Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
“FEMMINICIDIO IN PIENA REGOLA”
Con l’accusa di omicidio volontario è stato condannato all’ergastolo dalla Corte D’Assise di
Milano, per l’omicidio della ex compagna e badante Kruja Lavdijie, Franco Vignati, 64 anni ex assessore in quota leghista dal 2009 al 2014 al Comune di Chignolo Po (Pavia).
La donna, 40 anni, albanese, venne trovata morta ammazzata con un colpo di pistola alla nuca nel fiume Po l’8 giugno 2016 a Monticelli d’Ongina, nel piacentino.
Secondo l’accusa si trattò di una vera e propria esecuzione: la vittima, sei giorni prima dell’omicidio, aveva lasciato l’ex assessore, che non si era rassegnato alla fine della loro relazione. Con la scusa di proprle un nuovo lavoro l’aveva convinta a un ultimo incontro, al quale si era presentato con una pistola calibro 7.62 regolarmente registrata.
“Un femminicidio in piena regola”, ha sostenuto fin da subito il procuratore Domenico Chiaro. Il rinvio a giudizio lo scorso giugno. Kruja Lavdije risiedeva a Miradolo Terme, nel Pavese, ed era madre di un figlio all’epoca 12enne. L’ex marito, per conto e in nome del figlio minore, si era costituito parte civile.
(da agenzie)
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Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
DOPO ILVA E TAP ALTRO TRADIMENTO DEGLI ELETTORI GRILLINI
Non costruire il Terzo Valico comporterebbe un miliardo e mezzo di euro di penali da pagare da parte dello Stato.
Ecco perchè, come per l’ILVA, il governo gialloverde darà l’ok all’opera con buona pace delle promesse elettorali del MoVimento 5 Stelle agli attivisti contrari all’opera. Che così passa nella lista di ILVA, TAP e dove prossimamente si troverà anche la TAV: spiega oggi Il Messaggero che il ministro Toninelli è arrivato a questa conclusione dopo aver letto i risultati dell’analisi costi-benefici e dell’Avvocatura dello Stato
Le valutazioni fatte dai tecnici non consigliano di rinunciare all’infrastruttura, ma non lesinano critiche al progetto. Per esempio, gli economisti interpellati sono convinti che i costi complessivi, 6,2 miliardi di euro, si ammortizzeranno in tempi lunghi e con un traffico ferroviario triplicato. Contemporaneamente hanno confermato che aumenterà il numero di portacontainer destinati al porto di Genova, riducendo così le emissioni di gas e riducendo di oltre 20 minuti i tempi di percorrenza in treno tra il centro ligure e Milano.
Ancora più articolato il lavoro dei giuristi della struttura di missione del Mit, che hanno presentato più scenari: nessuna modifica all’opera, modifiche al progetto fino al recesso del contratto. Complice l’avanzamento dei lavori — è stato concluso circa il 27 per cento del tracciato-i rischi per lo Stato non possono che essere elevati.
Lo scioglimento del contratto senza un accordo con il general contractor darebbe vita ad un lungo contenzioso e a richieste di risarcimenti da parte delle aziende vincitrici degli appalti e dei subappalti, lo Stato potrebbe dover staccare un assegno da 1,5 miliardi in su.
Cifra che, a quanto pare, sarebbe addirittura «prudente» per gli Avvocati dello Stato. Da qui la “necessità ”di mandare avanti i lavori.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
PUR ESSENDO UN’ARMA IMPROPRIA, LA LEGA LA DISTRIBUIVA GRATUITAMENTE… BISOGNEREBBE CONOSCERNE I RISCHI PRIMA DI ALIMENTARE IL DELIRIO SULLA SICUREZZA “PERCEPITA”
Se c’è qualcosa che potremmo imparare dalla tragedia di Ancora è che di ogni medaglia esiste
il suo rovescio: è senza dubbio vero che, nel caso una donna venga molestata o sia a rischio di una violenza, lo spray al peperoncino può essere un’ottima arma di difesa.
Ma non dobbiamo stancarci mai di sottolineare la parola ‘arma’, seppur impropria come può essere lo spray.
