIG SE LA FANNO SOTTO E NON SI SFIDANO NEI COLLEGI UNINOMINALI
NEI COLLEGI POCHE SFIDE GUSTOSE: BOSSI-PARAGONE, SGARBI-DI MAIO, CASINI-ERRANI, D’ALEMA-BELLANOVA
Alla fine niente scontro finale, niente Armageddon.
Doveva essere una lotta all’ultimo sangue fra i vari leader di partito, che in modi e tempi diversi si erano tutti ripromessi a vicenda di sfidarsi nei rispettivi collegi uninominali di appartenenza.
Promesse e minacce rivelatesi pistole scariche alla prova dei fatti. Matteo Renzi, Luigi Di Maio, Pietro Grasso e Giorgia Meloni si tengono a distanza siderale l’uno dall’altro in vista delle prossime elezioni.
Ancor più Matteo Salvini, che non raccoglie nessuna sfida in quota maggioritaria del Rosatellum, optando per la guida di cinque circoscrizioni plurinominali.
E così, volendo tirare una linea sotto la giornata di presentazione delle liste e provare ad abbozzare un bilancio, i motivi d’interesse vanno cercati altrove.
Doveva essere una zavorra da nascondere, occultare in qualche collegio sperduto fuori dai riflettori. Invece la vera protagonista è lei. Maria Elena Boschi è sì candidata nel collegio uninominale di Bolzano (dove l’elezione sembra assicurata, con l’unica incognita della sfidante forzista Micaela Biancofiore a insidiarla), ma figura anche in cinque listini plurinominali (Cremona, Lazio 3 e in tre circoscrizioni siciliane).
Superata in questa speciale classifica solo dalla collega di governo Marianna Madia (1+6).
E se Matteo Renzi ha utilizzato le fedelissime per ovviare alla regola dell’alternanza di genere fra uomo e donna, candidandole laddove sicuramente rinunceranno per far posto agli uomini secondi o terzi in lista, è innegabile che la sovraesposizione della zarina del renzismo è un segnale non trascurabile della trasformazione del Pd in una creatura a immagine e somiglianza del suo segretario.
Dall’altra parte, Silvio Berlusconi non sembra avere nessuna intenzione di inimicarsi il leader del partito che potrebbe rappresentare un piano B da dopo il 5 marzo in caso di implosione del centrodestra.
Il segnale forte viene lanciato a Roma. Il candidato prescelto per sfidare Paolo Gentiloni è Luciano Ciocchetti, politico di lungo corso passato per tutte le declinazioni possibili dello scudocrociato, schierato da Noi con l’Italia, il quarto partner della coalizione, con poche speranze di elezione.
Un competitor morbido, che non dovrebbe dare grandi grattacapi al premier uscente. Prova a spezzare la cavalcata dell’inquilino di Palazzo Chigi il Movimento 5 stelle, candidato Angiolino Cirulli, un imprenditore presentato da Di Maio come “uno degli azzerati del decreto salva-banche”.
Azione di disturbo che il frontrunner stellato dovrà invece subire nel suo collegio di Acerra, dove si troverà lanciato contro un cliente scomodo come Vittorio Sgarbi, candidato dal centrodestra.
Dovrebbe avere vita facile a Latina Giorgia Meloni, contrapposta a Tommaso Conti di Leu, Federico Fautilli del Pd, e Leone Martellucci del M5s.
Poche possibilità invece a Palermo per Pietro Grasso, anche se, per ovvie ragioni di percentuali, la partita di Liberi e Uguali si gioca interamente sulla quota proporzionale, dove il presidente del Senato verrà ripescato.
Renzi dovrebbe avere vita facile a metter piede in quel Senato che voleva abolire passando per il suo collegio fiorentino. Suggestiva qui l’interdizione della Lega, che con la più radicale fra le scelte possibili gli candida contro l’economista-polemista antieuro Alberto Bagnai.
Parlando di leader, due tra i duelli appassionanti coinvolgono da un lato Umberto Bossi e dall’altro Massimo D’Alema. Entrambi avranno come obiettivo finale l’accesso a Palazzo Madama. Il senatùr – sempre che all’ultimo non gli venga preferito Adriano Galliani – se la giocherà a Varese con un avversario di peso.
Il Movimento 5 stelle mette in campo Gianluigi Paragone, per anni direttore dell’organo di partito della Lega, il quotidiano La Padania. D’Alema nel suo Salento incrocerà le spade con l’agguerrita senatrice uscente dei 5 stelle Barbara Lezzi e con l’altrettanto battagliera viceministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova, candidata dal Pd
Come nel caso Renzi-Bagnai, altra sfida che si prospetta aspra è quella che avverrà a Siena, terra squassata dalle recenti vicende del Monte dei Paschi.
Sarà infatti Claudio Borghi, consigliere economico di Salvini e già candidato presidente della Toscana, a tentare di sfilare la sedia su cui Pier Carlo Padoan sembrerebbe potersi accomodare con una certa facilità .
Tutti i ministri uscenti non dovrebbero avere grandi difficoltà nell’affacciarsi nel nuovo Parlamento (Minniti a Pesaro, De Vincenti a Sassuolo, Franceschini a Ferrara, Pinotti a Genova, Fedeli a Pisa, Lorenzin a Modena).
Da segnalare i casi di Graziano Delrio (Reggio Emilia) e Luca Lotti (Empoli), unici a non avere il paracadute proporzionale, sia pur candidati in zone che appaiono più che blindate per i Dem.
Tra i big non si può non citare Bologna, dove a contendersi un posto saranno Pier Ferdinando Casini per il centrosinistra, Vasco Errani sotto le insegne di Liberi e Uguali, e la presidente di Confedilizia Bologna Elisabetta Bruni in qualità di indipendente di centrodestra.
In casa Leu due nomi di peso come quelli di Pier Luigi Bersani e Laura Boldrini dovranno vedersela rispettivamente con la Pd Alessia Rotta a Verona e con l’influente deputato M5s Manlio Di Stefano nel terzo collegio di Milano.
Guardando ai 5 stelle e scendendo verso Sud, da segnalare due sfide interessanti a Roma. Carla Ruocco, che sembrava dovesse contendere il collegio a Gentiloni, sfiderà invece il segretario radicale Riccardo Magi. Mentre il professor Lorenzo Fioramonti, economista e astro nascente della new wave grillina, proverà a superare il presidente Pd Matteo Orfini nelle borgate della zona este della capitale. Rimanendo a Roma, Emilio Carelli, tra i pochi volti nuovi presentati da Di Maio e dotati di un peso specifico autonomo, se la vedrà con il giovane Pd Tobia Zevi, Senato, mentre Emma Bonino, Leader di + Europa, dovrà competere con due avversari poco noti, come Laura Lauri (Leu) e Claudio Consolo (M5s).
Girando per il Belaese non si possono non segnalare altri casi interessanti.
La giornalista Francesca Barra, candidata da Matteo Renzi, sfiderà a Matera il bersaniano Filippo Bubbico, ex viceministro dell’Interno.
La collega di partito Chiara Geloni se la vedrà a Massa con l’ex sottosegretario Cosimo Ferri. Infine curiosa la sfida di Agropoli. Franco Alfieri, balzato all’onore delle cronache tempo fa per le parole di Vincenzo De Luca che lo invitava a offrire “fritture di pesce” in cambio di voti, se la vedrà con la grillina Alessia D’Alessandro. Professione? Consigliera economica della Merkel.
(da “Huffingtonpost”)
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