Luglio 1st, 2013 Riccardo Fucile
LA COMMISSIONE MOBILITE’ 21 RINVIA QUALSIASI IMPEGNO A DOPO IL 2030: PRIORITA’ A MANTENERE EFFICIENTI I SERVIZI PER I PENDOLARI
E’ proprio vero. 
La commissione Mobilitè 21, incaricata dal Governo francese della spending review sui progetti di infrastrutture legate ai trasporti, ha fatto scattare ufficialmente il semaforo rosso davanti al tratto francese della Tav Torino-Lione.
Rimandato a dopo il 2030: come dire, alle calende greche.
La commissione ha consegnato la versione definitiva del suo lavoro, che dovrà poi ricevere l’ok del Parlamento e del Governo.
A voler fare la punta alla matita si può notare che Mobilitè 21 non aveva espliciti incarichi sui progetti di tratte transfrontaliere: nel caso della Torino-Lione, il tunnel di 57 chilometri sotto le Alpi (costo pari a circa 8 miliardi di euro, di cui tre a carico della Francia e 5 a carico dell’Italia) da Bussoleno a Saint Jean de Maurienne.
In ogni caso, ammesso e non concesso che il tunnel in qualche modo sopravviva alla spending review francese, a Saint Jean la Tav imbocca il binario morto, senza se e senza ma: continuerà a funzionare solo la linea attuale per Lione, addio al vagheggiato tracciato più veloce.
Le news francesi danno ampio risalto alle conclusioni di Mobilitè 21 e alle sue decisioni sulla Tav Torino-Lione.
In Italia invece squillano le fanfare per la recente ratifica in Consiglio dei Ministri dell’accordo del buco (il tunnel di cui sopra fra Bussoleno e Saint Jean de Maurienne): un accordo però raggiunto da Italia e Francia in gennaio, ben prima delle conclusioni rese pubbliche oggi da Mobilitè 21.
Le fanfare squillano anche per il prossimo arrivo della talpa che comincerà il vero e proprio scavo del tunnel geognostico nel cosiddetto cantiere Tav di Chiomonte: col che il processo per realizzare l’opera “diventerà irreversibile”.
Attenzione: la talpa non scaverà il traforo ferroviario ma solo un cunicolo per vedere cosa c’è sottoterra e per poter così completare la progettazione del traforo, di cui il tunnel geognostico costituirà poi un’uscita di sicurezza.
Rendere “un processo irreversibile” lo scavo di un costosissimo buco che almeno fino al 2030 condurrà verso un binario morto?
Già la Tav Torino-Lione sarebbe stata inutile: esiste una linea ferroviaria parallela, recentemente rimodernata e ampiamente sotto utilizzata.
Spendere cinque miliardi per arrivare una manciata di minuti prima nel grazioso paese francese di Saint Jean de Maurienne (8.000 abitanti circa) sembra francamente fuori luogo: in Italia cadono a pezzi strade, scuole, trasporti, ospedali…
Anche in Francia, da questo punto di vista, non sono messi benissimo. La commissione Mobilitè 21 ha infatti deciso che bisogna dare la priorità alle spese per mantenere in efficienza i servizi già esistenti e favorire i quotidiani viaggi dei pendolari.
Di solito ai francesi viene rimproverato un congenito senso di grandeur.
La loro grandeur adesso consiste nell’aver capito che le grandi opere in questo momento sono assolutamente fuori luogo.
L’Italia invece le rincorre per cucire paillettes sui suoi stracci sbrindellati.
(“da dirittiglobali.it“)
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Luglio 1st, 2013 Riccardo Fucile
AL SENATO I DISSIDENTI ADOTTANO LA LINEA DI DIMETTERSI UNO ALLA VOLTA… GRILLO SI PREPARA A MONETIZZARE IL SUO TOUR MONDIALE… ANCORA SI CERCANO DI SISTEMARE LE NOTE SPESE DELLA DIARIA
Beppe Grillo è stanco e partirà presto per una vacanza. Forse in Australia, dal figlio. Poi, dopo l’estate, il leader è pronto a lanciarsi in un tour mondiale. Le tappe sono ancora allo studio.
Si parla di Europa, ma soprattutto di Stati Uniti e Giappone. Forse anche Sud America.
Il comico genovese sta già raccogliendo materiale, perchè il progetto è ambizioso. Se andrà in porto, servirà a rilanciarsi professionalmente, visto che in privato Grillo non ha mai nascosto il danno economico causato dal temporaneo abbandono del palcoscenico.
Ma la tournèe sarà utile anche a rilanciare la sua immagine di leader politico.
Di certo in vista delle Europee. E delle Politiche, se la legislatura dovesse terminare prematuramente.
Come in ogni spettacolo targato Grillo, ci sarà spazio per la politica.
Quella italiana, spiegata però al pubblico d’oltre confine.
Sul blog ufficiale del comico, fanno notare i fedelissimi del leader, campeggia da anni la Union Jack britannica e la bandiera del Giappone. Basta un clic per tradurre i post in inglese e giapponese.
In Italia, invece, il Fondatore del M5S preferisce evitare tour a pagamento e limitarsi a show elettorali.
Per ora, comunque, Grillo desidera soprattutto andare in vacanza.