Propagandare la diffusione di questi strumenti, come ha fatto la Lega lo scorso novembre in una campagna per la difesa delle donne, è la solita risposta leghista alla risoluzione di un problema: alla violenza rispondiamo con altra violenza, distribuendo gratuitamente strumenti altamente rischiosi, che vanno usati con giudizio e non sbandierati come una conquista civile.
Perchè è triste il popolo che deve distribuire armi gratuitamente per difendersi.
Ma la Lega ragiona così: cavalcando le paure spinge ad armarsi, scaricando poi sulla cittadinanza la responsabilità di tragedie come quelle che possono succedere quando una testa calda si ritrova in mano una bomboletta spray o peggio.
La libera vendita di armi improprie non può essere un programma di un governo di un paese civile.
Soprattutto per evitare l’alimentarsi di paranoie e di violenza evitabile. Soprattutto per non trasformarsi negli Stati Uniti di Donald Trump.
Perchè se un semplice spray al peperoncino ha provocato sei morti, immaginare cosa accadrebbe se questa folle ossessione della difesa personale continui per questa pericolosa china fa venire solamente i brividi.
(da Globalist)
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Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
CAZZARI IN LIBERTA’ PERMETTENDO VENDITA LIBERA DI ARMI IMPROPRIE A MINORENNI… FIGURARSI CON IL MODELLO SOVRANISTA ALLA TRUMP CHE SPARATORIE
Spray urticanti a scuola. Sono due gli episodi segnalati lunedì 10 dicembre.
All’istituto tecnico “Cardano” di Pavia, 33 studenti sono rimasti intossicati in seguito allo spray al peperoncino che, per una stupida bravata, era stato diffuso negli spogliatoi della scuola, che si trova nella zona del Ticinello.
Secondo quanto precisato dall’Areu, 26 di loro sono stati trasportati dalle ambulanze del 118 al pronto soccorso del Policlinico San Matteo di Pavia: 23 in codice verde e 3 in codice giallo; altri 7, in codice verde, sono finiti all’ospedale di Voghera (Pavia). Tutti hanno accusato bruciore agli occhi e un senso di irritazione alla gola e ai bronchi: nessuno di loro, fortunatamente, è in gravi condizioni. Si tratta degli alunni di quattro classi prime del “Cardano”.
Questa mattina durante le prime due ore, tra le 8 e le 10, hanno svolto la lezione di ginnastica nella palestra dell’istituto. Al rientro negli spogliatoi, diversi di loro hanno accusato immediatamente i primi sintomi. Gli insegnanti presenti e altri dipendenti della scuola hanno subito aperto porte e finestre. Giancarla Gatti Comini, dirigente della scuola, ha subito chiesto l’intervento del 118.
Altro episodio è stato segnalato a Soncino, in provincia di Cremona: cinque ragazzi sono rimasti intossicati per lo spray al peperoncino e sono stati portati al pronto soccorso.
(da agenzie)
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Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
“IL NEMICO NON E’ PIU’ LO STRANIERO, ORA E’ DIVENTATO CHI ACCOGLIE, CHI AIUTA”… “E LE CINQUESTELLE STANNO A GUARDARE”
Mai come nel settantesimo anniversario dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
tali diritti sono messi in pericolo, in Europa e nel nostro paese, da un’onda “scura”. Non un’onda fascista perchè il fascismo è un fenomeno ormai superato, ma da un’onda di pensiero e di egemonia culturale retrograda descritta e documentata in modo magistrale nel libro “Europa identitaria” di Andrea Palladino che ne traccia, documentandola, la storia, gli obiettivi e i traguardi.
Come in tutte le storie di manipolazione di massa, per portare gli esseri umani a muoversi compatti in direzioni impensabili occorre imbastire un complotto e inventarsi un nemico. Il primo per creare zone d’ombra e fomentare paure ancestrali, il secondo per dare sfogo alle inquietudini trasformandole in odio e azioni. Infine occorre ideare un metodo per diffondere tali idee in modo capillare.
Il grande complotto è quello delirante della “Grande sostituzione”, un progetto che vorrebbe distruggere le identità delle popolazioni europee aprendo le porte alle popolazioni africane.
Il grande nemico della galassia nera non è più lo straniero o l’africano, troppo difficile far passare questo concetto nel civile (per ora) popolo europeo.
