UN CADAVERE NELLA NEVE DI MOSCA, I SERVIZI UCRAINI HANNO GIUSTIZIATO MIKHAIL SHATSKY, IL PROGETTISTA DEI MISSILI CHE PIOVONO SU KIEV
BUDANOV NON PERDONA, LE OPERAZIONI MIRATE CONTINUANO
Un cadavere tra la neve del parco Kuzminsky, Kotelniki, Mosca. È il corpo senza vita di Mikhail Shatsky, uno dei progettisti del centro che sviluppa i missili che stanno piovendo in queste ore sull’Ucraina.
La Difesa gialloblu, dice la stampa di Kiev, ha rivendicato le pallottole che hanno messo fine alla vita dell’esperto: “La morte è probabilmente stata orchestrata dal Gur, intelligence militare ucraina. Chiunque è coinvolto nello sviluppo del complesso militare industriale russo e sostiene l’aggressione russa in Ucraina è, in un modo o nell’altro, obiettivo legittimo delle Forze di Difesa”.
Il primo a dare la notizia della morte è stato giornalista anti-Cremlino Aleksandr Nevzorov sul canale Telegram: “È stato eliminato un criminale particolarmente pericoloso”.
Shatsky era il vice capo del dipartimento incaricato di modernizzare i missili da crociera Kh59 e Kh69 del colosso Rosatom e si occupava dell’integrazione di tecnologia avanzata e intelligenza artificiale in droni, aerei e veicoli spaziali.
Un anno fa, il 6 dicembre 2023, è stato assassinato l’ex deputato ucraino filorusso Ilia Kyva durante un’operazione speciale dei servizi di sicurezza ucraini Sbu. “Un simile destino toccherà agli altri traditori dell’Ucraina” ha detto Andrii Yusov, portavoce dell’intelligence.
Kyva, eletto nel 2019 tra le fila del partito filorusso Piattaforma d’opposizione, legato all’oligarca Viktor Medvechuk e accusato di tradimento da Kiev, era scappato dalla Capitale ucraina a febbraio 2022, qualche giorno prima che i carri armati russi varcassero il confine. Nello stesso giorno fu ucciso con una bomba piazzata nella sua auto regione orientale Oleg Popov, deputato nel parlamento di Lugansk. Non sono i primi, probabilmente non saranno gli ultimi omicidi mirati dell’intelligence ucraina. Prima di loro sono stati uccisi la figlia dell’ideologo anti-occidentale Darya Dughina e Vlad Tatarsky, blogger militare filo-russo: la prima è morta per una bomba piazzata nella sua auto, il secondo per un ordigno piazzato in un bar di Pietroburgo.
(da Il Fatto Quotidiano)
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