TROPPO BELLO PER ESSERE VERO
PERUGIA, QUANDO IL “CAMPO LARGO” TROVA UNA CANDIDATA DI ALTO PROFILO
Perugia, per le comunali, si candida una giovane donna, Vittoria Ferdinandi, sostenuta da Pd, Cinquestelle, rosso- verdi, Psi e un paio di liste civiche. È laureata in psicologia, impegnata da diversi anni nel sociale, cavaliere al merito della Repubblica (ha aperto un ristorante per dare lavoro e dignità a persone con problemi psichici), cita Aldo Capitini, è molto radicata nel territorio che andrà al voto. Per giunta, cosa che me la rende molto simpatica, se la ride della nomea di radical-chic: “considero le mie origini borghesi un valore aggiunto”.
Leggo la notizia, un paio di sue belle interviste (su Repubblica e Manifesto) e penso: dev’esserci un errore. Non è possibile che per costruire il fantomatico “campo largo” bastino candidati di alto profilo e un progetto politico che non si limiti ad arrabattarsi sulla difensiva, ma opponga alla destra un’altra idea di città e di società.
È troppo bello per essere vero. Difatti, l’errore c’è. Pare che un pezzo del Pd umbro (solo un pezzo, per fortuna) si senta tagliato fuori e non accetti una candidatura che giudica “affrettata”. E si sia messo di traverso.
Sulla litigiosità a sinistra sono stati scritti, oramai, ponderosi trattati. È una sindrome composita, che si manifesta con sintomi multipli (narcisismo, settarismo, verticismo, pelonelluovismo, ecc.). Difficile dunque azzardare una diagnosi, tra l’altro destinata poi a suscitare ulteriori litigi tra i pazienti in sala d’attesa.
Però, lasciando alla sinistra umbra la propria autodiagnosi, ci sia consentito un sospetto: la paura di una vittoria sulla quale non si può mettere il cappello, è più forte della paura di perdere, però asserragliati, pochi ma buoni, nella propria vecchia bottega.
(da La Repubblica)
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