Il nemico è chi accoglie, chi apre le braccia, chi aiuta, tacciato di speculare sia sugli africani (che così si possono respingere pensando di aiutarli a casa loro e perciò senza sentirsi in colpa), sia sugli europei.
Da qui la propaganda costruita a tavolino contro le ONG e tutte le istituzioni che lavorano nell’accoglienza e nell’integrazione e per l’appunto tutti coloro che celebrano oggi la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo in quanto Uomo.
Infine il metodo, spiegato da Jean-Claude Villa, teorico della nuova destra e caporedattore del Figaro-Magazine, mutuato, da Antonio Gramsci il principale ideologo della sinistra: il metodo dell’egemonia culturale e della metapolitica.
Ovvero la creazione di think tank che influenzino le istituzioni; di gruppi di influencer sui social che permeino l’immaginario collettivo e giornalisti di riferimento che raccontino del complotto e del nemico nei salotti tv.
Il fatto che tale sistema metapolitico influenzi le decisioni del nostro governo e il pensiero dei nostri politici mettendo perciò in serio pericolo i valori contenuti nella dichiarazione dei diritti dell’uomo per sostituirli con diritti identitari variabili a seconda delle radici etniche, “culturali” e religiose è data dalla vicenda del Global compact for migration.
Il Global compat for migration è un documento delle nazioni unite che non fa altro che sistematizzare la complessissima questione migrazioni, organizzandola e dando a ciascuno le proprie responsabilità .
Un documento in 25 obiettivi, non obbligatorio, che si propone una gestione condivisa e coerente del fenomeno migratorio. Semplice e di perfetto buon senso, in circolazione dallo scorso 18 luglio ma accuratamente assente sia dalla discussione popolare che dal dibattito parlamentare. Il parlamento infatti ha appreso, non senza un certo stupore, solo pochi giorni fa, dell’assenza del nostro Paese dal Meeting a Marrakech in Marocco sul Global Compact del 10 e 11 Dicembre.
Così, se il 26 Settembre il premier Conte annunciava davanti all’assemblea generale dell’ONU che l’Italia, da sempre fautrice di un impegno globale per l’immigrazione, avrebbe aderito al Global compact for migration e il 21 Novembre il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in Parlamento descrive un orientamento positivo; inaspettatamente il 28 Novembre arriva una virata da parte del premier Conte che comunica l’assenza dell’Italia a Marakesh.
E lo fa con una scusa del tutto improponibile ovvero quella di parlamentarizzare la questione ovviamente non in tempo per arrivare a un consenso prima del 10 dicembre e dopo che tutti i giornali del mondo avevano annunciato il dietrofront dell’ Italia. Nè risulta molto credibile la parlamentarizzazione quando il testo era disponibile da luglio.
La realtà è che nel frattempo la galassia dell’onda di pensiero già descritta aveva fatto i suoi passi in casa leghista.
Il Centro studio Machiavelli, think tank legato alla galassia identitaria e al sottosegretario Picchi della Farnesina pubblica il 6 Novembre un report critico nei confronti del Global compact, pochi giorni dopo il documento viene portato all’attenzione del vicepremier Salvini, il 22 Novembre lo stesso Salvini tramite i social comincia a esporsi contro il Global compact, il 26 Novembre il deputato Formentini deposita una risoluzione in commissione Esteri, il 27 Salvini in conferenza stampa annuncia la sua contrarietà , il giorno successivo il premier Conte si adegua e disdice la partecipazione dell’Italia a Marakesh.
To make a long story short come dicono gli anglosassoni, la galassia identitaria coi suoi fabbricatori di idee all’esterno delle sedi democratiche decisionali ha influenzato le decisioni del nostro governo nel senso di indebolire la portata della dichiarazione dei diritti dell’uomo in quanto tale proprio il giorno del settantesimo anniversario della dichiarazione universale.
Una vittoria simbolica senza precedenti, ancor più importante perchè ratificata da quel movimento che faceva del dibattito e della democrazia partecipata un vessillo e del “nessuno deve rimanere indietro” un mantra. Insomma, un capolavoro della metapolitica mentre le stelle stanno a guardare.
