UNA GIORNATA DA DISOCCUPATO: TANTE FILE PER FARE TOPOLINO
AI CENTRI PER L’IMPIEGO NESSUNO TI CHIAMA, COMPILI IL MODULO PER VEDERE LE OFFERTE IN BACHECA: 1.400 EURO LORDI PER VESTIRSI DA PUPAZZO A DISNEYLAND
La giornata del disoccupato inizia presto.
La sveglia è tra le 7 e le 8 di mattina: tempo da perdere non ce n’è. Almeno per chi non ha rinunciato definitivamente al miraggio del lavoro.
La colazione è necessariamente frugale. L’analisi del disoccupato è spietata: ogni gesto corrisponde a un costo.
I piccoli piaceri sono eliminati oppure vissuti con ansia.
Il nostro giovane disoccupato non compra i giornali, si affida alla lettura dei quotidiani online. Il titolo di questa mattina è uguale a quello di tre mesi prima, sei mesi prima e via dicendo. Ci sono le parole: “disoccupazione”, “Istat” e “record”.
Per capire quale sia la notizia si può saltare il testo, basta aggiornare i numeri.
Nei primi tre mesi del 2014 — apprende il ragazzo — il tasso di chi non riesce a trovare un lavoro è cresciuto per l’undicesimo trimestre consecutivo dal 2004.
La percentuale è salita quasi di un punto rispetto all’anno scorso: siamo al 13,6 (12,6% il tasso di aprile, i disoccupati sono 3,5 milioni) .
Tra i 15 e i 24 anni, resta a casa quasi una persona su due: il 46 per cento. Al sud il tasso generale vola al 21,7 per cento, tra i giovani al 60,9.
La cifra, peraltro, non tiene in considerazione la massa di chi il lavoro ha smesso di cercarlo.
Il nostro giovane disoccupato vive a Roma, è laureato da qualche mese in una disciplina umanistica, ha svolto una serie di piccole attività in nero per pagarsi gli studi.
Non vive in centro, paga un affitto a prezzo di mercato (quindi clamorosamente alto) e resiste con i soldi dei genitori, sotto la minaccia che il rubinetto stia per essere chiuso.
Nemmeno lui rientra nelle statistiche dell’Istat: formalmente non è disoccupato ma “inoccupato”, poichè ancora alla ricerca del suo primo contratto d’impiego.
Dopo la colazione, si mette “al lavoro”. Il ferro del mestiere è il curriculum vitae, aggiornato freneticamente seguendo i consigli incrociati di decine di “esperti” dentro e fuori la rete. I
Il cv modello europeo è indispensabile, ma il nostro disoccupato ne tiene da parte anche un altro meno rigido: è convinto che metta in risalto le sue qualità personali.
Le prime ore sono passate alla ricerca estenuante delle offerte di lavoro più adatte al proprio profilo.
Di nuovo, per risparmio, usa quasi esclusivamente internet. Di rado compra Porta Portese o altre riviste di annunci. Meglio i siti. Un’infinità : InfoJobs, Monster, Kijiji, Subito, JobSoul, CareerJet, JobAdvisor.
Il numero di portali specializzati è inversamente proporzionale alle possibilità di farcela.
Il nostro disoccupato è laureato ma non è choosy: negli ultimi mesi viaggia a una media di 25-30 curricula spediti al giorno.
Confessa con imbarazzo di aver ottenuto appena un paio di colloqui di lavoro e di non aver mai superato lo scoglio del primo incontro. In alcuni casi i curricula li porta in sede, di persona, ma il suo telefono rimane in silenzio.
Dopo qualche ora di fronte al monitor, il nostro disoccupato studia il percorso del giorno tra le agenzie interinali della città .
Pensa ai brevi, gelidi colloqui che lo aspettano agli sportelli. Anche oggi gli verrà detto che è troppo qualificato per metà delle offerte di lavoro e troppo poco specializzato per l’altra metà .
Dopo un tramezzino, è pronto per l’ultima tappa, verso il “centro d’impiego” (l’ex ufficio di collocamento).
Quello del nostro disoccupato è a Cinecittà , estremo est all’interno del raccordo anulare di Roma.
Il viaggio in scooter è scandito dalla malinconica fermata al distributore di benzina: 5 euro per sollevare la lancetta dalla riserva. Il centro è al piano terra di un palazzone in via Rolando Vignali. Non c’è posto nemmeno in piedi, nonostante i sette sportelli aperti.
Meglio nel pomeriggio. In queste ore l’esercito dei senza lavoro si dirada.
Il nostro disoccupato ottiene un cedolino che certifica il suo status: per essere iscritto nelle liste di disoccupazione bisogna avere un reddito inferiore agli 8 mila euro lordi.
Ora nessuno ti chiamerà mai, sei tu che può iniziare la ricerca sulle bacheche del centro e — tanto per cambiare — inviare le sue candidature.
Incontra Gianmaria, 27 anni, che osserva le vetrine semivuote e dice: “È sempre così: una valanga di persone per pochissime offerte. Riguardano quasi sempre collaboratori, apprendisti o tirocinanti”.
In bacheca un’offerta per andare a Disneyland — Parigi. Profili richiesti: “personaggio Disney e ballerino”. Per fare Topolino per qualche mese: 1.490 euro lordi. Gianmaria ha un diploma scientifico e lavora part-time per un call center di recupero crediti. “Mi pagano a rendimento. Più sono aggressivo, più soldi porto a casa”.
Ha fatto di tutto: barista, postino, fattorino. Spesso in nero. Oppure a tempo determinato: “Il trucco — sostiene — è iniziare a cercare il tuo prossimo lavoro quando quello che stai facendo non è ancora scaduto. Non sempre ci si riesce: io, a quasi 30 anni, sono dovuto tornare a vivere da mamma e papà ”.
Tommaso Rodano
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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