TREMONTI TAGLIA DEL 22% I CONTRIBUTI PUBBLICI AI PATRONATI: IL CITTADINO ORA COSI’ DOVRA’ ANDARE DAL COMMERCIALISTA
SVOLGONO SERVIZI PUBBLICI AL POSTO DELLO STATO, FORNISCONO PRESTAZIONI TECNICHE E DANNO INFORMAZIONI LEGISLATIVE E PROCEDURALI…OFFRONO UN SERVIZIO SOCIALE A BASSO COSTO, MA DANNO FASTIDIO A QUALCUNO: LA FOBIA ANTISINDACALE DI CERTA PSEUDO-DESTRA ANNEBBIA LA VISTA
Se esiste un terreno dove non dovrebbero esistere distinzioni tra destra e sinistra è quello della tutela dei lavoratori, anche perchè la categoria si divide equamente tra chi vota a destra e chi a sinistra.
Come in una certa sinistra vige ancor oggi il concetto che la colpa è sempre dei “padroni”, in certa destra si mantiene il pensiero che essa sia sempre da ricercare nei sindacati, causa di ogni italica disgrazia.
Forse costoro hanno come modello certi regimi militari o prendono ad esempio certe “repubbliche popolari” dove l’operaio deve lavorare dodici ore al giorno, non profferire parola e inchinarsi davanti alla catena di montaggio, senza diritti, senza dignità , senza futuro.
Non essendo consono al nostro ideale sociale questo modello industriale stile “padrone delle ferriere” e ritenendo invece che dovrebbero essere ancora più determinati nelle lotte sindacali proprio i sindacati di destra o autonomi, in quanto slegati dal potere politico che spesso condiziona le scelte di quelli di sinistra, ci fa riflettere un piccolo emendamento inserito in Finanziaria su imput del vertice Pdl, con il quale si stabilisce una riduzione dell’aliquota di prelevamento sul gettito contributivo per finanziare gli istituti di patronato dall’attuale 0,226% allo 0,178%.
Il taglio non si ferma qua: l’emendamento prevede che nel 2011 siano ridotti del 22% anche gli stanziamenti per i patronati previsti nella tabella del Ministero del lavoro.
La proposta del relatore alla finanziaria Azzolini taglia così ai patronati la bellezza di 87 milioni di euro in un colpo solo, ovvero quasi un quarto della somma che viene loro distribuita ogni anno sulla base delle convenzioni stipulate con il ministero.
Gli ultimi dati disponibili, quelli del 2009, indicavano 299 milioni di euro corrisposti a titolo di anticipazione: in pratica l’Inps anticipa circa l’ 80% della somma che il ministero pagherà a consuntivo.
Ai patronati sono stati cosi corrisposti a titolo di anticipo 336 milioni nel 2007, 326 milioni nel 2008 e 299 milioni nel 2009.
I patronati più rappresentativi sono la Inca Cgil, l’Inas Cisl, le Acli, la Ital-Uil, seguono i patronati dei coltivatori agricoli (Epaca), dei commercianti (Enasco) e di altre categorie.
Sono in tutto 27 quelli riconosciuti e titolari d contributi pubblici.
Cosa vuol dire tagliare del 22% questi organismi?
Vuol dire tagliare dei servizi sociali a basso costo per il cittadino che dovrà così rivolgersi a dei professionisti pagando molto di più.
I patronati poi svolgono spesso servizi pubblici al posto dello Stato ai quali ora si dovrà rinunciare, forniscono preziose prestazioni tecniche e danno importanti informazioni legislative e procedurali a milioni di assistiti.
In futuro aumenteranno le code negli uffici erariali statali e nelle anticamere dei commercialisti.
Il pensionato a basso reddito che doveva inviare una semplice dichiarazione per via informatica, ora pagherà una bella parcella, invece che venti euro a un patronato.
Che bella soluzione, vero?
Farà forse gioire qualche becero “finto destro”, certamente farà perdere molti consensi tra quegli elettori di destra che pensano invece che un governo di destra debba tutelare i lavoratori tutti, non solo gli studi dei professionisti.
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