TRAVAGLIO SBAGLIA QUANDO DICE: “MELONI HA BUTTATO NEL CESTINO LA DESTRA SOCIALE E LEGALITARIA, ADESSO FA LA GUERRA AI POVERI E SI E’ BERLUSCONIZZATA”
MA QUANDO MAI LA MELONI E’ STATA PER UNA DESTRA SOCIALE? CHI HA CONOSCIUTO I SUOI REFERENTI SA BENE CHE INTERESSI HANNO SEMPRE DIFESO DA 30 ANNI… E’ UNA VITA CHE PRENDONO PER IL CULO IL POPOLINO … HA INVECE RAGIONE CACCIARI: “SE NON SI FOSSE BERLUSCONIZZATA SAREBBE ANCORA AL 4%”: ESATTO, MEGLIO IL 4% E MANTENERE UN IDEALE CHE VENDERSI A REAZIONARI, LOBBY, PUTTANIERI E CORROTTI
“Meloni racconta sempre di aver iniziato a far politica sulle orme di Paolo Borsellino. Ma la destra di Borsellino non è la destra di Berlusconi, sono proprio il diavolo e l’acqua santa”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che nel corso di Otto e mezzo (La7) ha un confronto col filosofo Massimo Cacciari sulla destra meloniana.
Travaglio sottolinea: “Meloni ha buttato nel cestino via quella tradizione. Tra tutti i difetti, quella destra aveva almeno due pregi: essere destra sociale e legalitaria. Adesso è diventata una destra che fa la guerra ai poveri, illegalitaria e paradossalmente berlusconizzata dopo la morte di Berlusconi, quando invece potrebbero finalmente affrancarsene”.
“Ma quella destra di cui parli prendeva il 4%”, adesso la Meloni ha il 30% proprio perché si è berlusconizzata” osserva Cacciari.
Travaglio continua con una narrazione sbagliata: sono anni che la Meloni e la sua corte viene definita dai media come “destra sociale”, una balla colossale.
Chi, come noi, ha fatto il proprio percorso “sociale” nel Msi, conosce fin troppo bene da che parte stavano i “cattivi maestri” che hanno prodotto la Meloni, compresi quelli che oggi sono assurti ad alte cariche dello Stato o sono ministri.
Leggetevi le mozioni congressuali sottoscritte da costoro, sempre a rappresentare una destra reazionaria e conservatrice, asservita agli interessi economici di pochi.
Per non parlare del loro “passaggio” alla corte di Berlusconi fino a giurare che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Poi per darsi una connotazione si sono spacciati per “sociali” per qualche anno, travestimento più consono alle cene eleganti di Arcore e adatto a prendere per i fondelli il popolino di destra.
Dove per “sociali” non era muovere il culo e distribuire pacchi viveri nei quartieri poveri (cosa che almeno CasaPound faceva prima di trasformarsi in “patrioti reazionari” pure loro), ma difendere una lobby al giorno, a seconda di chi protestava, pur di raccattare qualche voto di protesta e spartirsi una poltrona.
Destra sociale e legalitaria questa? Ma non facciamo ridere. Al massimo destra dei bottegai.
Ha ragione invece Cacciari: se non si fosse manifestata apertamente come destra asociale e reazionaria, xenofoba e paraleghista, amica di evasori fiscali e perdonista verso i corrotti, Fdi sarebbe ancora al 4% e non avrebbe rosicchiato l’elettorato di Salvini.
Motivo di più, caro Cacciari, per risponderti: meglio il 4% di testimonianza di una “destra di Borsellino” e vicina ai più deboli, che un 30% conquistato da traditori degli ideali.
Fare politica vuol dire diffondere idee, non rappresentare la parte peggiore degli italiani pur di conquistare una poltrona.
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