VINO, CHURCHILL E “VERI MAFIOSI”: NORDIO TRINCA EUFORICO DA VESPA
LO SHOW IN MASSERIA
Nel 1997 un giovane di Ancona – si disse – uscì dal coma ascoltando ininterrottamente una cassetta con la voce di Silvio Berlusconi. Non garantiamo nulla, ma chi vuole può avventurarsi a scoprire quali effetti possano invece produrre i 13 minuti di video del ministro Carlo Nordio, ripreso più o meno di nascosto l’altra sera mentre straparlava di giustizia attovagliato alla masseria di Bruno Vespa, circondato da una dose non trascurabile di vino in un’atmosfera da fine matrimonio, quando gli ospiti hanno già la cravatta in testa a mo’ di pirata ma lo zio dello sposo pretende di lanciarsi in un ultimo discorso di auguri.
Il contesto è dunque questo. Nordio improvvisa una specie di duetto con Vespa, il padrone di casa, mentre di fronte siede il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. A chiarire il tasso alcolemico del momento è lo stesso Guardasigilli appena prende il microfono: “Di vino abbiamo usato e abusato, questo potrebbe costituire un buon alibi per le eventuali sciocchezze che potessi dire (sic)”.
Attenzione però, perché qui non si tratta di volgare sbevazzata: “Del resto – assicura Nordio – uno dei miei miti è Churchill, che beveva e fumava”. Trattasi quindi di degustazione enogastronomica dalle forti ispirazioni politiche e perciò il ministro si scatena proponendo il meglio del repertorio, spalleggiato da un Vespa entusiasta che gli dà del tu (Petrecca ne deve mangiare di pastasciutta) neanche fosse Chico Forti: “Vuoi imbavagliarmi?”, scherza il giornalista sbeffeggiando chi critica la stretta sulle intercettazioni.
Nordio gradisce e gongola per l’approvazione della legge che abolisce l’abuso d’ufficio: “È un reato evanescente che serve solo a intimidire i pubblici amministratori. E dopo aver rovinato la vita a questi poveretti, l’avviso di garanzia diventa strumento politico per eliminare gli avversari che non si riesce a eliminare attraverso la competizione elettorale”.
Poi, per criticare le ambiguità del Pd in merito, torna dall’amato Churchill: “Diceva che ci sono persone che abbandonano il proprio partito per amore dei propri principi e persone che abbandonano i propri principi per amore del partito”. Ma più che lo statista inglese (occhio: Nordio ne sta “scrivendo una biografia”), il vero riferimento del ministro sembra piuttosto il filosofo Massimo Cacciari, di cui è nota la propensione a ricordare a tutti di “dire da 30 anni” quel che dice – in effetti – da 30 anni. Con lo stesso stile retorico, a ogni sorso di vino Nordio ribadisce invece di “aver fatto il magistrato per 40 anni”, neanche fosse il militare a Cuneo. In tredici minuti di video – pubblicato per la prima volta dalla Gazzetta del Mezzogiorno – il ministro lo ripete tre volte, tipo intercalare, l’ultima delle quali suona come un salvataggio in corner dopo qualche parola di troppo in libertà: “Siamo tutti intercettabili e probabilmente intercettati!”. Risate generali. Vespa prova a intervenire, Piantedosi – non inquadrato – probabilmente sbianca. E Nordio riprende: “Ho qui davanti il ministro dell’Interno…va be’, siamo a cena! Io ho fatto per 40 anni il pubblico ministero…”.
Ce n’è abbastanza per arrivare al gran finale. Un po’ come Elvis chiudeva i suoi concerti con Can’t Help Falling in Love, Nordio accompagna l’ultima sbicchierata con un grande classico, un capolavoro che evidentemente si rivende tanto in Cdm quanto alle cene di Natale: “Voi credete davvero che il grande mafioso parli al telefonino? Ma no, il vero delinquente usa sistemi di comunicazione satellitari di difficilissima intercettazione, un vero mafioso parte dal presupposto di essere intercettato”. Bah: mancava poco che Matteo Messina Denaro stesse pure su Tinder, altro che telefonate. Ma forse non è un “vero mafioso” oppure Nordio, per realizzare, deve passare ai super alcolici. Sempre che Churchill gradisse.
(da ilfattoquotidiano.it)
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