UN FENOMENO LE PEN IN ITALIA? GLI INTELLETTUALI DI DESTRA DICONO NO
LE OPINIONI DI MALGIERI, VENEZIANI, SOLINAS, BUTTAFUOCO, DE TURRIS
Un fenomeno Le Pen anche in Italia? L’intellighenzia di destra dice no.
E non perchè in Italia non ci siano le stesse istanze raccolte dal Front National in Francia ma perchè nessuna delle forze politiche che hanno provato a intestarsi la vittoria di Marine Le Pen sembrano capaci di interpretare lo stesso ruolo in Italia.
SUCCESSO ANTICO
«Il Front National – spiega Gennaro Malgieri – esiste dal 1961 e negli anni ha saputo creare una classe dirigente di prim’ordine. Non si tratta di un semplice fenomeno “anti-euro”, non a caso Le Figarò ha titolato parlando di “Voto di adesione”, non di protesta».
L’ANOMALIA
Secondo l’analisi di Stenio Solinas su Il Giornale , «gli eredi del Msi hanno dilapidato le radici comuni con il Front National e non hanno compreso la forza del populismo». E il treno della storia non gli concederà una seconda possibilità .
Analisi sostanzialmente condivisa da tutti gli intellettuali conservatori.
«La destra italiana – spiega Gianfranco De Turris – ha gettato alle ortiche la sua chance in due occasioni: col congresso di Fiuggi e con lo sbarco nel Pdl. La seconda andava evitata, la prima andava fatta diversamente. Invece si preferì rinnegare tutto il bagaglio identitario per accreditarsi nei salotti buoni. E non lo si sostituì con null’altro».
«Questa destra è la stessa che ha votato il fiscal compact o il pareggio di bilancio. Come può ora essere simile a quella della Le Pen?» si chiede ancora Malgeri.
Stessa prospettiva indicata da Marcello Veneziani: «Quando la destra italiana è cresciuta, non è rimasta alternativa al sistema ma è stata inserita nel gioco. Con l’alleanza con Berlusconi si è creata una cesura tra la destra “di palazzo” e la componente più radicale, rimasta ai margini».
Una situazione che destinata a protrarsi nonostante l’inevitabile, uscita di scena dell’ex premier: «Le soglie di sbarramento previste dall’Italicum impediranno un affrancamento da questo “neoberlusconismo”, che continuerà ad essere un ostacolo insormontabile per una destra di tipo francese».
POCA CREDIBILITà€
«Il “gemello” italiano del Front National non esiste più – avvisa Pietrangelo Buttafuoco – tantomeno possono sperare di esserlo gli epigoni attuali. Mi fa ridere, ad esempio, Alemanno quando ora festeggia la Le Pen. Qualche anno fa, da sindaco di Roma, non avrebbe mai preso una posizione del genere».
«L’enorme handicap di Fratelli d’Italia – spiega ancora De Turris – è schierare nelle sue file gli stessi esponenti responsabili della morte della destra in Italia. Oggi, in quel campo, restano solo le macerie causate da Fini».
L’unico a dare qualche «chance» alla Meloni è Giampaolo Rossi: «La leader di Fdi sta facendo un gran lavoro per ricostruire una destra identitaria e moderna, provando a uscire dall’angolo in cui l’avrebbero relegata le posizioni radicali».
Al tempo stesso, Rossi spera ancora in un colpo di coda di Berlusconi: «È il leader che più di tutti ha pagato l’influenza dei potenti europei. Nonostante ciò, continuo ad assistere ad atteggiamenti troppo moderati da parte di Forza Italia».
GRILLO È ALTRA COSA
Su un aspetto, però, sono tutti d’accordo. Il M5S e il Front National sono lontani anni luce. E non perchè, come sostengono i grillini, «noi siamo democratici».
Ma perchè alle spalle del partito della Le Pen c’è un’elaborazione concettuale completamente assente nel partito italiano.
«Non basta essere anti-euro per essere come la Le Pen – dice Buttafuoco – dietro il Front National c’è un sistema di valori ben preciso. Grillo, semmai, assomiglia alla lista Tsipras. Con candidati diversi».
«Il dna del M5S è di sinistra radicale – concorda Rossi – e infatti manca completamente di concetti come liberismo o identità nazionale».
«Grillo sa bene che il Front National non è classificabile con le categorie destra-sinistra – conclude De Turris – ma se ne tiene furbamente lontano, per non spaventare il suo elettorato assimilabile a quello dei centri sociali».
Carlantonio Solimene
(da “il Tempo“)
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