FLOP DEL CORTEO DEL CENTRODESTRA: L’ERA DEL BERLUSCONISMO E’ FINITO
IN PIAZZA MENO DI 150.000 PERSONE, LE TRUPPE CAMMELLATE SENZA MOTIVAZIONI NON RIEMPIONO I VUOTI POLITICI… UN PARTITO SERIO PENSEREBBE AL FUTURO E AL RINNOVAMENTO: QUA MENTRE IL TITANIC AFFONDA CONTINUANO A BALLARE.. INUTILE CERCARE NEMICI OVUNQUE, I PEGGIORI SONO I CORTIGIANI AI VERTICI
Lo sosteniamo da tempo, all’inizio da soli, ora la compagnia è divenuta un poco più numerosa: il centrodestra, al governo del Paese da quasi due anni, sta deludendo il proprio elettorato.
Se non fosse per il controllo che ha sulle Tv, dove vengono fatti passare per successi anche fatti di ordinaria amministrazione o celati errori clamorosi, il “redde rationem” sarebbe arrivato da tempo.
Non è servito il campanello di allarme delle scorse elezioni europee, dove il Pdl calò dal 37,2% al 35,2%. Di fronte alle critiche, il vasto mondo dei miracolati di corte, invece di fare autocritica, ha reagito con maggiore arroganza e presunzione.
Abituati ai consigli di amministrazione dove contestare le scelte del presidente della società può costare il licenziamento, i vertici del Pdl hanno preferito le laute prebende dei vassalli, rispetto al coraggio delle proprie idee, ammesso che qualcuno ne sia portatore.
Ieri è andato in scena, proprio alla vigilia delle regionali, il corteo-manifestazione che avrebbe dovuto costituire il colpo d’ala del Pdl, la reazione di piazza a tutte “le nefandezze” degli avversari (ormai tutto il mondo).
Già il giorno prima Berlusconi aveva dato l’ordine: “diremo che in piazza c’era un milione di persone”.
Ma la verità si sapeva già negli ambienti di destra: le cose andavano male.
Soltanto i coordinamenti di quattro regioni avevano raggiunto l’obiettivo di pulmann richiesti dal partito: Campania, Sicilia, Puglia e Toscana.
Solo se tutte le regioni avessero tagliato il traguardo prefissato, si sarebbe arrivati ai 3.000 pulmann annunciati, pari a circa 150.000 manifestanti.
Ma in quasi tutte, nonostante il viaggio gratuito, la precettazione incontrava enormi difficoltà , di fronte a gente demotivata e delusa.
Un esempio certo: dalla nostra Liguria sono partite solo 1.500 persone con 30 pulmann.
Un altro ancor più triste esempio: la squallida lettera che Verdini ha inviato ai dirigenti abruzzesi del Pdl, in cui si lamenta perchè sono ancora lontani dall’obiettivo fissato di 50 pulmann. “Gli abbiamo dato le case, che ora i terremotati vengano a Roma per ringraziarci”.
Non a caso erano stati adottati degli accorgimenti per “ridurre” lo spazio di Piazza San Giovanni, con transennamenti e gazebo, per evitare il pericolo di troppi spazi vuoti.
Alla fine la compiacente Questura ha, con molto ritardo, quantificato in 150.000 le presenze in piazza, smentendo il milione annunciato da Verdini.
In realtà erano anche meno: la piazza era stata ridotta e non era piena.
Dato che misura 39.100 mq, concedendo 4 persone ogni metro quadro (cosa ritenuta impossibile peraltro), se tutti fossero stipati da soffocamento, al massimo si arriverebbe a 150.000 presenze.
Chi ha superato in passato tale numero è perchè ha riempito tutte le strade collegate laterali, cosa che ieri assolutamente non è accaduto.
Ma non ci interessano in questo contesto le bugie sui numeri. E non facciamo neanche paragoni con il milione di persone radunate per protestare contro Prodi.
E’ il Pdl che non esiste da tempo, che non è mai esistito e che, come ha usufruito del traino del leader quando era vincente, ora è travolto dal suo declino inarrestabile.
Il popolo di centrodestra aveva scelto Berlusconi perchè li rappresentasse, facendo il loro interesse, non i suoi personali.
Perchè riducesse le tasse, non perchè si dedicasse alle leggi ad personam.
Perchè intercettasse l’esigenza di aiutare i ceti medi di fronte alla crisi, non per voler impedire solo le “intercettazioni” giudiziarie.
Perchè fosse di esempio al Paese, non per finire travolto da scandaletti con escort, festicciole e ciarpame vario che ci hanno ridicolizzato nel mondo.
Perchè rappresentasse politicamente idee e valori di giustizia sociale, di tolleranza, di meritocrazia, attento a quel “centro moderato” in cui si riconosce la maggioranza degli italiani, non gli egoismi, i razzismi, l’intolleranza padana.
Il Pdl era cosa diversa dalla Lega, non a caso prendeva 5 volte i voti del partito di Bossi. Ora è diventata una brutta copia di essa, che già è brutta di suo.
E poi l’abbandono del Sud, i miracoli dell’Abruzzo che miracoli non sono, quelli sulla sicurezza che invece sono un flop (+ 360.000 immigrati nel 2009).
Fino alle beghe interne della classe dirigente del Pdl, con gli esempi delle ultime ore: le botte tra due massimi dirigenti nella sede del Pdl a Milano, la Mussolini sorpresa a disegnare le corna sui manifesti della Carfagna a Napoli, la Santanchè che vorrebbe camere ad ore per le prostitute ai piano superiore degli esercizi pubblici.
Un partito senza regole, dove il primo che si sveglia le spara più grosse per avere maggiore spazio sui media, un coacervo di cortigiani, veline, quaquaraqua e manutengoli.
E chi chiede un dibattito interno viene tacciato di lesa maestà .
E poi qualcuno si stupisce se i simpatizzanti sono rimasti a casa?
E se molti faranno la stessa cosa domenica prossima alle regionali?
Sta finendo un’era, ma mentre la nave affonda l’orchestra continua a suonare per ordine del comandante e i vassalli ballano.
Hanno avuto tutto il tempo di riprendere la rotta giusta, peggio per loro.
Speriamo rinasca presto in Italia una nuova classe dirigente capace di far conquistare nuovi approdi a una moderna “destra vera”, sociale, popolare e nazionale.
Capace di lottare “per” qualcosa, non sempre e solo “contro” qualcuno.
Per quelli che una volta si chiamavano valori e ideali, senso della comunità nazionale e legalità , rispetto delle istituzioni e solidarietà sociale, rispetto dell’ambiente e moralizzazione della vita pubblica, aiuti ai più deboli e rispetto della dignità umana, senza distinzione di razza.
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