TUTTE LE VOLTE CHE SALVINI HA DATO I NUMERI SULLA FLAT TAX E SE LI E’ RIMANGIATI
DOPO LE EUROPEE LA FLAT TAX COSTAVA 50 MILIARDI, POI SONO DIVENTATI 15, ORA NE BASTANO 10, UNA BUFFONATA… DAI, SCENDI A 49 MILIONI, RESTITUISCI I SOLDI RUBATI DALLA LEGA E FACCIAMO FINTA CHE ABBIAMO SCHERZATO
Matteo Salvini oggi ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dove fa sapere quanto costa la sua permanenza nel governo giallo-verde. Il prezzo che il ministro dell’Interno fissa oggi, 21 giugno 2019, è di dieci miliardi di euro.
Sono tanti? Sono pochi? A cosa servono? Dopo il suo viaggio negli USA Salvini è rimasto folgorato dalla Abenomics (che piace molto anche a Trump). Risultato: tornato in Italia scopre che «il problema è che non esiste un taglio delle tasse serio che possa richiedere meno di dieci miliardi». Davvero? Perchè meno di un mese fa Salvini era di tutt’altro avviso.
È un Salvini che si sta sgonfiando quello che vediamo oggi? Sembrerebbe di sì, perchè il vicepremier chiede “appena” dieci miliardi di euro per poter fare la sua riforma fiscale. In caso contrario, se Conte, Tria, il M5S o l’Europa non fossero d’accordo ecco pronto il Piano B: «Se non me la dovessero far fare, io saluto e me ne vado». Salvini sente proprio che è suo dovere fare questa riforma coraggiosissima. Ed è disposto ad andare fino in fondo e quindi a far cadere il governo. Ci dobbiamo preoccupare?
Prendiamo ad esempio quello che dichiarava Salvini il giorno dopo le elezioni europee. I toni (e i numeri) erano decisamente diversi. Il Leader dell’Europa dei Popoli (come lo chiama Morisi al quale evidentemente il titolo di Capitano va ormai stretto e quello di “ministro” non sembra adeguato) batteva i pugni sul tavolo. E prometteva di non aumentare l’IVA e di fare una Flat Tax al 15% per tutti.
Costo della manovra così concepita? Circa 50 miliardi di euro.
Come voleva farla Salvini? Su questo aspetto non si è mai spiegato in maniera precisa. A volte ha lasciato intuire che volesse finanziarla facendo debito. In altre occasioni ha fatto intendere che quel debito doveva essere garantito dalla BCE (cosa che non è possibile). Più di recente sono saltati fuori i minibot e pure un’assurda proposta di utilizzare la “ricchezza nascosta” nelle cassette di sicurezza (che nessuno sa a quanto ammonti di preciso).
Passa ancora qualche tempo e il costo totale della grane manovra salviniana si contrae ancora: si parla di 15 miliardi o di una forchetta tra i 10 e i 12 miliardi di euro. Come è possibile che la stessa identica proposta venga a costare un giorno 30 miliardi, un giorno 50 e un altro 10?
Certo, non c’è più la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell’Iva, ma non basta.
Per chi ritiene che questo sia l’ultimo ultimatum di Salvini ricordiamo che il leader della Lega sembrava irremovibile anche all’epoca. Ad esempio il 29 maggio dichiarava «sulla Flat Tax non mi piego all’Europa».
Curiosamente oggi non parla più di tassa piatta ma di un generico abbassamento delle tasse. E la questione dell’aumento dell’IVA — che il suo governo prevede di aumentare al 25,2% a partire dal 2020 — è letteralmente scomparsa dal discorso pubblico. Del resto Salvini non ha mai chiarito dove vuole trovare le risorse necessarie.
E non lo fa nemmeno oggi. Perchè dice solo che «con il taglio delle tasse si rianima l’economia e i soldi ritornano». Il problema però è trovarli, altrimenti come fai a spenderli? Niente.
Lui è fermamente intenzionato ad abbassare le tasse anche se i soliti burocrati-di-chissà -dove dicessero che non si può fare. Prima gli italiani! Chissà come la prenderanno gli italiani quando Salvini gli dovrà dire che se vogliono la Flat Tax (una tassa che va a vantaggio dei ricchi) dovranno prendersi un bell’aumento dell’Iva (che invece colpisce soprattutto i più poveri)?
Se ci fosse un grafico dello spread tra le promesse di Salvini e la realtà il differenziale sarebbe alle stelle. Ma lui è uno che è molto bravo a fare manovre correttive sulle sue dichiarazioni a seconda della convenienza politica ed elettorale. Qual è il senso di questa contrattazione? Se l’andamento della Salvinomics dovesse continuare con questa tendenza al ribasso fra un po’ il ministro dell’Interno supplicherà di poter spendere i 49 milioni di euro della Lega per poter fare qualche manovrina-ina-ina.
Per come si stanno mettendo le cose sembra già di rivedere il film della Manovra del Popolo. Vi ricordate di quando Di Maio e Salvini giuravano che non avrebbero accettato nulla di meno di un 2,4% e poi Conte tornò a casa con un 2,04%?
(da “NextQuotidiano”)
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