UN PIATTO DI LENTICCHIE: VON DER LEYEN PER GARANTIRSI L’APPOGGIO DELLA MELONI, AVREBBE OFFERTO ALL’ITALIA IL COMMISSARIO AL BILANCIO E PNRR
LA SOLUZIONE È UN APPOGGIO DI FDI SENZA UNA TRATTATIVA PUBBLICA NÉ UN RICONOSCIMENTO POLITICO. COSÌ ANCHE IL TRIO TUSK-SCHOLZ-MACRON NON PUÒ OPPORSI
La Commissione europea dovrebbe adottare il report annuale sullo stato di diritto il 24 luglio, dopo la sessione plenaria dell’Europarlamento dal 16 al 19 luglio che potrebbe confermare il bis di Ursula von der Leyen.
E’ quanto emerge dall’ultimo ordine del giorno della riunione del collegio dei commissari datato 18 giugno. Il rapporto era inizialmente previsto per il 3 luglio. Nei giorni scorsi il report era finito al centro delle polemiche dopo alcune indiscrezioni pubblicate da Politico.eu, secondo cui von der Leyen avrebbe deciso di farne slittare la pubblicazione per garantirsi il sostegno di Roma per assicurarsi il bis.
La delega al Bilancio, al Pnrr e ai fondi di coesione. Ursula von der Leyen prepara questa offerta alla presidente del consiglio, Giorgia Meloni, per convincerla a rientrare nel gioco dei “top jobs”. Non per far parte della maggioranza ufficiale che eleggerà le principali istituzioni comunitarie ma almeno per non arroccarsi in una isolata opposizione. Un ruolo che sembra ritagliato su Raffaele Fitto.
Dopo il summit di lunedì sera, quindi, la trattativa per la presidenza della Commissione e per gli altri incarichi di vertice, è entrata in una fase di stallo. Con il governo italiano ormai sospinto ai margini del processo decisionale. . L’offerta che sta informalmente rivolgendo a palazzo Chigi mira proprio a inserire di nuovo Roma nel circuito del negoziato. «L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione – è il ragionamento – e va inclusa. Tenerla fuori significa anche rafforzare il fronte antieuropeista».
Meloni lunedì sera è stata – racconta uno dei partecipanti alla cena dei leader – «umiliata ed emarginata». La scelta della premier italiana di sottrarsi all’accordo, infatti, è stata imposta e non certo voluta. Determinata dai “negoziatori” di Ppe, Pse e Renew. Anche, appunto, dai due rappresentanti popolari, il premier polacco Tusk e quello greco Mitsotakis.
Ora arriva il contentino, senza, però, una trattativa pubblica. Senza alcun aperto riconoscimento politico. Solo un negoziato “vis a vis” tra loro due.
(da agenzie)
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