“UN GIGANTE CHE HA RIVOLUZIONATO LA CULTURA”
IL CORDOGLIO DELLE ISTITUZIONI NEL RICORDO DI UMBERTO ECO… SGARBI: “L’INTELLETTUALE PIU’ GRANDE DAI TEMPI DI CROCE”
Un “gigante”, una “perdita enorme”. Uno dei nomi “più venerati nel mondo”, una figura riconosciuta in tutta Europa e fino agli Stati Uniti.
Un intellettuale totale e trasversale, che ha trasformato la cultura in best-seller, ha avvicinato il mondo accademico e della cultura al resto della società .
La morte di Umberto Eco rimbalza sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, dal New York Times a Le Monde, passando per il Guardian o El Paìs.
“Ci ha lasciato un gigante” dice il ministro della Cultura Dario Franceschini, “è una perdita enorme” aggiunge il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si definisce “particolarmente addolorato” e definisce Eco “un uomo libero e di grande passione civile”.
Da Madrid esprime cordoglio il premier Mariano Rajoy, da Strasburgo lo piange il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz.
Per Vittorio Sgarbi è stato l’intellettuale più grande dai tempi di Benedetto Croce, Roberto Saviano lo ringrazia citando l’ultima frase del Nome della Rosa, nomina nuda tenemos. “C’è stato — aggiunge — quando, sconosciuto e in difficoltà agli inizi, la mia vita stava precipitando”. La Nave di Teseo, la casa editrice che Eco, insieme ad altri autori, aveva fondato per lasciare quella che aveva chiamato Mondazzoli, lo saluta con un’immagine sulla sua pagina facebook: “Addio capitano — si legge — Grazie Umberto Eco”. “Ha lavorato con noi fino all’ultimo” ha raccontato su Repubblica Elisabetta Sgarbi, che coordina la nuova iniziativa editoriale.
“Umberto Eco — continua la Sgarbi parlando all’AdnKronos — ha detto che fondare una nuova casa editrice era una follia, ma che si doveva farlo. Che lo faceva per i suoi nipoti. Con questa serietà , sino al visto si stampi, ha seguito il suo ultimo libro in cui, ancora una volta, riversa tutto il suo genio: si intitola ‘Pape Satan Aleppe. Cronache di una società liquida’. E uscirà per la sua casa editrice La nave di Teseo”.
Mattarella: “Uno spirito critico che ha portato grande prestigio”
I saggi e i romanzi di Eco “hanno portato grande prestigio all’Italia e arricchito la cultura di ogni latitudine” scrive in una nota il presidente Mattarella. “Umberto Eco — continua il capo dello Stato — era un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile. È stato un protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale. Nella sua autobiografia si specchia il percorso di ricerca di identità culturale di intere generazioni del dopoguerra. Interprete, nei suoi anni giovanili, dei fermenti che animarono il mondo cattolico, seppe esprimere in modo creativo nelle sue diverse esperienze la curiosità che lo guidava, sia sul terreno della sperimentazione dei linguaggi, a partire dalla televisione, sia su quello della ricerca semiologica. La critica sociale che ha espresso nei suoi saggi e nei suoi frequenti interventi pubblicistici era figlia di questa capacità di lettura della società contemporanea. Umberto Eco ha vissuto immerso nelle contraddizioni del suo tempo, senza lasciarsene travolgere”.
Il presidente ricorda ancora di Eco come fosse “osservatore acuto e disincantato, scrittore finissimo, anticipatore e sperimentatore di fenomeni e tendenze” e che “si è sempre proiettato nella dimensione internazionale, lontano da ogni chiusura dogmatica o provinciale”.
Renzi: “Inesauribile capacità di anticipare il futuro”
Renzi ha mandato un messaggio di cordoglio ai familiari di Eco. “Esempio straordinario di intellettuale europeo — ha sottolineato il capo del governo — univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro”. Renzi si era intrattenuto con Eco e con il presidente della Repubblica francese Franà§ois Hollande a Expo, a Milano, sui temi della identità europea, dell’innovazione scientifica, della memoria e della lotta contro l’intolleranza. “Una perdita enorme per la cultura, cui mancherà la sua scrittura e voce, il suo pensiero acuto e vivo, la sua umanità ”.
“Ci ha lasciato Umberto Eco — aggiunge il ministro Franceschini su twitter — Un gigante che ha portato la cultura italiana in tutto il mondo. Giovane e vulcanico fino all’ultimo giorno”. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi lo ha definito “un grande ambasciatore dell’Italia nel mondo”.
I sindaci delle “sue” città : “Ci mancherai”
In lutto i sindaci delle “sue città ”, Bologna e Milano.
“Ci mancherai — scrive su facebook il primo cittadino del capoluogo emiliano, Virginio Merola — Mancherai a Bologna, ci mancherà il tuo ingegno, il tuo spirito, la tua libertà di pensiero. Addio Umberto”.
Un dolore espresso anche dal collega lombardo Giuliano Pisapia: “Addio maestro e amico, genio del sapere innamorato di Milano, uomo di sterminata cultura e di grande passione politica. Milano senza di te è triste e più povera. Ma Milano è orgogliosa di essere la tua amata città . Averti vicino in questi anni è stato un grande privilegio”. Infine Maria Rita Rossa, sindaco di Alessandria, dove Eco è nato, che da una parte esprime il timore per un vuoto improvviso e dall’altra ricorda che quel vuoto sarà riempito dalla lezione lasciata dallo scrittore: “Ci rimane la sua cultura, le tracce di una intera vita nei suoi libri, nella sua dignità e nei suoi esempi. E, più forte di ogni segno tangibile, ci rimane quel monito che è soffio di vitale della conoscenza: la curiosità e la consapevolezza di sapere di non sapere e non fermarsi mai nello studio”.
Maraini: “Perdita per l’Italia”. Lagioia: “Ha reso la cultura un mondo più aperto”
Per Dacia Maraini “oltre a essere un grande scrittore, era un amico, una persona squisita, disponibile, gentile, non saliva mai in cattedra e aveva un fortissimo senso dell’ironia. E’ una perdita personale, ma anche una perdita per l’Italia perchè il suo sguardo era sempre acuto e sapiente”.
Nicola Lagioia, scrittore, vincitore del Premio Strega 2015, scrive: “Umberto Eco era così parte dell’orizzonte culturale e da così tanti anni che quasi non si è abituati a considerarlo di carne e ossa”.
“La cosa interessante — osserva parlando con l’AdnKronos — è che Eco ha svecchiato la cultura italiana della sua generazione rispetto a tutta una serie di generi che i letterati consideravano sottocultura. Mi colpì molto, a tal proposito quando Eco disse che con il tempo è invecchiato di più ‘Il giovane Holden’ che ‘Peanuts’. La sua famosa battuta ‘Posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi’ non nasceva dal desiderio di appiattire tutto, ma di dare dignità culturale a generi come il fumetto. Io so, per esempio, che molti coetanei di Umberto Eco, letterati e scrittori, si scandalizzarono quando uscì ‘Il nome della rosa’, ebbero veri e propri travasi di bile, ma al di là del fatto che piaccia o no, quel romanzo ha creato un filone e questo rimarrà ”. Lagioia fa notare poi che Eco è morto nello stesso giorno della scrittrice statunitense Harper Lee: “Il dio della letteratura — sorride — a volte fa dei brutti scherzi”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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