SAVIANO INCHIODA IL BALLISTA DEI “TAXI DEL MARE”: DI MAIO PEDINA DI UNA STRATEGIA CRIMINALE PER SCREDITARE LE ONG
POI TOCCA A ZUCCARO: “CHE FINE HA FATTO IL “MERO SOSPETTO” SULLE SETTE ONG CHE HA TANTO PUBBLICIZZATO NOVE MESI FA, CAUSANDO ALTRE VITTIME NEL MEDITERRANEO?”
Egregio Dottor Carmelo Zuccaro, Procuratore della Repubblica di Catania, sono il cittadino Roberto Saviano che a distanza di nove mesi le chiede: che fine ha fatto il Suo “mero sospetto” su alcune ONG che operavano nel Mediterraneo?
Da nove mesi aspettiamo di sapere cosa ne sia stato del fascicolo conoscitivo sulle 7 ONG attive nel Mediterraneo con le loro 13 imbarcazioni che ha tanto pubblicizzato lo sorso aprile.
Lo scorso aprile, ad ascoltare le dichiarazioni di Zuccaro c’era il politico sciacallo che ha aperto la strada al governo sciacallo perchè, in questa continua guerra elettorale, ogni occasione è utile a raschiare consenso.
Raschiare, non ottenere, non vincere, non convincere l’elettore. Raschiare, come gli animali che penzolano in fondo alla catena alimentare.
Ora vi racconto la storia di come, dalle dichiarazioni ardite di un magistrato che non ha disdegnato un po’ di ribalta, la nostra politica sia riuscita a racimolare un consenso effimero sulla pelle di chi muore di stenti e di torture.
E vi racconto anche la storia di chi, dopo aver cavalcato l’onda, credendo di averla fatta franca, si rimangia tutto: “Chi io? Mai detta una cosa del genere!”.
(Nell’immagine trovate le foto dei protagonisti di questa triste vicenda, i post di Luigi Di Maio sulle ONG definite più volte “taxi del mare” e poi la dichiarazione di ieri alla DPA in cui Di Maio sostiene: “Non ho mai affermato che le ONG siano taxi del mare. Seguendo le argomentazioni e le indagini di alcuni magistrati italiani, ho detto una cosa diversa e cioè che alcune ONG mancano di trasparenza e che dobbiamo verificare se salvano o se trasportano migranti.)
Ma andiamo con ordine.
Luigi Di Maio, lo scorso 21 aprile, sulla scorta delle dichiarazioni di Carmelo Zuccaro, pubblica questo post su Facebook https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/posts/1328205963882613 in cui definisce le imbarcazioni delle ONG attive nel Mediterraneo e impegnate a salvare vite umane “taxi del mare”.
Una dichiarazione – quella di Di Maio – che dà il via a una strategia politica criminale. Dopo il consenso mediatico di quella sua orrenda dichiarazione (perchè fortunatamente le persone, prese singolarmente, la pensano diversamente sui migranti; è quando ci si rivolge indistintamente alle masse del web che il ragionamento si azzera e vince la rabbia) Minniti ha avuto mano libera sugli accordi libici che, vale la pena ricordarlo, l’Italia ha stretto con trafficanti inumani di esseri umani e non con un governo organizzato per fermare i flussi e in grado di offrire una alternativa al mare se non valida quanto meno accettabile sul piano dei diritti umani.
L’alternativa ai viaggi in mare, oggi, grazie a quegli accordi, sono detenzione forzata e tortura, ma tutto lontano dagli occhi, per potersi ancora definire “di sinistra”.
Non contento Di Maio continua e due giorni dopo definisce di nuovo le ONG “taxi del mare” e chiama in causa anche me in un nuovo post (https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/posts/1330001530369723). Minniti credo non aspettasse altro tanto che, nei giorni del protocollo imposto alle ONG e in quelli che sono seguiti all’accordo criminale con la Libia, personalmente ho iniziato a considerare Di Maio una pedina nelle mani di politici ben più navigati di lui.
E poi ancora, sempre il 23 aprile, a Di Maio preparano un altro lungo post (https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/photos/a.522465337790017.1073741826.522391027797448/1330161660353710/?type=3) in cui però scorgo qualcosa inserito di suo pungo, e precisamente nel punto in cui mi definisce “ignorante”. Solo lui può arrivare a tanto…
Poi altrove credo che mi abbia anche intimato di chiedere scusa agli italiani per aver difeso le ONG dai suoi proditori e immotivati attacchi, dai sospetti senza seguito di Zuccaro e dalle azioni di Minniti.
Oggi leggo un’intervista che Luigi Di Maio avrebbe rilasciato ieri all’agenzia tedesca DPA (Deutsche Presse Agentur) in cui, contro ogni evidenza, nega di aver mai definito le ONG “taxi del mare” (http://www.dpa-international.com/…/threat-europe-says-leade…).
Mi perdonerà quindi Di Maio se, contravvenendo a quanto genericamente faccio, oggi sarò io a dirgli di chiedere scusa.
Chieda scusa, Di Maio, per aver gettato discredito su organizzazioni che al più sono sotto processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e in un Paese in cui la legge per l’Immigrazione porta i nomi di Umberto Bossi e di Gianfranco Fini credo sia un merito essere sotto processo per voler salvare vite.
Chieda scusa per aver fatto campagna elettorale (e questo governo, con Minniti, dopo di lui) sulla pelle di chi sta male, di chi merita una mano tesa e non le tante menzogne prodotte.
E poi magari Di Maio potrà intercedere con Zuccaro e unirsi alla mia richiesta per sapere che fine ha fatto il famoso fascicolo informativo.
Se non altro per ammettere di essere stato manipolato nella creazione di una campagna di odio che ha reso l’Italia responsabile di un’infamia che sarà difficile cancellare.
Roberto Saviano
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