Ma cosa c’e’ nel Global compact for migration che dà tanto fastidio alla galassia della nuova destra visto che fa esattamente quello che è nel programma dei due alleati di governo ovvero propone delle regole per la gestione condivisa del fenomeno migratorio?
Il grande peccato di quel documento è solo uno, ovvero quello di ammettere che la migrazione è un fenomeno umano connaturato. Socialmente innegabile ma non è la sua gestione nei progetti reali, al di là dei proclami, che si propone quella parte politica, bensì la sua repressione tramite la differenziazione dei diritti a seconda dell’identità e della razza e un rimpatrio globale a prescindere dall’integrazione o dai legami territoriali o dei diritti acquisiti.
Ognuno a casa sua, al di là di altre considerazioni e di diritti imprescindibili dell’essere umano e d’altronde l’abolizione della protezione umanitaria in maniera retroattiva che mette per strada persone già integrate e famiglie è un perfetto indicatore dei programmi dietro agli slogan.
Sebbene il movimento di persone non piaccia molto perchè di difficile gestione e richieda impegni umani ed economici, purtuttavia il movimento di merci e capitali non è altrettanto sotto attacco il che fa intuire che in ambito di grandi interessi economici tutto deve cambiare affinchè tutto rimanga come è. Nulla perciò che non si sia già visto, purchè tutti ne siano consapevoli.
In attesa di una tardiva quanto improbabile parlamentarizzazione del global compact e di un dibattito sereno sui diritti dell’uomo in quanto tale, osservando mesti la propaganda complottista e martellante della nuova destra, non resta che augurare buon compleanno e tempi migliori alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Elena Fattori
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
ORA LA MAGGIORANZA E’ DEL CENTROSINISTRA
L’ex senatore Antonio Fosson, di 67 anni, è il nuovo presidente della Regione Valle d’ Aosta.
Rappresentante di un movimento autonomista (Pour Notre Vallèe), sostituisce Nicoletta Spelgatti (Lega) che è stata sfiduciata dall’Assemblea con 18 voti su 35. Fosson guida una maggioranza formata da forze autonomiste (Union valdotaine, Alpe, Stella alpina e Union valdotaine progressiste).
La giunta Spelgatti era nata dopo l’exploit leghista alle elezioni di sei mesi fa. Quello che va a insediarsi è il trentaduesimo governo della Valle d’Aosta in 72 anni.
Originario di Ayas e nato ad Ivrea, Antonio Fosson è un medico chirurgo. È stato assessore regionale alla sanità dal 2003 al 2008 e dal 2013 al 2016. Dal 2008 al 2013 è stato senatore, eletto in una coalizione sostenuta dall’Union valdotaine. In questa legislatura – alle elezioni del maggio scorso è stato confermato nell’Assemblea regionale con 1.437 preferenze – era presidente del Consiglio Valle.
Della squadra di governo fanno parte Laurent Vierin (Uvp) all’agricoltura, beni culturali, sport, commercio e turismo; Luigi Bertschy (Uvp) alle politiche del lavoro, inclusione sociale, trasporti e affari europei; Albert Chatrian (Alpe) all’ambiente, risorse naturali e corpo forestale; Chantal Certan (Alpe) all’istruzione, università , ricerca e politiche giovanili; Stefano Borrello (Stella alpina) alle opere pubbliche, edilizia residenziale pubblica e territorio; Renzo Testolin (Uv) a finanze, artigianato e attività produttive; e Mauro Baccega (Uv) alla sanità , salute e politiche sociali.
(da agenzie)
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Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
BLITZ DELLA FINANZA NELLA SEDE DEI COMMERCIALISTI DI BERGAMO DOVE E’ REGISTRATA L’ASSOCIAZIONE FINANZIATA DAL COSTRUTTORE PARNASI
Dopo la notizia dell’indagine sul finaziamento illecito in corso a Bergamo pubblicata dalla
Stampa , c’è un’altra tegola che potrebbe provocare molta preoccupazione al ministro dell’Interno.
Secondo quanto risulta all’Espresso, infatti, sono in corso una serie di perqusizioni a Bergamo presso lo studio di due commercialisti di fiducia del partito.
La richiesta è partita dalla procura di Genova, che ha il fascicolo più scottante, quello sull’ipotesi di riciclaggio di parte dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali.
