WHIRLPOOL NE MANDA A CASA 500 IN PIEMONTE MENTRE I POLITICI ITALIANI PARLANO SOLO DI CAZZATE
EMBRACO, AZIENDA DEL GRUPPO WHIRLPOOL LICENZIA 497 LAVORATORI SU 537
Embraco, azienda del gruppo Whirlpool, sta attivando il licenziamento collettivo di 497 lavoratori sui 537 occupati nello stabilimento di Riva di Chieri (Torino).
Lo annunciano in una nota i sindacati.
La notizia arriva a tre mesi dalla decisione dell’azienda di ridurre i volumi produttivi assegnati allo stabilimento torinese, che produce compressori per frigoriferi, delocalizzando la produzione in altri stabilimenti del gruppo.
Embraco conferma “l’intenzione di procedere alla cessazione della produzione nello stabilimento di Riva Presso Chieri (Torino), mantenendo comunque una presenza in Italia”.
Lo sottolinea, in una nota, la società del gruppo Whirlpool che ammette come questo sviluppo coinvolgerà circa 500 lavoratori ma spiega come “prima di giungere a questa decisione sono stati attentamente valutati diversi scenari alternativi ma nessuno di questi ha rappresentato una soluzione appropriata per continuare la produzione nello stabilimento”.
“L’Italia – continua la nota – rimane un Paese importante per Embraco che manterrà qui una presenza con un ufficio commerciale al fine di continuare ad assistere la propria clientela”.
L’azienda conferma l’intenzione di avviare la procedura sindacale riguardante la cessazione della produzione nello stabilimento di Riva dicendosi “pienamente consapevole delle sue responsabilità nei confronti dei propri dipendenti”.
Infine – si sottolinea – Embraco “lavorerà in stretta collaborazione con i rappresentanti sindacali, le autorità pubbliche e i funzionari locali per cercare soluzioni perseguibili e su misura per il personale coinvolto”.
“L’Embraco – commenta Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino – continua sulla linea intransigente mirata a dismettere l’attività produttiva a Riva di Chieri e lo dimostra nei fatti con l’attivazione della procedura di licenziamento collettivo per tutti i lavoratori. Adesso ci sono i canonici 75 giorni di trattativa, in cui dovremo adoperarci per fare in modo che l’azienda cambi questa decisione. È urgente aprire un tavolo di trattativa e servirà anche un passaggio al Mise per valutare strade alternative ai licenziamenti”.
“Lo scenario che ci viene presentato – afferma Federico Bellono, segretario generale della Fiom di Torino – è di gran lunga il peggiore tra quelli che si potevano prefigurare: dalla riduzione dei volumi annunciata nelle scorse settimane si passa al loro azzeramento, e quindi alla chiusura dell’attività produttiva. La totale assenza di responsabilità sociale da parte della Embraco è inaccettabile per le istituzioni, oltre che per i lavoratori”.
(da “Huffingtonpost”)
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