MOSE, IL PIZZINO CON I SOLDI A DAVIDE ZOGGIA (PD) E LIA SARTORI (PDL)
LE ELARGIZIONI DELLA COOP COVECO, IMPEGNATA NELL’APPALTO… ZOGGIA CHIARISCE: “SOLDI REGISTRATI PER LA CAMPAGNA ELETTORALE E PER UNA CONSULENZA”
Il foglio che pubblichiamo qui accanto è considerato dai pubblici ministeri veneziani una prova contro l’ex europarlamentare di Forza Italia Lia Sartori, in carica dal 1999 al 2014.
Il foglio infatti indica il pagamento al politico del centrodestra di una somma pari a 25 mila euro da parte del Coveco, società cooperativa impegnata nella costruzione del Mose e parte del CVN, il Consorzio Venezia Nuova.
La cosa interessante non è tanto il fatto che una coop rossa finanzi un politico berlusconiano, siamo ormai abituati anche a di peggio e comunque in questo caso era Giovanni Mazzacurati del CVN, secondo i pm, a usare il Coveco come un ufficiale pagatore, ma il fatto che oltre alla Sartori nell’elenco figurano anche due politici del Pd: il consigliere regionale Sergio Reolon, allora in corsa per essere rieletto presidente della Provincia di Belluno.
Accanto al nome di Reolon sono segnati 10 mila euro come ‘ contributo volontario candidato’.
Soprattutto nell’elenco spicca un politico di livello nazionale: Davide Zoggia, già presidente della Provincia di Venezia, ma poi nominato nel 2009 (fino all’avvento di Renzi) responsabile enti locali del Pd, infine eletto deputato e divenuto celebre come uno dei fedelissimi di Pierluigi Bersani.
Sul foglio sono riportati tre pagamenti nei suoi confronti: “40. 000 euro contributo volontario candidato Zoggia” e poi due fatture da 7. 428, 72 euro ciascuna e pagate a Davide Zoggia che dovrebbero esser e state pagate il 28 luglio 2009.
È stato trovato a casa dei genitori di Elena Scacco, una dipendente del Consorzio Nuova Venezia, che lo aveva scritto su richiesta di Pio Savioli, l’uomo che si occupava dei pagamenti per conto della cooperativa rossa che fa parte del CVN, il Coveco.
Secondo le testimonianze raccolte quelle somme provenivano dalle sovrafatturazioni per operazioni inesistenti fatte da Coveco al CVN.
I manager avevano dato disposizione che fosse scritto tutto su “carta mangiabile” però gli investigatori l’hanno trovato.
I pm contestano solo i 25 mila euro alla Sartori anche se nell’elenco ci sono versamenti più ampi (ma probabilmente esclusi dagli accertamenti penali perchè registrati e legali) come per esempio i 100 mila euro dati alla Fondazione Studium Marcianum creata dall’allora Patriarca di Venezia Angelo Scola.
A prescindere dalla loro qualificazione da parte dei pm i versamenti ai politici del Pd sono politicamente sensibili.
Reolon al Fatto dice: “Non ricordo quel versamento di 10 mila euro e non mi risulta tra quelli registrati. Anche i contributi per le provinciali devono essere registrati. Quindi sarà stata un’intenzione del Coveco poi non attuata. Comunque il Mose non c’entra perchè non potevo fare nulla per loro. Io ho lavorato alla Lega delle Cooperative e Coveco fa parte della Lega”.
Così Zoggia risponde al Fatto: “I contributi delle provinciali non vanno denunciati a differenza di quelli per l’elezioni della Camera. I 40 mila euro mi sono stati dati con delibera del CoVeCo. per la campagna elettorale delle provinciali del 2009. Sono stati registrati ovviamente anche nel conto corrente della campagna. Quanto alle due fatture, io dal giugno 2009 al dicembre 2009 ho continuato a svolgere l’attività di commercialista perchè non ero più presidente della Provincia ma solo consigliere provinciale. Divento responsabile enti locali del Pd nel dicembre 2009. La prestazione risale al periodo in cui non ero nè presidente della Provincia nè responsabile enti locali”.
Non riscontra nessun conflitto di interessi?
“No. Mi pare non ci sia nessuna contestazione penale, Co. Ve. Co. non faceva mica solo il Mose”.
Se poi gli si chiede qualche dettaglio sulle prestazioni fatte in cambio dei 15 mila euro, Zoggia si innervosisce: “Ritengo di averle dato la risposta. Ho fatto consulenza varia, sono un commercialista: controllo di contabilità , cose varie dal punto di vista fiscale”.
Chi le ha dato il mandato?
“Non ricordo”.
Marco Lillo
(da “il Fatto Quotidiano”)
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