TUTINO AL BILANCIO NON E’ PIU’ SICURO, LA RAGGI NON SAPEVA CHE NON E’ ANCORA IN PENSIONE
CONTINUA LA FARSA DELLE NOMINE… ANCHE QUELLA DI BERRUTI E’ A RISCHIO E SAPETE PERCHE’? PARE CHE IL FRATELLO FREQUENTI LA FIGLIA DI MALAGO’… MANICOMIO A CINQUESTELLE
Se parli con i dirigenti dei 5 Stelle, le reazioni al nome delle Raggi sono molto diverse. In molti si sottraggono. Altri lasciano filtrare, anonimamente, perplessità
Ma critiche arrivano anche apertis verbis .
Basti sentire quel che dice Roberto Fico, quando parla di Salvatore Tutino, che sarebbe stato scelto dalla Raggi come prossimo assessore al Bilancio: «Dico solo che spero che la Raggi si sia letta le interrogazioni parlamentari che abbiamo presentato». Interrogazioni per nulla tenere con lui.
Un altro membro dell’ormai defunto direttorio, Carlo Sibilia, si augura che «la sindaca ci pensi bene, quando prenderà questa decisione».
Il mantra è che la Raggi è e deve essere autonoma: «Le decisioni le prende la signora», chiarisce Grillo seccamente, usando un termine non troppo affettuoso.
Fatto sta che non piacciono molte delle decisioni prese dalla Raggi. E la conferma arriva da Alessandro Di Battista: «Sì, con Tutino sono stato molto duro in passato».
È vero, conferma Vignaroli, «abbiamo criticato Tutino, anche se ora dobbiamo vederlo all’opera».
Piccole aperture di credito che nascondono uno scollamento sempre più evidente tra la Raggi e il Movimento.
Non sono un mistero le critiche di Paola Taverna e di Carla Ruocco. Critiche non solo su Tutino, ma anche su diverse scelte precedenti, come quella di Raffaele Marra, già vicino ad Alemanno, capo del dipartimento comunale personale.
In realtà le tre scelte appena prese – Salvatore Tutino al Bilancio, Alessandro Gennaro alle Partecipate e Gianluca Berruti all’anticorruzione – sono già in bilico.
Tutino resta papabile. Ma ci sono dei problemi sui tempi: la nomina potrebbe slittare di settimane visto che per il magistrato c’è il passaggio formale al Consiglio di presidenza della Corte dei conti per la richiesta di aspettativa senza assegni.
Raggi avrebbe voluto bypassare questo step, per questo cercava un magistrato «ex». Invece i calcoli si sono rivelati approssimativi: «Non sono un pensionato, lunedì vado regolarmente a lavoro», dice Tutino che non conferma nè smentisce la proposta della Raggi («Su questo preferisco non rispondere, capirà …»)
E poi ci sono le vecchie polemiche con i vertici del Movimento per la pensione d’oro che, nonostante ieri il tentativo di smorzare di Di Battista hanno finito con l’entrare in circolo.
È un problema che mette a rischio lo schema di Raggi.
Se Tutino non è sicuro del Bilancio, vacilla anche la scelta per le Partecipate, il 39enne Alessandro Gennaro.
Berruti invece, potrebbe pagare la presunta frequentazione del fratello con una figlia del presidente del Coni, Giovanni Malagò.
E c’è fermento tra i consiglieri M5S: alcuni hanno risposto alla mail del Coni che sollecitava di opporsi alla mozione del no alle Olimpiadi anche se l’indicazione del capogruppo Paolo Ferrara, era contraria.
La giunta, per blindare il no in Consiglio pensa a emanare una delibera.
(da agenzie)
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