VITALIZI BEFFA IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA: SARA’ SCELTA FACOLTATIVA DEI CONSIGLIERI
DAL 2013 OGNI CONSIGLIERE POTRA’ RINUNCIARE ALL’ASSEGNO, MA SENZA ALCUNA IMPOSIZIONE
Vitalizio sì, ma facoltativo.
Così la Regione Emilia Romagna prova a ridurre i costi della politica.
E mentre dà il via libera a un emendamento che prevede la facoltà di rinunciare al contestato emolumento, mette in sicurezza l’assegno dei consiglieri in carica, bocciando la proposta di abolizione tout court per la legislatura in corso (per la prossima è già stato cancellato) e quella per il divieto di cumulo.
Insomma, un risparmio relativo,da valutare a seconda della generosità di ogni singolo eletto.
Il provvedimento ha ottenuto il via libera dell’assemblea legislativa, che martedì l’ha votato all’unanimità . In sostanza da gennaio 2013, ogni consigliere in carica, o di un precedente mandato, avrà la possibilità di rinunciare all’assegno vitalizio, a patto che questo non sia già in pagamento.
Nessuna imposizione o vincolo. I tagli saranno del tutto facoltativi.
“Si trasforma quella che era una trattenuta obbligatoria, a carico di ogni consigliere e prelevata dall’indennità di funzione, in una trattenuta facoltativa” spiega uno dei relatori, il consigliere Pd, Mario Mazzotti.
In altre parole, da ogni busta paga venivano sottratti circa 1000 euro, pari al 25% del totale, come contributo per il vitalizio.
Una cifra che, dal prossimo anno, ciascuno potrà decidere di non versare.
Basterà fare richiesta scritta al presidente dell’assemblea nei primi 15 giorni di gennaio, o di luglio, di ogni anno.
Resta inteso che chi opterà per questa strada dirà addio all’emolumento a vita una volta compiuti i 60 anni, ma si ritroverà a fine mese uno stipendio più sostanzioso, e avrà diritto al rimborso rateale di tutti i contributi versati, senza interessi.
Difficile per ora tradurre in cifre il guadagno per la Regione, che dipenderà quindi dal “buon cuore” di ogni eletto.
“Non si riesce a fare una quantificazione precisa, anche perchè non siamo a conoscenza del numero dei consiglieri che opteranno per una soluzione o per l’altra e la loro età ” chiarisce Mazzotti.
Al massimo si può azzardare una stima: “Se rinunciassero 15 consiglieri con 5 anni di anzianità dovremmo restituire circa 1 milione di euro, con un risparmio medio del 5% della spesa per i vitalizi nei prossimi 30 anni”.
Intanto, nei corridoi di viale Aldo Moro i consiglieri hanno già messo mano alle calcolatrici, per farsi due conti.
Giulia Zaccariello
(da “il Fatto Quotidiano”)
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