TUTTO TRANNE SEMBRARE EUROPEI
MELONI NON HA VOLUTO SOTTOSCRIVERE LA REVISIONE DELL’ACCORDO CON ISRAELE
“Centinaia di camion fermi alle frontiere di Gaza”. Non lo dice Hamas, la fonte è l’Unione europea, e a meno che l’Unione europea prenda ordini da Hamas, l’immagine, viene da dire con un certo rassegnato sarcasmo, è biblica: centinaia di camion fermi, sotto il sole di giorno, sotto le stelle di notte, carichi di cibo, acqua, medicine, sono una distesa impressionante di vita e di salvezza, e fermarli è un atto di morte.
È un elemento di chiarezza, per noi italiani, sapere che il governo Meloni non ha inteso sottoscrivere la revisione dell’accordo di alleanza con Israele, votata da diciassette Paesi membri dell’Ue proprio alla luce di quella distesa di camion fermi. L’Italia sta con gli altri dieci, netta minoranza soprattutto in termini di quantità di cittadini. Sono Ungheria, Croazia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Repubblica Ceca, Lituania e Germania (astenuta la Lettonia).
Della Germania è nota e comprensibile la difficoltà a contrariare Israele. Ma gli altri? Che cosa impedisce ai governi degli altri Paesi di unirsi alla grande maggioranza dell’Europa democratica, inorridita da quanto accade a Gaza? Li trattiene una scadente concezione del diritto alla sopravvivenza (degli altri), sottomesso all’esigenza politica di smarcarsi da una posizione comune europea.
Il governo di Israele parla di “ossessione anti-israeliana” ma il suono è quello di un disco rotto, di una tragica incapacità di prendere atto che esistono diritti universali non sindacabili, e quanto accade da molti mesi a Gaza è una violazione sistematica e accanita di questi diritti. Il governo italiano non mostra di saperlo; oppure, se lo sa, non intende dirlo, per non correre il rischio di sembrare troppo europeo.
(da agenzie)
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