UNITI DA VERDINI, I DUE MATTEO ORA VOGLIONO SALVARE LA SANTANCHE’
L’ASSE TRA SALVINI E RENZI, IL DIBATTITO FARSA E SENZA VOTO
La vigilia dell’informativa al Senato di domani è stata più serena del previsto per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, finita sotto accusa per le inchieste del Fatto e di Report per la mala gestione delle sue aziende Ki Group e Visibilia.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, continua a difenderla fino nuovi sviluppi giudiziari dalla Procura di Milano e Santanchè negli ultimi giorni si è mossa per evitare che il dibattito di mercoledì diventi un ring pericoloso.
La ministra ha cercato la copertura di due figure che hanno un ruolo importante per mantenere il posto: il leader della Lega, Matteo Salvini, e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Negli ultimi giorni, Santanchè ha contattato entrambi per cercare una copertura politica, dicono due fonti di primo piano a conoscenza dei colloqui. A Salvini la ministra ha chiesto di abbassare i toni ed evitare le accuse personali, mentre con Renzi c’è stata da subito sintonia politica, una volta emerso il caso: il leader di Italia Viva ha manifestato alla ministra il suo sostegno dichiarandosi contrario all’informativa in aula.
Il ruolo di Salvini è importante perché, una volta emerso il caso, erano stati prima il capogruppo della Lega Riccardo Molinari e poi il vicesegretario Andrea Crippa a chiedere alla ministra di venire a riferire in aula. L’indomani, Santanchè aveva chiamato direttamente Salvini infuriandosi: “Ma siamo pazzi?”. Nei giorni successivi, la ministra ha chiesto a più riprese al leghista di abbassare i toni, invitandolo a evitare le uscite “improvvide” dei suoi parlamentari e dirigenti che “mettono in difficoltà il governo”.
Santanchè avrebbe anche anticipato a Salvini i contenuti della sua informativa di mercoledì, spiegando che nelle sue aziende era “tutto regolare”, dice un parlamentare informato dei fatti. Anche Meloni ha contattato Salvini chiedendogli espressamente di cambiare versione.
Sarà per posizionamento tattico – la volontà di logorare il governo – o per convincimento che negli ultimi giorni il leghista ha cambiato totalmente posizione: prima ha detto di aver “fiducia in tutti i ministri”, poi ha sostenuto che Santanchè “non debba spiegare nulla”. Nell’intervento di mercoledì al Senato – probabilmente parlerà il capogruppo Massimiliano Romeo – Santanchè spera di ottenere la benevolenza del Carroccio. L’altra sponda è quella di Renzi, apparentemente ininfluente dal punto di vista dei numeri. Eppure l’appoggio del leader di Italia Viva serve a Santanchè per spaccare l’opposizione. Renzi ha fatto sapere alla ministra di essere contrario a un’informativa, perché noi siamo “garantisti” e soprattutto perché il nemico comune è Report, programma che raccontò l’incontro tra Renzi e lo 007 Marco Mancini all’autogrill di Fiano Romano poco prima della crisi del governo Conte-2. Renzi è molto amico di Santanchè: Visibilia è la concessionaria della pubblicità del Riformista (Renzi ne è direttore).
E non è la prima volta che il leader di Iv appoggia Santanchè: una settimana prima dell’elezione dei presidenti delle Camere, i due cenarono insieme accordandosi sull’elezione di La Russa presidente del Senato, che passò coi voti dei renziani e non di FI. Santanchè condivide con Salvini e Renzi un amico: Denis Verdini, agli arresti domiciliari e legato alla ministra e all’ex premier, nonché padre della compagna del leghista, Francesca.
La posizione della ministra è migliorata nelle ultime ore. Domani l’informativa sarà senza voto e con un intervento di cinque minuti per partito, senza replica. Un contesto “amico” organizzato dal presidente del Senato La Russa, che è stato il legale delle sue aziende Negma e Visibilia. I due ieri hanno pranzato insieme a Milano a margine del forum di Assolombarda. Anche la linea Meloni non cambia: non ci si dimette per un’inchiesta giornalistica, ma la posizione di Santanchè potrebbe cambiare nel caso in cui la ministra dovesse ricevere un avviso di garanzia legato alla conclusione delle indagini.
(da Il Fatto Quotidiano)
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