Quasi 50 milioni oggetto di sequestro dopo la condanna in appello di Umberto Bossi e Francesco Belsito, l’ex tesoriere del Carroccio, colpevoli di truffa ai danni dello Stato. L’operazione in corso coordinata dai pm liguri è stata condivisa con la procura di Bergamo, che invece indaga sul finanziamento illecito all’associazione culturale leghista.
Usata, è l’ipotesi, come schermo per incamerare donazioni senza farle passare di conti del partito, finiti nel radar dei giudici per il sequestro milionario.
Le perquisizioni di oggi si inseriscono proprio nello sviluppo di ques’ultima inchiesta coordinata dai magistrati e dalla guarda di finanza di Genova.
Poche ore fa gli investigatori hanno così suonato al civico 24 di via Angelo Maj, a Bergamo, per sequestrare i documenti della Dea Consulting, lo studio dei commercialisti Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni.
Si tratta di due professionisti di fiducia del partito, con incarichi in società della Lega e ruoli di controllo nei gruppi parlamentari del Carroccio.
Insieme all’attuale tesoriere Centemero, Di Rubba e Manzoni hanno fondato nel 2015 l’associazione Più Voci, proprio quella al centro dell’ipotesi di finanziamento illecito secondo due procure, Bergamo e Roma.
Nella Capitale il tesoriere è indagato per i soldi ricevuti dalla Più Voci tra il 2015 e il 2016 dal costrutore Luca Parnasi (250 mila euro) e da Esselunga (40 mila euro).
L’associazione ha sede in via Angelo Maj, registrata presso lo studio Dea Consulting oggi intestato interamente a Di Rubba.
È qui che i finanzieri sono giunti per acquisire materiale che possa aiutarli nel proseguo dell’indagine sul riciclaggio.
Dallo stesso studio si dipana il reticolo societario che porta in Lussemburgo via Svizzera: sette aziende italiane controllate da una holding del Granducato, la Ivad Sarl, che fa capo a una fiduciaria.
§Insomma, impossibile conoscere il proprietario delle sette aziende italiane domiciliate presso lo studio dei commercialisti della lega. E forse la guardia di finanza con il blitz di oggi sta cercando di capire proprio questo.
L’attenzione degli investigatori genovesi, da quanto trapela, si sta concentrando oltrechè su via Angelo Maj anche su Angelo Lazzari, il manager bergamasco di stanza in Lussemburgo.
Proprio l’uomo che anni fa ha fondato la Ivad, la cui quota di controllo è stata in seguito trasferita alla Prima fiduciaria Spa e dunque schermata.
(da “L’Espresso”)
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Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
LA PROCURA DI BERGAMO APRE UN FASCICOLO SULLE “DONAZIONI” DI LUCA PARNASI ALL’ASSOCIAZIONE LEGHISTA “PIU’ VOCI”… E SU REPORT UN’INCHIESTA SUI LEGAMI CON LA ‘NDRANGHETA IN CALABRIA
Il tesoriere della Lega Giulio Centemero è iscritto nel registro degli indagati della procura di Bergamo per finanziamento illecito ai partiti. Il fascicolo è stato aperto dopo la trasmissione da Roma degli atti sulle “donazioni” di Luca Parnasi alla Fondazione Più Voci, che ha sede proprio a Bergamo.
A parlare dell’inchiesta oggi è La Stampa in un articolo a firma di Gianluca Paolucci e Matteo Indice.
Centemero è indagato per i famosi 250mila euro che il costruttore aveva dato alla Più Voci, che ha sede in via Angelo Maj 24 a Bergamo; alla fondazione sono arrivati anche soldi da Esselunga per 50mila euro mentre le altre somme sono poco rilevanti. Si trovano in via Maj altre società riferibili alla Lega, come la Mc SRL a cui fa capo il giornale online Il Populista, controllato dalla Pontida Fin.
Proprio alla Mc sarebbe finita parte del denaro di Parnasi. L’indagine della Procura orobica dovrà ricostruire i flussi di denaro in entrata e in uscita da una serie di società e la loro riferibilità alla Lega.
