VIOLENTATA A 60 ANNI: LA ASL LE CHIEDE 44,33 EURO PER LE CURE MEDICHE
LA ASL VUOLE RECUPERARE I SOLDI DELLA PRESTAZIONE E MANDA UNA LETTERA DI RECUPERO CREDITO ALLA DONNA VIOLENTATA… SE LO STUPRATORE NON PAGA ENTRO 30 GIORNI DEVE PAGARE LA VITTIMA
Considerando che il mittente era la Asl di Bergamo, la donna, vittima recente di uno stupro, quando ha aperto la lettera ha pensato a qualche riga di incoraggiamento e di comprensione per l’episodio di cui era rimasta vittima.
Il testo invece la invitava a fornire entro 30 giorni il nome del suo violentatore, precisando che se entro un mese non fosse stato pagato il conto dal suo aguzzino, avrebbe dovuto pagare direttamente la vittima, cioè lei.
La Asl si vede che è a corto di soldi e deve recuperare velocemente i soldi spesi per le prestazioni mediche effettuate dopo la violenza. In totale 44,23 euro, una cifra con cui assesterà sicuramente il bilancio.
Questo il regolamento che era indicato candidamente in calce alla lettera.
Il cinismo della burocrazia italiana e la sua sgangheratezza è unico, ma una vicenda del genere non era ancora accaduta.
Ora il portavoce della Asl assicura che il caso sarà risolto e sostiene, a parziale discolpa ( o aggravante?) che spediscono ogni anno 400 lettere di questo tenore, come impone la legge.
Orbene, trattandosi di una misera lettera al giorno di media, viene da chiedersi, visto che per l’invio della missiva paghiamo uno stipendio a qualcuno, costui non potrebbe magari informarsi su che caso riguarda? O costerebbe troppa fatica?
La donna intanto ha subito un nuovo trauma.
Lo stupro risale, infatti, ad appena il 25 gennaio: lei sessantenne aveva fatto entrare nella sua abitazione un immigrato per effettuare dei lavori di ristrutturazione, invece lui aveva abusato di lei. Le indagini sono andate avanti un mese e mezzo, poi da pochi giorni era stato arrestato un brasiliano di 30 anni, con precedenti per violenza sessuale. Per la vittima una liberazione.
A sospingerla nuovamente verso quel baratro umiliante è stato ora la lettera che le è stata recapitata, fredda e cinica nel suo burocratese, senza tenere minimamente conto della delicatezza della vicenda.
Mentre l’opinione pubblica si indigna per la nuova ondata di stupri e chiede l’inasprimento delle pene, si deve fare i conti con la povertà dei cervelli.
Una letterina di poche righe, sfrontata e inopportuna anche se formalmente lecita, può destabilizzare chi la riceve, riaprendo recenti ferite a chi sta cercando di superare il dramma vissuto.
La Asl fornisce talvolta l’assistenza psicologica alle vittime, donne o bambini che siano, poi manda il conto dello stupro a casa…
Ci chiediamo cosa occorra in Italia per far funzionare con intelligenza ed umanità la nostra burocrazia, forse un corso accelerato di buonsenso e applicazione.
Leave a Reply