TREGUA ARMATA, MA TRA I GRILLINI MONTA LA RABBIA: “COME NEL KGB”
“L’ECCEDENZA” DELLA DIARIA VERRA’ RESTITUITA, MA NELLA “NOTA RIMBORSI” OGNUNO METTERA’ QUELLO CHE GLI PARE… COSI’ SI SALVA LA FACCIA DEI “DURI E PURI”, MA NELLA SOSTANZA CHI VUOLE SE LA TERRA’ TUTTA
Notte fonda, si sbaracca. Fine della riunione fiume sui soldi.
Da uno degli ultimi banchi del mini emiciclo sotterraneo il deputato Cinque Stelle Adriano Zaccagnini spara le ultime stanche bordate.
L’eccedenza della diaria sarà restituita (in teoria), ma ciascuno avrà diritto di mettere nei rimborsi più o meno quello che gli pare.
Se qualcuno si troverà in difficoltà sarà aiutato. Con una colletta? «Sì, se fosse necessario».
Qual è il confine tra la solidarietà e l’umiliazione? Difficile che finisca qui. Zaccagnini, che molti dei suoi colleghi considerano ormai un eretico sulla via dell’espulsione, riprende la parola.
«Siamo in una situazione bruttissima, in cui si è incrinato il rapporto di fiducia. Continuo a lavorare, ma mi sento a disagio». La pausa per respirare è fatale. «Per i soldi», gli grida il furibondo senatore Airola. Brusio.
Commenti acidi. Zaccagnini li ignora.
«Le dinamiche oramai sono da KGB», sbotta mettendo l’epigrafe su un dibattito ormai sgangherato.
Ma come si è arrivati a questo punto?
La seduta inizia alle sette.
Vito Crimi si prende il centro del tavolo dei relatori. Alle 22, con modi morbidi, mette i colleghi riottosi (poco meno della metà , ma la conta è difficile visto che un’ottantina se ne sono già andati a casa) con le spalle al muro.
«Ho solo una domanda da fare: c’è qualcuno che intende non restituire l’eccedente della diaria?». Caos. «Mi basta un sì o un no. Se non c’è nessuno non votiamo neanche. Ognuno poi si prenderà la responsabilità di ciò che rendiconta».
Il deputato Alessio Tacconi, eletto in Svizzera, è il primo a replicare.
Spiega che la domanda è posta male. «Parlate di casi speciali da aiutare. Ma quali sarebbero?».
Non gli piace il metodo. Fiuta la trappola. E gli sembra che Crimi abbia un irricevibile modo da ambasciatore presso la Santa Sede.
Qualcuno vale più degli altri?
L’avvocato toscano Alfonso Bonafede si schiera con i fedelissimi di Grillo. «Io restituisco tutto, anche se c’è da valutare l’aspetto delle spese indirette familiari. Piuttosto mi amareggia che il gruppo in questa storia sia stato molto poco coeso. Specie davanti a Beppe. Voglio ringraziare Fico, Crimi e Di Battista per avere detto all’esterno che il gruppo era unito».
Sguardi torvi. Ma nessuno ha il coraggio di rompere davvero.
Il deputato friulano Walter Rizzetto spiega perchè. «Io rendo tutto. Tra l’altro mi sembra difficile votare dopo gli interventi di Crimi in tv e i post minacciosi che ho visto sul blog di Grillo. Ma una cosa la chiedo: basta con le minacce, basta con parole come black list, basta con i pezzi di merda e con i traditori».
Rispetto. Pretende di non essere trattato come un pezzente.
La stessa linea del senatore Battista che si chiederà – domanda interessante – «perchè sia la Casaleggio&Associati a indirizzare il Movimento».
O del deputato Furnari e della deputata sarda Paola Pinna, che parla di una situazione orwelliana. «La manipolazione della verità sembra quella di 1984. Avevamo firmato dei patti diversi. Ma qui il problema non sono i soldi. L’idea che ci si debba confessare per spiegare i propri problemi è una violazione della privacy e della dignità umana».
Anche lei attacca Crimi. Gli chiede conto della sua apparizione dall’Annunziata. «Con chi è stata concordata?».
La distanza tra le posizioni è apparentemente incolmabile, anche se la formula finale sulla diaria sembra chiudere la partita senza danni collaterali.
Il Movimento cerca una compattezza che oggi non ha.
Anche la leadership di Grillo non è forte come prima.
«Ma forse l’obiettivo di qualcuno è proprio cacciare venti di noi», insinua la Pinna. Fine dello show.
Finta armonia da regalare all’esterno.
I deputati si allontanano disperatamente alla ricerca del balsamo del sonno.
Andrea Malaguti
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