Per questo s’intreccia con quella di Genova sui 49 milioni e rappresenta una saldatura tra i fantasmi giudiziari che hanno segnato l’implosione del vecchio partito, passato dopo la caduta di Umberto Bossi e Francesco Belsito pure attraverso Roberto Maroni, e il nuovo che ha preso corpo con Matteo Salvini e Centemero plenipotenziario sul fronte della contabilità .
La galassia di società -satellite create dall’attuale cassiere con la consulenza dei commercialisti bergamaschi Andrea Manzoni e Alberto di Rubba, rappresenta agli occhi degli inquirenti l’affinamento progressivo d’un sistema che aveva, e ha, come principale scopo quello di mettere al riparo da eventuali sequestri la fetta più consistente dei finanziamenti privati che il Carroccio potrebbe in ogni momento incamerare.
I soldi della Lega a Report
Intanto Report oggi dedicherà un servizio alla nuova Lega di Matteo Salvini. La squadra di Sigfrido Ranucci — Claudia Di Pasquale con la collaborazione di Carla Rumor —è stata in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia alla ricerca dei volti nuovi del partito, che nuovi però non sembrano.
Molti dei coordinatori hanno un passato in Forza Italia, qualcuno anche nei Verdi. Ma, soprattutto, a fronte de “La mafia mi fa schifo” che il segretario ripete ogni qualvolta si reca al sud, nelle rete familiare di alcuni ci sono parenti ingombranti.
È il caso di Domenico Furgiuele, deputato leghista di Lamezia Terme, il cui suocero Salvatore Mazzei è stato condannato per tentata estorsione aggravata da metodo mafioso e sottoposto a una confisca di beni per 200 milioni di euro.
(da agenzie)
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Dicembre 10th, 2018 Riccardo Fucile
LA UE CHIEDE UN TAGLIO DI 8 MILIARDI, QUOTA CENTO SOLO PER UN ANNO, REDDITO DI CITTADINANZA RIDOTTO E CON CONTROLLI FERREI… E INVESTIMENTI VERI, VISTO CHE NON E’ CAPACE NEANCHE A SPENDERE I CONTRIBUTI EUROPEI
L’Unione Europea non si limita a puntare l’attenzione sul rapporto deficit\Pil che comunque,
secondo Bruxelles, dovrebbe scendere nel 2019 sensibilmente al di sotto del 2 per cento con una limatura di almeno 7-8 miliardi delle spese attualmente contabilizzate nel testo approvato dalla Camera.
Sotto i riflettori ci sono naturalmente Quota 100 e il reddito di cittadinanza, i due provvedimenti-simbolo della Manovra del Popolo.
E le modifiche suggerite snaturano le norme promesse da Lega e MoVimento 5 Stelle al suo elettorato.
Per ciò che concerne le pensioni, la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro per chi ha 62 anni d’età e 38 di contributi dovrebbe essere limitata al 2019 e prorogata solo se i conti pubblici lo permetteranno.
Per evitare abusi ed eccesso di spesa sul reddito di cittadinanza, Bruxelles chiede invece controlli ferrei e una riforma degli ammortizzatori sociali per dare l’ok.
Il terzo fattore richiamato nei contatti informali, racconta oggi Claudio Tito su Repubblica, riguarda gli investimenti.
Nell’Unione europea sono ormai permanenti le perplessità sulla capacità dell’Italia di utilizzare proficuamente le risorse. Viene citato l’esempio dei 60 miliardi di fondi strutturali che il nostro Paese non riesce mai a spendere fino in fondo. O, peggio, vengono “polverizzati” in micro-interventi incapaci di generare effetti sulla crescita e sulla ripresa. Sarebbe allora meglio — è stato fatto notare — introdurre un vincolo “materiale”: legare gli investimenti a progetti “unitari” .
Esempio: i ponti o le scuole. Basti pensare che la sfiducia nei confronti della concreta efficacia degli investimenti pubblici ha fatto dire — in alcune conversazioni informali — che sarebbe quasi meglio dirottare tutte quelle risorse verso un taglio diffuso delle tasse. Una sorta di via libera all’estensione della flat tax. Un paradosso, certo, ma che — secondo alcune riflessioni svolte dai Commissari — offrirebbe più certezze dal punto di vista dei risultati economici.
(da “NextQuotidiano”)
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