I suoi cercano di averlo a Roma prima della pausa estiva, ma la missione nella Capitale resta in bilico.
Dal blog, però, il leader torna ad attaccare il premier: «L’Italia è di fronte a un baratro, ma il governo è fermo come un paracarro. Capitan Findus sembra la versione aggiornata e minimalista della presentatrice tv Mariolina Cannuli».
I parlamentari grillini, intanto, si preparano – con più di qualche difficoltà – a tenere a battesimo il primo “Restitution day”.
Un po’ a causa delle resistenze dei malpancisti, un po’ perchè i bonifici on line al Tesoro non sono praticabili e occorre recarsi fisicamente in banca, fatto sta che la restituzione si fa ancora attendere.
Il gran giorno potrebbe essere giovedì, ma non è escluso che l’evento possa slittare ancora. L’idea, comunque,è di sventolare a due passi dall’uscio di Montecitorio un mega assegno di cartone da un milione di euro.
A tenere banco, intanto, è sempre la diaria. Crea tensioni e fibrillazioni, genera sospetti e cattivi pensieri.
A Montecitorio non è ancora risolto il “caso Tacconi”. Il deputato ha denunciato da tempo il caro vita di Zurigo e chiede di poter trattenere più denaro dei suoi colleghi.
A Palazzo Madama lo schema è differente.
Dicono addio uno alla volta, senza clamore. Il gruppo ha già perso quattro senatori e il timore del quartier generale grillino è che l’emorragia possa continuare.
In tempo per costituire in autunno una pattuglia autonoma in grado di sostenere un esecutivo senza il Pdl.
Fra i nodi ancora da sciogliere c’è anche quello dei contributi.
In assenza di una decisione dell’assemblea, alcuni senatori hanno deciso di accantonare comunque una parte dello stipendio per questa causa.
Fra i deputati, infine, gira voce che alcuni senatori abbiano esagerato con la nota spese.
Quando i dati diventeranno pubblici, non mancheranno di sottolinearlo.
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica“)
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Luglio 1st, 2013 Riccardo Fucile
IL TESORO RIPARTE DALLA REVISIONE DEGLI INCENTIVI ALLE IMPRESE E DALLA DELEGA FISCALE
Il governo prova ad aprire la “fase due”. 
Dopo la prima, all’insegna del rinvio dei dossier più scottanti (Imu, Iva, Tares, F35, precari della pubblica amministrazione), l’espressione chiave per definire la seconda sarà “riforme strutturali”.
Ne parlerà il ministro dell’Economia Saccomanni, mercoledì prossimo alla Camera per illustrare le linee della politica economica del governo.
Mentre nelle stesse ore il premier Letta e il ministro Giovannini saranno a Berlino per il summit speciale sul lavoro ai giovani, assieme a Merkel e Hollande.
Con l’obiettivo di consolidare il risultato del Consiglio europeo di fine giugno e rilanciare nuove politiche comuni.
Abbassare il cuneo fiscale sul lavoro e tagliare la spesa pubblica sono dunque gli obiettivi principali della nuova fase del governo Letta.
I risparmi serviranno a cancellare in modo “strutturale” anche l’Imu sulla prima casa e l’Iva, mentre ben prima della pausa estiva – dunque entro i primi di agosto – potrebbe arrivare l’altra riforma “strutturale” che cambierà volto all’imposta sul mattone.
Quella così attesa sull’Imu
Saccomanni prova dunque ad accelerare senza entrare nelle polemiche quotidiane.
Finito nel gorgo degli attacchi politici trasversali per i rinvii delle tasse nonchè per le coperture individuate al decreto Giovannini – che questa settimana arriva in Parlamento, dove sarà battaglia – utili a sterilizzare l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, previsto proprio da oggi e spostato al primo ottobre, il ministro dell’Economia ha incassato ieri un gradito sostegno proprio dal capo dello Stato che ne ha difeso l’operato improntato al realismo.
«Ho molto apprezzato il ministro che ha dimostrato in modo puntuale quello che si può fare e quello che non si può fare, naturalmente senza pensare di avere la bacchetta magica», ha scandito Giorgio Napolitano da Zagabria
Nessuna bacchetta magica, dunque.
Questo ripeterà Saccomanni in Parlamento, chiedendo alle forze politiche un atteggiamento responsabile per il nuovo capitolo da affrontare: i tagli alla spesa pubblica, circa 200 miliardi “aggredibili”, necessari per evitare, oltre a Imu e Iva, anche l’aumento dei ticket sanitari dal prossimo gennaio.
E per rilanciare la crescita, cuore della “fase due”, rafforzando il piano nazionale sul lavoro con un taglio significativo al cuneo fiscale.
Ai blocchi di partenza, dunque, torneranno vecchi dossier: la delega fiscale (con il riordino del catasto), quello di Giavazzi per sforbiciare le agevolazioni alle imprese, l’altro di Ceriani per sfrondare gli sconti fiscali, un piano di risparmi nella sanità (il ministro Lorenzin punta a rivedere il sistema di esenzione dal ticket perchè «la metà degli assistiti non li paga, ma consuma l’80% delle prestazioni»).
Ancora spending review, dunque. Revisione e taglio di spesa, “non indolore”, anticipa già il ministro, “ma necessaria”.
Valentina Conte
(da “La Repubblica“)
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