VADEMECUM PER ASPIRANTI MINISTRI: PRENDETE IL VOSTRO CURRICULUM E TAGLIATE
IN UN GOVERNO DOVE SE NON HAI MAI LAVORATO DIVENTI MINISTRO DEL LAVORO O DEGLI INTERNI, CAZZO VOLETE CHE SERVA TAROCCARE UN CURRICULUM
Piccolo consiglio ai nominandi ministri del nominando governo Conte.
Lasciate perdere quello che state facendo (un abito blu ce l’avrete, e il programma è già scritto, firmato e registrato, quindi non c’è nulla di urgente di cui vi dobbiate occupare fino al voto di fiducia, peraltro già scontato).
C’è una cosa importante, di cui vi dovete occupare con la massima urgenza: il vostro curriculum.
Recuperatelo immediatamente, prima che sia troppo tardi, e poi tagliate, tagliate, tagliate.
Tutto quello che avete scritto può essere usato contro di voi, se avete commesso quello che vi magari sembrava solo un piccolo peccato di vanità .
Guardate quello che sta capitando al professor Giuseppe Conte – non ancora presidente del Consiglio – che aveva scritto nel suo sterminato curriculum di 12 pagine di aver «soggiornato, dall’anno 2008 all’anno 2012, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University per perfezionare e aggiornare i suoi studi», e che oggi ha dovuto leggere una secca smentita del portavoce dell’università americana («Una persona con questo nome non compare nei nostri archivi come studente o membro di facoltà »).
E magari il professor Conte avrà fatto cose interessantissime, nelle sue estati newyorkesi, esperienze preziose per la sua cultura giuridica, ma quei pignoli degli americani sono andati a cercare nei registri e il suo nome non c’è proprio.
Un po’ imbarazzante, per il prossimo premier italiano, esordire così sul New York Times.
Si dice che l’esperienza insegna. Forse, ma non in Italia.
Abbiamo visto una ministra dell’Istruzione che fin dal giorno in cui è stata nominata è stata inseguita da una feroce polemica per la scoperta nel suo curriculum di una laurea che non era una laurea.
Abbiamo assistito alla stroncatura della carriera politica di un promettente e brillante leader di partito che aveva inserito nel suo curriculum due lauree e perfino un master a Chicago, purtroppo per lui mai conseguiti.
Eppure c’è ancora qualcuno che pensa che non ci sia nulla di male, a scrivere «visiting professor alla XY University» anche se ha tenuto solo una lezione a un seminario.
Errore. Anzi, doppio errore. Perchè il curriculum corto aiuta.
Se non hai la laurea, puoi tranquillamente guidare un partito.
Se non hai mai avuto una busta paga, puoi diventare addirittura ministro del Lavoro. Non lasciatevi ingannare dalla parola “meritocrazia”, è messa lì perchè piace alla gente, ma poi è un altro – da sempre – il criterio con cui si assegnano i posti di potere.
Quindi andate su Wikipedia, su Facebook, su Linkedin e su qualunque altro sito dove avete pubblicato il vostro curriculum e riducetelo all’essenziale.
Se non volete correre rischi, lasciate solo l’indispensabile. Siate ancora più parchi della vostra carta d’identità , perchè anche sull’altezza, sul colore dei capelli e sullo stato civile possono nascere equivoci imbarazzanti.
Mettete solo così: «Nato in tal posto, tale giorno, vivente».
(da “La Repubblica”)
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